COMUNALI SONDRIO (14): VIVI LE VALLI INTERROGA I CANDIDATI-SINDACO SUI PRINCIPASLI PROBLEMI DEL CAPOLUOGO. RISPONDIAMO ANCHE NOI

1 - Primo quesito - 1.1 - Primo elemento di Piano-processo - 1.2 - Secondo elemento di Piano-processo - 1.6 - Le scelte: i futuribili - 1.7 - Gli scenari - 1.7.1 - Scenario temporale. 1.7.2.- Scenario di contesto. 1.7.3.- Fattori esterni. 1.7.4.- Fattor

Il Consorzio "Vivi le Valli" - si veda nota in calce (x) - ha pubblicato con grande rilievo il messaggio rivolto ai candidati-Sindaco di Sondrio pubblicato nello scorso numero 9, Abbiamo scritto la volta scorsa che le domande sono rivolte ai candidati ma non è vietato ai non candidati mettere in circolazione qualche idea. E così c'è stata la prima puntata. Ora la seconda con le risposte agli altri tre quesiti posti da "Vivi le Valli" (Antonio Tirelli presidente, Stefano Martinalli coordinatore, Cristina Galbusera, Maurizio Quadrio, Franco Moro, Oriano Mostacchi, Marco Rocca, Emilio Rigamonti)..

• 1 - La città ha la necessità di aggiornare la pianificazione urbanistica territoriale. La vostra visione per il futuro è per una città dei servizi e quali? La città al centro delle Alpi può scoprire una vocazione turistica fino ad oggi ignorata? La città che investe sull'innovazione vedrà l'amministrazione comunale al fianco delle imprese?

1. - La pianificazione urbanistica vigente sostanzialmente fa ancora capo al Piano Regolatore Generale elaborato negli ultimi assi sessanta, adottato nel 1970, entrato in vigore nel 1973, sia pure ripetutamente modificato nel tempo, ultimo provvedimento sostanziale la II Variante generale del 1997 entrata in vigore nel 2000. Qualche incursione storica è pur necessaria perché accingersi all'elaborazione del Piano di Governo del Territorio, lo strumento che ha sostituito per legge il PRG, lo richiede, sempre che naturalmente si voglia "volare alto" come la situazione della città richiede e come pare molti siano disposti a fare.

Un PRG, quello del 1970, di grande spessore e significativa innovazione, al di là anche di luoghi comuni e leggende metropolitane. Una di queste è la favola, tramandatasi nel tempo, di una esagerazione demografica con la previsione di una città di 40.000 abitanti. Non si studia, non si approfondisce, non ci si documenta e così capita, come è capitato allora, che si prendano cantonate e che nel tempo diventi cosa reale quello che reale non é. Allora, quando nella pianificazione urbanistica era invalso il criterio di dimensionare i piani basandosi sul raddoppio della popolazione residente c'erano nella relazione di piano due curve di accrescimento della popolazione, una superiore che portava nel tempo sino a 39 mila e rotti abitanti, ed una assai inferiore. Il dimensionamento reale riferito agli standard era di circa una volta e mezzo - meno di 30.000 abitanti di riferimento - e quello dell'edificabilità ancor meno. A parte i completamenti delle zone B, non granché, c'era un forte controllo e una forte limitazione delle zone di espansione. Lo si vede a distanza non di anni ma di lustri: la C11 di Via Paribelli, la C2 di Via Vanoni e i modestissimi insediamenti nelle C5 e nelle frazioni. Limitata l'estensione anche delle zone speciali (tecnologiche, attrezzature collettive ecc.).

1.1 - Primo elemento di Piano-processo

Questo come base. Poi la gestione. Erano assoggettati a piano particolareggiato, come d'obbligo allora, il centro storico /A) e la zona direzionale-commerciale B2. Congelamento della situazione persino per le manutenzioni straordinarie. A mali estremi estremi rimedi e così nasce la principale - non a Sondrio ma in tutta Italia - innovazione urbanistica verificatasi in quegli anni: il P.I.O, Piano di inquadramento operativo.

