09 11 10 QUEL GIORNO, IL 9 NOVEMBRE DEL 1989, VENT'ANNI OR SONO, QUANDO CROLLAVA IL MURO, QUANTA ALLEGRIA E SPERANZA PER UN MONDO MIGLIORE!
All'improvviso, si sparse la voce. Non ricordo se per TV o per strada, il 9 novembre 1989, capimmo che il famoso muro della divisione tra le due Germanie (Est-Ovest) era definitivamente caduto. Un evento storico, che ha cambiato il destino non solo della città, fino ad allora divisa tra est e ovest, della Germania, ma dell'Europa e del mondo intero. Per festeggiare il ventesimo anniversario, a Berlino si stanno svolgendo numerosi eventi tra cui mostre e attività commemorative: tra cui quelle dei principali musei come l'Haus am Checkpoint Charlie, il museo di storia, il Karlshorst, lo Stasi, il GDR . Inoltre, i palazzi governativi, le ambasciate e i nuovi edifici sono proprie opere d'arte da visitare, a testimonianza dei cambiamenti architettonici avvenuti a Berlino dalla caduta del Muro. Il progetto si chiama 'On the spot - Twenty Years of Berlin in transformation' e vi sono in corso anche concerti e vernissage. Tra queste vi è una mostra all'aperto in Alexanderplatz, 'Peaceful revolution 1989-90', ricorda le proteste della primavera dell''89 organizzate dagli attivisti per i diritti civili, che portarono alla caduta del Muro di Berlino nell'autunno dello stesso anno. La mostra raccoglie documenti, filmati, immagini e sono previsti alcuni tour nei luoghi più significativi, tra cui la linea del Muro toccando il celebre Checkpoint Charlie, la Porta di Brandeburgo, Postdamer Platz e l'ex quartiere generale delle SS. Poi il museo di storia ha inaugurato una mostra di opere realizzate nel periodo in cui la Germania era divisa e che si concluderà nel gennaio del 2010. Alla Max Liebermann Haus ve n'è una fotografica sui momenti più salienti di quel 1989, quando i berlinesi scavalcarono il Muro. A livello mondiale , entro il 9 novembre si sono nconclusi i festeggiamenti del ventesimo anniversario con un megaevento, il Festival della Porta di Brandeburgo, con un concerto con star di livello internazionale, tra cui gli U2. Per l'occasione, i bambini berlinesi hanno costruito gigantesche pedine di plastica come quelle del domino, alte più di un metro, che rappresentano i blocchi del Muro. Pedine allineate sui due lati della Porta di Brandeburgo, lungo una linea di 2 km su cui una volta correva il Muro che divideva in due la città. Il Muro simbolico è crollato con effetto domino con il via dato dal leader di Solidarnosc. Per chi è giovane e nell'89 non ha assistito all'evento, sui maxischermi nella piazza erano proiettati filmati storici. Non sono mancati i fuochi d'artificio a illuminare la notte berlinese.
Che cos'era il Muro?
Il Muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer), eretto dal regime comunista della Germania Est , era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro. La sua demolizione avvenne il 9 novembre 1989, a causa della sua inutilità, dopo lo sventramento (avvenuto il 23 agosto 1989) della Cortina di Ferro da parte dell'Ungheria e del successivo esodo di tedeschi dalla DDR (a partire dall'11 settembre dello stesso anno). Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali, furono uccise, dalle guardie comuniste della Repubblica Democratica Tedesca, almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest.
Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell'Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto.
La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.
Qual'era l'obiettivo del Muro?
« L'obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anticarro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine.
Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. »(Da: Viktor Suvorov, L'ombra della Vittoria capitolo 7)
Libri, film e link per saperne di più e non dimenticare
Link
www.berlin.de/mauer/index.it.html
www.chronikderwende.de/english
www.viaggio-in-germania.de/muro-berlino.html
home.arcor.de/madeingdr/gdrsite/vereine/index2.htm
www.goethe.de/ges/pok/dos/dos/mau/itindex.htm
www.die-berliner-mauer.de/en/index.html
www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=438
www.calvin.edu/academic/cas/gpa/gdrmain.htm
Libri
Berlin di Eraldo Affinati
Rizzoli, € 17
Berlino: piccolo manuale di viabilità letteraria di Elena Agazzi
Unicopli, € 12
Berlino: un viaggio letterario di Flavia Arzeni
Sellerio, € 14,46
Tutti pazzi per Berlino di Piero Badaloni
Sperling & Kupfer, 2007, € 17
Caduti dal Muro di Tito Barbini e Paolo Ciampi
Vallecchi, 2009, € 12
Alexanderplatz: da Berlino all'Europa tedesca di Carlo Bastasin
Feltrinelli, 1996 (Fuori commercio)
La Germania divisa (1945-1990) di Fabio Bertini e Antonio Missiroli
Giunti, 1994, € 8,50
1989: la fine del Novecento di Enzo Bettiza
Mondadori, € 18
Guerra fredda, guerra di spie di Giorgio Boatti
Giunti, 1996 (fuori commercio)
C'era una volta la Guerra Fredda di Giorgio Boatti
Baldini & Castoldi, € 10,33
La nuova Germania: società, istituzioni, cultura politica dopo la riunificazione
a cura di Elia Bosco - Angeli, 2001, € 40
Eroi come noi di Thomas Brussig
Mondadori, 1999, € 12,39
In fondo al Viale del Sole di Thomas Brussig
Mondadori, 2001, € 11,40
Alba di guerra fredda: all'origine delle due Germanie di Lucio Caracciolo
Laterza, 1986
Dalle due Germanie alla Germania unita di Enzo Collotti
Einaudi, 1992 (fuori commercio)
I graffiti perduti di Berlino di Costanzo Costantini
Gremese, 2009, € 19,50
Gioco a Berlino di Len Deighton
Rizzoli, 1988 (fuori commercio)
Non si può dividere il cielo di Gianluca Falanga
Carocci, 2009 € 22,50
Il Muro intorno di Julia Franck
Le Lettere, 2006 € 18,50
Storia della Germania (1918-1990): la nazione divisa di Mary Fulbrook
A. Mondadori, (fuori commercio)
C'era una volta la Ddr di Anna Funder
Feltrinelli, € 15
La lunga notte di Berlino di Buddy Giovinazzo
Meridiano zero, 2007, € 15
È una lunga storia di Günter Grass
Einaudi, € 12
Ritorno a Berlino di Lilli Gruber e Paolo Borella
Rizzoli, € 20
La caduta del Muro di Olivier Guez e Jean Gonin
Bompiani, 2009, € 21,50
Con tanto, tanto affetto di Barbara Honigmann
Marsilio, 2002, € 13
Salam Berlino di Yadé Kara
e/o, 2005, € 15,50
Goodbye Ddr di Guido Knopp
Hobby & Work, 2006, € 12
L'agnello cattivo di Katja Lange-Müller
Neri Pozza, 2008, € 15
La spia che venne dal freddo di John Le Carré
Mondadori, 1997 € 8,80
Il crollo: la crisi del comunismo e la fine della Germania Est di Charles S. Maier
Il Mulino, 1999 € 25,80
La mia Berlino di Monika Maron
Bollati Boringhieri, € 14
La questione tedesca: le due Germanie dalla divisione all'unità [1945-1990] di Antonio Missiroli
Ponte alle Grazie, € 15,50
Berlino di Alessandra Montrucchio
Feltrinelli, 2007, € 12,50
Germania, Germania: dalla notte del Muro alla riunificazione di Massimo Nava
Mondadori, 1990 (fuori commercio)
Oggetti da Berlino di Michael Pye
Marco Tropea, 2007, € 18,50
Il Muro di Berlino di Francesco Radice
Sistema Editoriale SE-NO, € 7,74
I Berlinesi di Sven Regener
Elliot, 2009 € 16,50
Berlino: storia di una metropoli di Alexandra Richie
Mondadori, 2003, € 43
Capire la Germania: un diario ragionato sulla questione tedesca di Gian Enrico Rusconi
Il Mulino, 1990, (fuori commercio)
Berlino: la reinvenzione della Germania di G. Enrico Rusconi
Laterza, € 8
Storia della Germania di Hagen Schulze
Donzelli, 2001, € 25,80
Vite nuove di Ingo Schulze
Feltrinelli, € 22
Semplici storie di Ingo Schulze
Feltrinelli, € 9,50
Germania: il trauma di una nazione: riflessioni 1938-2001 di Gitta Sereny
Rizzoli, € 20,50
Il tunnel della libertà. 123 metri sotto il Muro di Berlino di Ellen Sesta
Garzanti, € 14
Berlino di Ales Steger
Zandonai, 2009, € 125
La Germania dalla divisione all'unificazione di Jürgen K. A. Thomaneck
Il Mulino, 2005, € 10,50
La notte di San Giovanni di Timm Uwe
Le Lettere, 2007, € 20
Grande storia della Germania: un lungo cammino verso Occidente di Heinrich August Winkler
Donzelli, 2004, € 64,50
Il cielo diviso di Christa Wolf
Edizioni e/o, 1989, € 8,50
Gestapo rossa. Italiani nelle prigioni della Germania dell'Est di Bruno Zoratto
SugarCo, 1992 (fuori commercio)
Film
Oggi a Berlino
Piero Vivarelli - Drammatico
Erina Torelli, Helmut Griem
Italia, 1961, 91 min.
