NO ALLE STRADE, NO ALLA TAV, NO AGLI IMPIANTI PER I RIFIUTI, NO A TUTTO. MA IL NO AL NUCLEARE NON HA INSEGNATO NIENTE?

Anche la Valtellina ha pagato la logica del NO

Lunedì 5 u.s. il Ministro Di Pietro a firmato a Milano alcuni protocolli d’intesa, fra cui uno per le nostre tangenziali, di Morbegno e Tirano. Mobilitazione contraria di Legambiente per quelle che ha definito “le ennesime autostrade dannose: Tangenziale Esterna di Milano e la BreBeMi, la direttissima Brescia-Milano”: Meno male che Di Pietro, molisano (Montenero di Bisaccia, classe1950) ma trapiantato in Lombardia, ha i piedi per terra e ha fatto tesoro del proverbio che usa al suo paese natio, “Fatt la camic mò ch tì la tal”, ossia fai la camicia adesso visto che hai la tela. E lui la fa anche se i Verdi, al Governo anch’essi, contestano. Infatti loro, con tutti noi, dicono “No all’inquinamento”. Ma strade insufficienti lo moltiplicano per via delle colonne a passo di lumaca. A iosa. Facciamo dunque le strade. No, non vanno bene, guai a farle. Puntare sulle ferrovie, che poi non arrivano dappertutto. E magari con proposte di una idiozia unica come quella di fare il doppio binario da Lecco a Sondrio, il che vorrebbe dire almeno 50 kim di linea nuova, gran parte in galleria con costo astronomico ammortizzabile, forse il 950 anni quando l’attuale linea ha ampio spazio per l’inserimento di parecchie coppie di treni veloci, con riduzione di tempo di percorrenza possibile.. Le ferrovie comunque hano bisogno di ammodernamenti strutturali, vedi TAV. Ma la TAV non si deve fare, guai, vedi Piemonte. La logica del NO imperversa. Come per i rifiuti. Bisogna risolvere il problema. Inceneritori: guai! Discariche, basta. Compost. Dove lo si vuol fare ci sono le barricate. Soluzioni proposte dai contestatori: raccolta differenziata. Bene, spingiamola al massimo ma il resto dove lo mettiamo? All’estero come incredibilmente si è fatto? L’estero arriva già con l’energia a caro prezzo. La gente non arriva alla fin del mese: c’entra, e come, il costo dell’energia non solo nelle bollette di luce, gas e per l’auto, ma in tutti i prodotti che compriamo c’è una quota di caro energia. Ma noi siamo i soli imbecilli che si son tagliati…, pardon che si sono auto-castrati, donne comprese, eliminando il nucleare ma non i suoi pericoli che sono rimasti tali e quali alle nostre frontiere. Ma ci sono le fonti rinnovabili… Acqua basta così come i soffioni di Larderello. Restano solare ed eolico. Solare: forse un 2 o 3 per cento, si e no. Ma c’è l’eolico. Gli stessi di prima attivi contrari alle centrali ora nei comitati contro per tutelare, dicono loro, il paesaggio che le pur belle pale necessarie per catturare il vento non rovinano per niente. Altri non le vogliono perché il rumore disturba gli uccelli. Non parliamo poi della montagna che secondo loro dovrebbe restare bucolicamente come un tempo, e magari con i contadini nei mesi estivi a vivere come allora in rusticissime baite, dormendo per terra, lavandosi non si sa come. Montagna dunque da tenere come una volta per consentire ai metropolitani di salire la domenica a godere l’aria di un tempo dopo che loro se la sono rovinata, e non solo l’aria. Venivano infatti in Valtellina a pontificare. Un autorevole personaggio oggi scomparso denunciava sul Corrierone con titolo a tutta pagina “I grattacieli in Valtellina” (taglia per chi l’ha visti). Stavano però ben alla larga da Palazzo Marino e dal Sindaco ivi installato dimenticandosi che la meravigliosa Milano non solo non aveva un depuratore ma neppure ci pensava…

Facendo di tutt’erba un fascio godevano gli speculatori e si penalizzava la povera gente…

La logica del NO. La logica “CONTRO”. La logica anche dell’ARMIAMOCI E PARTITE.

Ma l’enorme bufala del NO al nucleare non ha insegnato niente?

Anche la Valtellina ha pagato

L’abbiamo scontata anche noi. Anni per la SS 36 a lago. E ogni volta che si stava per partire, prima del Consiglio Superiore dei LL.PP. arrivavano gli strali di Italia Nostra. Si attivavano le Soprintendenze e si bloccava tutto. E così siamo arrivati, mettendo la strada dentro la montagna, a circa 23 km di gallerie, doppia canna, con grande felicità delle imprese. Abbiamo speso un sacco di soldi in più. Con almeno una decina di km in meno di tunnel non si sarebbe rovinato il paesaggio, come dimostrano i tratti a cielo aperto, e ci sarebbero stati i soldi per fare la SS 38, per migliorare la SS 36 da Colico ai due confini di Montespluga e Castasegna e la SS 39 dell’Aprica e sarebbero avanzati ancora soldi.

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Editoriali