P.I.O., il parto di un pomeriggio in sala Giunta, trasformata in pensatoio, tra l'ing. Del Curto, l'ing. Almangioni.e chi scrive che ebbe l'idea del collegamento con il principio dell'indifferenza della proprietà rispetto alle destinazioni urbanistiche, da me poi inserito qualche anno più tardi, nel programma del Governo Forlani.della cui redazione per la parte territorio avevo l'incarico.

Importantissimo, anche ai fini attuali: il P.I.O. come primo momento di una pianificazione innovativa: il Piano non come Moloch statico, incapace per sua natura di seguire le modificazioni della società con difficoltà nel condizionarle. Un piano-processo, dinamico, non solo adatto per camminare parallelamente alle trasformazioni economico-sociali in atto ma addirittura di predeterminarle, almeno come quadro generale. E' così che un impossibile piano particolareggiato della zona direzionale-commerciale diventa un P.I.O. che assicura la coerenza d'insieme e la perequazione fra i diversi comparti evitando artificiale creazione di plus-valore e minus-valore fondiario. Non solo, ma che evita le interferenze degli uffici regionali allora talvolta asfissianti al punto di impedire in centro-storico una soluzione di altissimo profilo culturale. Resta però ineccepibile la gestione urbanistica in quanto i singoli comparti restano soggetti a piano attuativo, come sarà del resto poi per la Garberia. Fallirà invece la grandiosa operazione in fase avanzata di avvio (cinque imprese già con le opzioni del caso) sull'isolato tra Piazzale Bertacchi e Via Cesare Battisti, con creazione di giardini, teatro da 600 posti, veicoli solo sotto terra, per l'incredibile opposizione della burocrazia regionale. Diversi comunque i P.I.O. attivati con soluzioni coordinate e perequate, poi dimenticati per difetto di cultura urbanistica.

1.2 - Secondo elemento di Piano-processo

L'operazione Palazzo di Giustizia è un secondo elemento di Piano-processo. Il Tribunale scoppiava, costretto in 1.800 mq (oggi ne ha oltre 6.000) di slp. L'on. Tarabini scova a Roma i soldi. C'è il fondo per l'edilizia giudiziaria e carceraria ma nessuno vi attinge perché dappertutto si litiga dove costruire. Il contagio sembra arrivare anche a Sondrio. I magistrati vogliono la struttura in zona centrale, la soluzione di Via Tonale non va bene. Viene l'idea di demolire l'edificio sede dell'Istituto Besta ricavando una piazza con le due facciate, lati est ed ovest, dei Palazzi del Governo e di Giustizia. Apriti cielo! La Soprintendenza però non cavalca la contestazione e dice, saggiamente, che bisogna vedere la qualità della soluzione. In fin dei conti il podestà Gunnella si era visto vituperare, a dir poco, quando aveva dato il via alla costruzione di Palazzo Muzio, ora giustamente celebrato,.. Mentre si discute su bozze, peraltro insufficienti, a Sirtori viene l'idea del De Simoni. Sposata al volo. Fase complicatissima e delicatissima persino con le scuole in rivolta, ma chi la dura la vince, anche con il positivo appoggio del Provveditore Rossi. Ecco quindi il quadro, e se questo non è Piano-processo..!!!!

Il Comune riceve il De Simoni dalla Provincia e, in cambio, sistema e poi dà alla Provincia, per ospitare la Ragioneria, l'allora sede della Media Sassi, sistemando diversamente le aule delle Elementari ivi insediate. Il Comune riceve Palazzo Martinengo dalla Provincia e in cambio dà il Besta, con annesso padiglione Anagrafe, ove la Provincia può concentrare i suoi uffici in sede attigua a quelli centrali. Dà anche i magazzini ASM in prossimità del Cimitero. Il Comune realizza la muova Media Sassi sovralzando l'inutilizzata Scuola Speciale e ottenendo di avere le tre Scuole Medie a est, ovesr e sud, a nord essendoci quella del Convitto.