Uno, due, tre (One, two, three)
Billy Wilder - Commedia
Horst Buchholz, Pamela Tiffin, James Cagney
Usa, 1961, 108 min.
Il Muro della paura (Escape from East Berlin)
Robert Siodmark - Drammatico
Don Murray
Usa, 1962, 94 min.
La spia che venne dal freddo (The Spy Who Came in from the Cold)
Martin Ritt - Spionaggio
Richard Burton
Gran Bretagna, 1965, 112 min.
Funerale a Berlino (Funeral in Berlin)
Guy Hamilton - Spionaggio
Michael Caine, Eva Renzi
Gran Bretagna, 1966, 102 min.
Heimat 1, 2, 3
Edgar Rietz - Drammatico
Henry Arnold
Germania, 1984-2004 (30 film)
Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin)
Wim Wenders - Drammatico
Bruno Ganz, Peter Falk, Solveig Dommartin
Germania, 1987, 130 min.
Quella Trabant venuta dall'Est (Go Trabi Go)
Peter Timm - Commedia
Wolfgang Stumpf, Claudia Schmutzler, Marie Gruber
Germania, 1991, 92 min.
Così lontano così vicino (In weiter Ferne, so nah!)
Wim Wenders - Drammatico
Horst Buchholz, Nastassja Kinski, Bruno Ganz, Peter Falk
Germania, 1993,
Deutschlandspiel
Hans-Christoph Blumenberg - Documentario
Peter Ustinov
Germania, 2000, 178 min. (inedito in Italia)
Il silenzio dopo lo sparo (Die Stille nach dem Schuß)
Volker Schlondorff - Drammatico
Martin Wuttke, Bibiana Beglau, Nadia Uhl
Germania, 2000, 104 min.
Goodbye, Lenin!
Wolfgang Becker - Commedia
Katrin Sass, Daniel Bruhl
Germania, 2003, 118 min.
Il tunnel della libertà
Enzo Monteleone - Film tv
Paolo Briguglia, Kim Rossi Stuart
Italia, 2004
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen)
Florian Henckel von Donnersmarck - Drammatico
Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch
Germania, 2006, 137 min.
Tough enough (Knallhart)
Detlev Buck - Drammatico
Jenny Elvers-Elbertzhagen, David Kross,
Germania, 2006, 98 min.
Oggi, una donna dell'Est, Angela Merkel, governa la Germania riunificata.