Il Comune deve realizzare la muova sede dell'Istituto Besta, cosa che fa nel Campus (in meno di otto mesi, record assoluto, condizione sine qua non per avere gli OK scolastici!). Non è finita. Per il Campus intesa con la Provincia che provvede alle sistemazioni esterne mentre il Comune si impegna realizzare la palestra. Questa diventerà il famoso Palazzone, 120 metri per 60, progetto da favola dei Guidetti, il meglio allora in Italia. Appaltato, con 4,8 miliardi neanche una lira dei quali a carico del Comune, e con costi di esercizio bassissimi (Non bene informata sulla parte finanziaria l'Amministrazione successiva revocherà l'appalto per il timore di costi eccessivi.).

Accanto a questo riassetto globale andato a buon fine non andò invece in porto l'altra operazione, sempre nella logica del piano-processo, relativa alla sanità. Presto detta: il Liceo Scientifico passava all'allora USL in modo da avere un'unica zona sanitaria unita da Via Brennero a Viale del Cimitero (con spostamento in zona artigianale dell'attività ivi insediata che comunque poco dopo se ne è andata autonomamente). L'USSL in cambio dava al Comune l'edificio ex INAM di Via Sauro dove veniva spostato il Provveditorato che non aveva quindi bisogno di andarsene in Via Sauro sloggiando l'Istituto Magistrale. Il Comune completava il Campus con il Liceo Scientifico da restituirsi alla Provincia.

Motivo della mancata riuscita l'indisponibilità dell'USL.

Altra operazione impostata come piano-processo la sede dei servizi tecnologici della Banca Popolare di Sondrio nella zona ove oggi c'è l'Hotel Vittoria. Operazione da manuale con sala-congressi da 800 posti sotterranea, collegabile con l'Auditorium Torelli e con disponibilità di privati per le strutture collaterali, alberghiere e della ristorazione. Piano di recupero di ristrutturazione urbanistica approvato in fine mandato nel 1985. La Regione incredibilmente richiede la variante di piano in dispregio alle norme urbanistiche. Invece di resistere - come del resto in precedenza fatto con successo in altri casi da parte delò'Amministrazione Comunale, in Comune si decide di dare retta alla Regione e di fare la variante richiesta. Tre anni. La Popolare non aspetta, le esigenze premono. Se ne va a Berbenno. 200 posti di lavoro salutano Sondrio. Salta una sala Congressi che sarebbe stata la manna per la città, senza oneri per il Comune.

Nel novero del piano-processo rientrano anche altri aspetti indubbiamente di valenza urbanistica quali ad esempio l'intervento sui Palazzo Sertoli, Paribelli, Giaccone e, attiguo, Sassi; il golf fluviale (approvato e primo intervento finanziato); il Piano di piste ciclabili e percorsi protetti per 28 km (terzo premio nazionale), con realizzazione iniziata; il Piano del verde: il Piano dei parcheggi, sotterranei e in superficie, la pista di sci di fondo con innevamento artificiale, prima al mondo, inaugurata dalle nazionali alchile e femminile. Ovviamente aggiungasi il Concorso per il centro.

La cosa importante è che tutti questi interventi avvenivano nel quadro di un unico disegno complessivo, sorretto da approfondite relazioni di base, fermi il ruolo di epicentro d'una regione alpina di grande valenza turistica e, internamente il principio della conservazione del baricentro delle funzioni. Opportuno far presente che con i canoni dell'urbanistica tradizionale si sarebbe potuto fare poco, anzi pochissimo.

1.3 - Vent'anni dopo, metodologia analoga

Vent'anni dopo la legislazione cambia, finalmente mandando in pensione la benemerita legge 1150 del 1942, ripetutamente modificata, prima a Roma e poi a Milano. Si cambia. Il Piano Regolatore Generale, strumento obsoleto, lascia il posto al Piano di Governo del Territorio. Di fatto analogia metodologica con quello che in Comune di Sondrio, inventando ex novo, si faceva, appunto, vent'anni prima.