Ultimamente, Angela Merkel come cancelliere tedesco ha parlato al Congresso americano. Prima di lei solo Konrad Adenauer ebbe questo onore. E' la nona donna che ha parlato al Congresso americano dal dopoguerra. Un tributo che la pone a fianco delle grandi figure femminili della politica internazionale. Prima di lei sul più alto scranno della Camera erano salite tra le altre Margaret Thatcher, Benazir Butto, Violeta Chamorro ed Elisabetta II d'Inghilterra, quest'ultima nel 1991. L'ultimo tedesco a parlare alle Camere riunite fu invece il presidente Richard von Weizsacker, nell'aprile del 1992. Angela ha raccontato che quel giorno di vent'anni fa si stava concedendo una sauna mentre migliaia di suoi concittadini di Berlino est cercavano di scavalcare il Muro. Lo ha ricordato lei stessa in un'intervista concessa ai giornalisti di Figaro, Guardian e New York Times. ''Sapevo che sarebbe successo qualcosa di importante ed avevo sentito l'annuncio in tv sul fatto che sarebbero stati aperti i confini'' A quell'epoca aveva 35 anni e lavorava come ricercatrice scientifica nella Germania comunista. ''Ma era giovedì e il giovedì era il mio giorno di sauna e così andai lì''. Dopo il bagno di vapore andò a bere una birra insieme ad un amico e solo dopo, usciti dal bar, si ritrovarono in mezzo alla folla che si recava in massa verso Berlino ovest. Ha poi raccontato di aver preso parte ai festeggiamenti, ma di essere tornata casa, pensando che tanto ''il muro sarebbe stato aperto anche la mattina dopo''. La prima cosa che fece il giorno seguente fu andare insieme alla sorella nel grande magazzino KaDeWe dall'altra parte della città, simbolo del consumismo occidentale. ''Non sono mai stata un'attivista anti-comunista'', ha detto ancora il Cancelliere, che si diede alla politica entrando nella CDU nel 1990, guadagnandosi un seggio in Parlamento. ''Ma fin da bambina ero cresciuta sviluppando un forte senso critico nei confronti del sistema''. Fra i ricordi del passato, anche la prima volta in cui ha potuto comprare in un supermercato il parmigiano italiano e la frutta tropicale, ma anche l'arroganza di molti tedeschi dell'ovest. ''Rimasi scioccata quando Otto Schilly, un politico dell'ovest, disse di noi che andavamo dall'altra parte alla ricerca di banane. ''Quella arroganza si può vedere ancora oggi da parte di quelli nati e cresciuti ad ovest". La figlia del pastore cresciuta oltre il Muro il suo posto nella Storia lo ha già conquistato. Con la sua biografia di donna venuta dall'Est comunista, protestante, divorziata e senza figli, la Cancelliera ha cambiato per sempre il partito cristiano-democratico e il paesaggio della politica tedesca. Ella ha al suo attivo una volontà di ferro e una determinazione capace anche di calcolo e freddezza: «Non ci ho creduto per molto tempo - ammette - ma in definitiva per vincere non si devono rispettare le regole del gioco».
Le sue origini
Angela Dorothea Kasner nasce ad Amburgo nel 1954, lo stesso anno in cui suo padre, il pastore protestante Horst Kasner, mosso da ardore missionario, decide di trasferirsi con la sua nuova famiglia a Est, nella Ddr del socialismo reale. Una scelta che segnerà la sua vita: sin da piccola, Angela deve imparare che solo facendo meglio degli altri, sempre e in ogni campo, potrà avanzare in un Paese dove i preti e le loro famiglie vengono regolarmente discriminati. Il consiglio del genitore si rivela prezioso: sarà sempre la prima, a scuola come fra i pionieri socialisti. Potrà studiare fisica a Lipsia, prendere il dottorato a Berlino con una tesi sulle «Costanti di velocità nelle reazioni elementari dei carboidrati semplici» e trovare un lavoro da ricercatrice alla prestigiosa Accademia delle Scienze.
LA POLITICA - La sera del 9 novembre 1989, quando si diffondono le voci sulla caduta del Muro e Berlino è al colmo dell' eccitazione, ma come tutte le settimane, va alla sauna con un' amica. Soltanto a tarda notte farà un giro nel settore occidentale, tornando però subito indietro perché l' indomani deve «alzarsi presto». Anche nei mesi precedenti, scanditi dalle dimostrazioni di piazza contro il regime comunista, il suo interesse per la politica è stato limitato. Il virus la contagia in dicembre, quando aderisce prima a Rivolta democratica, uno dei primi partiti d' opposizione. Passa poi a Rinascita democratica, la Cdu dell' Est guidata da un musicologo amico del padre, Lothar de Maizière, che vince le prime e ultime elezioni democratiche della Ddr: Angela diventa la voce del suo governo. Helmut Kohl nota «das Mädchen», la ragazza durante i negoziati per la riunificazione. La vuole subito deputato e ministro per la Famiglia. Nel 1994 la promuove all' Ambiente. Non la fermerà più nessuno.
L' AMORE - A 23 anni, vestita di blu, Angela Kasner sposa nella chiesetta protestante di Templin il suo collega di studi Ulrich Merkel. E' il 1977. Il matrimonio dura appena quattro anni, il divorzio arriva nel 1982. Ma il cognome le rimarrà per la vita. Dopo la separazione, i falsi amici che la spiano riferiscono alla Stasi di aver visto diversi uomini lasciare al mattino l' appartamento di Angela, salutati sull' uscio da lei ancora in vestaglia. Il vero amore arriva alla metà degli Anni Ottanta: è il consigliere accademico del suo dottorato, il professore Joachim Sauer, chimico di fama mondiale. Vivono insieme, more uxorio, per oltre 17 anni. Si sposano solo nel 1998 per mettere fine ai brontolii crescenti nella Cdu e alle pubbliche lamentele di un cardinale conservatore per quell' unione sacrilega. Sauer nella vita pubblica è un' ombra. Appare al fianco della moglie solo una volta l' anno, in luglio al festival wagneriano di Bayreuth. Per questo è stato ribattezzato «il fantasma dell' opera».