Questa la ragione di fondo di questo lungo raccontare e dissertare. Scavare, studiare quegli anni aiuta a risolvere i problemi che la nuova Amministrazione si troverà sul tavolo. Problemi territoriali ma non solo perché prima di calarsi nel e sul territorio occorrerà precisare quale è la Sondrio che si vuole.

1.4 - Prima cosa PENSARE

Nel Piano Regolatore del 1970/73 il quadro di riferimento, letto non proprio da molti, aveva una signora firma. Il Sindaco Venosta dopo un tentativo "casalingo" che pure aveva visto impegnati lui, il vice Sirtori, Duico e, a latere, qualcuno di noi, aveva compreso che la via da seguire era quella dell'innovazione, anche nello staff progettuale: lo Studio Eura, dimostratosi all'altezza già con i primi prodotti: lo studio del Campus e il Piano di Edilizia Economica e Popolare (PEEP di Via Maffei). La signora firma di cui sopra, in calce all'analisi economica, era quella del prof. Luigi Frey il cui saggio è stato definito "tuttora attuale " da chi, occupandosi degli Stati Generali, se l'era andato a leggere.

Torniamo al PGT. Richiede a) il documento di piano; b) il piano dei servizi; c) il piano delle regole.

Il pensare è indispensabile, ma bisogna sapere per cosa, e allora vediamo come deve essere il documento di piano anche dopo le recenti modifiche alla legge 12 introdotte dalla legge regionale 4/2008

1.5 - PENSARE, ma per cosa? Il documento di piano

1.5. 1 - Il documento di piano, definisce:

1.5.1.a - il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune…

1.5.1.b - il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l'assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo, ivi compresi le fasce di rispetto ed i corridoi per i tracciati degli elettrodotti;

(lettera così modificata dalla

1.5.1. c - l'assetto geologico, idrogeologico e sismico

1.5.2. - Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il documento di piano:

1.5.2.a - individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale…

1.5.2.b - determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l'utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, ambientali ed energetiche, della definizione dell'assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale;

1.5.2. c - determina, …, il fabbisogno per la residenza … le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, ..;

1.5.2.d - dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione, anche in relazione agli effetti indotti sul territorio contiguo;

1.5.2.e - individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva;

1.5.2.e-bis - individua, ( recupero)…

1.5.2. e-ter - (nomadi)…

1.5.2. e-quater - individua i principali elementi caratterizzanti il paesaggio ed il territorio…

1.5.2.f - determina le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale e la eventuale proposizione, a tali livelli, di obiettivi di interesse comunale;

1.5.2.g - definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione.

1.6 - Le scelte: i futuribili

Le scelte non sono certo appaltabili ai tecnici. Sono prerogativa, e dovere, degli amministratori ma la legge prevede che al processo partecipino anche i cittadini che lo vogliono. Si tratta di definire i futuribili, cioè i futuri possibili di Sondrio. Prima cosa occorre porsi il problema dello scenario nel quale si vuole collocare Sondrio. Già operando a livello odierno vi sono alcune considerazioni fa dare.

La pur meritoria opera di recupero del Teatro (SOCIALE! IL PEDRETTI É STATO VENDUTO, NON C' É PI Ù! Perché continuare a chiamarlo col vecchio nome e non con quello originario?) con le altre opere previste rischia si essere un'operazione di cosmesi, sia pure di cosmesi ad altro livello, se il Comune non la integra. Il progetto Crotti vincitore del Concorso per il centro bandito dal Comune un quarto di secolo fa, con il terzo volume a nord della piazza di grande valenza architettonica, con l'ampliamento laterale di Palazzo Lambertenghi, con il cilindro di cristallo dava ben altro respiro.

A questo si aggiunga l'idea dell'arch. Stefanelli della Galleria in Corso Italia e la soluzione "urbanistica" proposta dall'allora Sindaco per quanto riguarda "il sotto-piazza" con penetrazione da Via Caimi, uscita su Via Alessi, box e park.

Ha prevalso in Comune una pur legittima scelta di conservazione "dei luoghi della memoria", la Piazza com'è sempre stata privilegiando l'elemento storico-estetico. In realtà però non è così. Si privilegia il corpo, non quello che conta e cioè l'anima. La piazza era viva, oggi è quasi morta. Gli interi fronti nord ed est nonché parte di quello est erano abitati. Oggi, albergo a parte, è "City" e poco possono fare gli stessi esercizi pubblici anche se verranno affiancati dal bar del Posta aperto sulla piazza.

Pensiamo a Piazza Campello. Il progetto Crotti trattava molto bene la parete della Collegiata con il nartece e una sorta di sagrato laterale a verde. Non è di questo che vogliamo parlare. Siamo in condominio fra "City" e parte viva, mentre meglio stiamo in Corso Italia ove la "City" è rappresentata soltanto dall'edificio comunale che però ha una chanche notevole, quella che era stata ideata all'inizio e perseguita dall'Amministrazione successiva, ossia la sala mostre, pensata per rassegne di ogni tipo a gettito continuo per polarizzare flussi al contrario di oggi, mortorio permanente dopo le 17, il sabato e i giorni festivi. Le soluzioni funzionali avrebbero potuto andare da un'altra parte, ma questo avrebbe richiesto un pensiero di secondo livello, al piano di sopra, quello che solo può evitare l'ulteriore aggravarsi di un già grave declino del centro, ora finalmente - meglio tardi che mai - da tutti riconosciuto (ma da qualcuno trattabile con pannicelli caldi).

Considerazioni che riflettono la primaria esigenza della città, quella di avere un centro degno di questo nome, esigenza che a suo tempo aveva portato a indire un Concorso con ampia partecipazione lombarda.

E c'è anche, in termini strategici, la questione del Polo Tecnologico. Abbiamo sentito tempo fa qualcuno sostenere che il Comune aveva fatto tutto quello che doveva fare. Questo è vero solo nell'ipotesi che alla frase si aggiunga "per quanto attiene alla disciplina urbanistica". Il Comune ha infatti approvato un piano urbanistico con il quadro allegato di obbligazioni da parte di chi interverrà. Una condizione cioè necessaria ma, come si dice in geometria, non sufficiente La maggior parte della strada è ancora da fare con precisi ruoli per il Comune sia pure unitamente a Provincia, CCIAA, BIM per un verso e dei privati per l'altro. Un solo accenno infine alle sinergie, di cui ci sarà occasione di parlare ma per le quali, se non si vuol pregiudicare i risultati, un bel tacer non fu mai scritto, Abbiamo carte solide in proposito.

Innovazione, anche se non si esaurisce solo in questo settore, vuol dire oggi per tutti o quasi - siamo andati avanti - Politec ma se si guarda avanti una domanda nasce: che ci stanno a dare da una parte Politec e dall'altra SEV?

Torniamo agli scenari.

1.7 - Gli scenari

Innanzitutto una riflessione veramente prioritaria, interrogandoci su quale deve essere il ruolo di Sondrio, sempre che si abbia l'ambizione di volare alto in modo adeguato alle potenzialità che ci sono abbandonando il piccolo cabotaggio, tentazione fortissima per molti.

1.7.1 - Scenario temporale. Il vecchio PRG, sia pure medicato e incerottato ha retto per oltre 30 anni. Il PGT ha una validità virtuale di 5 anni, virtuale in quanto può essere modificato in qualsiasi momento (era uno dei pregi dei P.I.O. di sondriese memoria!). La logica che deve presiedervi è la stessa che nel 1980 faceva pensare al 2000. 15-20 anni sono la proiezione nel futuro.

1.7.2.- Scenario di contesto. La provincia, regione alpina, deve essere quadro ma non può essere scenario operativo di riferimento. Questo è la zona compresa tra Aprica-Teglio e Berbenno portando una serie di elementi-base a sistema recuperando alla visione coordinata anche un sinora estraneo Parco delle Orobie praticamente inesistente per la città di Sondrio (e viceversa).

1.7.3.- Fattori esterni. Due. Per uno ripetiamo un bel tacer non fu mai scritto. Parlarne significherebbe aprire una querelle, in definitiva non farne niente per cui cosa saggia e il rinvio a tempo debito. L'altro è l'EXPO 2015. Siamo stati i primi, allora gli unici, a crederci intravvedendo le possibilità per Sondrio. Non quelle , come emerso in questi giorni, di sedersi, ultime file, al banchetto per avere almeno le briciole (che pure non si disdegnano). Ben altro ci vuole. Sondrio ha le potenzialità per essere sì anche al banchetto, e non alle ultime file, ma soprattutto nel pensatoio e alla direzione del cantiere. E in questa logica deve progettare il suo futuro pensando, come stanno facendo a Milano al 2015 ma on un quadro ben più lontano nel tempo.

1.7.4.- Fattori interni. Ne abbiamo uno, fortissimo, tale da chiamarsi "FATTORE F". Fattore da cervelloni. Fattore da grandissimo rilancio di Sondrio. Qui non basta neppure dire un bel tacer non fu mai scritto, occorre il bavaglio, e non solo per evitare quanto abbiano detto avanti con il rinvio a tempo debito. ma anche per evitare di ingolosire qualcuno con le negative conseguenze del caso.

1.7.5.- Metodologia. Stavolta è la legge che prevede la partecipazione dei cittadini, preoccupazione che l'Amministrazione non ebbe in occasione della variante generale del 2000, salvo alcuni passaggi sostanzialmente formali. La cultura si faccia avanti. Chi ha da dire qualcosa lo faccia. Possibilmente però cercando di volare alto.

Quanto alle risposte specifiche tocca agli amministratori, possibilmente nel quadro indicato.

• 2 - Ambiente, perseguirne la qualità passa attraverso la tutela a tutto campo del territorio. Pensate che il teleriscaldamento della città sia una scelta da perseguire e con quale fonte di alimentazione: fossile o rinnovabile?

2. La risposta richiede prioritariamente approfondimenti tecnici e tecnico-economici se non si vuol darne una di generica superficialità. Si può invece dire qualcosa in merito alla metodologia. Semplice, basta riprendere quel che dicevamo al tempo delle polemiche.

2.1 - Come procedere? Visto che ci sono esempi i più vari in Italia, un modo vale l'altro.

2.2 - Quando procedere? Fatti i conti se il risultato è positivo si fa, sennò non si fa.

2.3 Fonte. Non sarebbe male abbinarlo al ghiaccio…

• 3 - Servizi ai cittadini a costi inferiori: l' efficienza della azienda multiservizi municipale per ridurre il costo dei servizi per i cittadini si ottiene anche con la crescita dimensionale. Pensate che sia strategica l'evoluzione dell'ASM alla dimensione provinciale con la gestione integrata di energia, acque e rifiuti? Ritenete che il processo di privatizzazione dell'ASM debba proseguire fino al suo compimento?

3. - La risposta, anche qui, richiede prioritariamente approfondimenti tecnici e tecnico-economici se non si vuol darne una di generica superficialità. Chi scrive a suo tempo aveva inutilmente proposto una integrazione tra le cinque aziende operanti in provincia (Chiavenna. Morbegno, Sondrio, Tirano, Valdisotto, allora ancora comunale) e con una sorta di joint-venture con AEM. Questo nel settore elettrico. Per le caratteristiche della provincia e per la situazione attuale ritengo non realistico, e probabilmente non produttivo, che sia un solo soggetto ad occuparsi di energia, acque e rifiuti. Per quanto concerne la privatizzazione agli inevitabili dubbi si contrappone la necessità di evitare condizionamenti o interferenze che intervengano sui piani industriali e sulle attività di gestione della società.

Alberto Frizziero (2 - continua)

(x) La prima puntata - con il messaggio e i quesiti - è stata pubblicata sul n. 9 all'indirizzo http://www.gazzettadisondrio.it/15296-comunali_sondrio__13___vivi_le_val...

Dato che le considerazioni svolte hanno sostanzialmente il carattere di "appunti", la terza puntata sarà il contributo sistematico secondo spirito e lettera della legge alla formazione del Documento di piano

Alberto Frizziero (2 - continua)
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