LE FRASI FAMOSE - Al Congresso di Dortmund, ha colpito positivamente la sua citazione da Saint Exupéry: «Se vuoi costruire navi, non metterti a raccogliere legna e tagliar tavole, ma cerca di risvegliare nelle persone la nostalgia del grande mare». In campagna elettorale, il suo refrain più efficace è stato: «Non farò mai promesse che non sono in grado di mantenere, io vi dico prima del voto ciò che farò dopo». Il suo passato nella Ddr, l' ombra della Stasi onnipresente hanno sicuramente contribuito a mettere Angela Merkel perennemente in guardia: «Io sono sempre stata diffidente e questo mi ha molto aiutato nella vita».
LA CURIOSITA' - Angela Merkel comprò il suo primo single dei Beatles, Yellow Submarine, a Mosca, nel 1970. Era in viaggio premio per aver vinto le Olimpiadi della lingua russa (Cfr.: Valentino Paolo, Corriere della Sera, 18 settembre 2005)
2009 Vent'anni dopo: la delusione dell'est
I rancori dei disoccupati dell'ex Ddr. I cliché dell'Ovest. Ma anche il giudizio sul regime e gli atout della Merkel. La Germania di oggi vista da un italo-tedesco d'eccezione: il direttore di «Die Zeit» Giovanni Di Lorenzo( Cfr.: Intervista di Elisabetta Burba a Giovanni Di Lorenzo, Direttore di «Die Zeit»).
DOMANDE & RISPOSTE
A 20 anni dalla caduta, che cosa è rimasto del Muro nella psiche nazionale tedesca?
Dopo il 1989 il Muro è stato fisicamente spianato. E questo secondo me è stato un grave errore. Per abbattere il Muro nell'animo delle persone sarebbe stato molto meglio salvaguardarlo materialmente. Quando amici o colleghi italiani vengono a Berlino e mi chiedono di vedere dove fosse, è difficile mo¬strare loro qualcosa. Tranne pochissime eccezioni, di quella barriera che divise la città per 28 anni è rimasta solo una linea blu sul selciato. Abbatterlo è stato quasi come anestetizzare la memoria collettiva. Il risultato invece è che il Muro è rimasto nelle menti dei tedeschi, soprattutto nelle zone in cui c'è molto scontento sociale, in particolar modo a Est.
Intende dire che è stato un errore abbattere anche il welfare della Ddr?
Più che il welfare, è stato un errore abbattere quello che era la Germania Est. Chiunque aveva un lavoro, magari poco rilevante, ma che gli permetteva di avere una vita sociale, progettata dalla culla alla bara. Adesso, sebbene il welfare della nuova Germania sia ancora molto buono paragonato a quello di tanti Paesi, quella vita sociale è venuta a mancare.
Più che la mancanza di soldi e assistenza, quindi, il problema di tanti tedeschi dell'Est è la scomparsa del loro ruolo nella società?
Sì. Diciamo che c'è anche un problema di dignità. È molto più dignitoso avere un lavoro, che dipendere dall'assistenza sociale.
E nella Germania Ovest, che cosa è rimasto del Muro?
Forse certi pregiudizi di un tempo. Cose stupide, come che i tedeschi dell'ex Ddr si lamentano sempre o sono poco efficienti. Ma si tratta di cliché che stanno sparendo: fra i giovani per fortuna non ci sono più.
Il Muro, dunque, sopravvive molto più nella testa della gente dell'Est che in quella dell'Ovest.
Sì. Ho vissuto per anni, e ho ancora casa, a Berlino Est. E devo dire che ancora oggi non c'è molto scambio fra i quartieri orientali e quelli occidentali. È vero che Berlino è una città grande, ma, comunque, gli abitanti dell'Est vanno molto di rado all'Ovest.
E quelli di Berlino Ovest vanno a Berlino Est?
Poco. Non c'è grande curiosità.
Perché?
Perché i punti di riferimento rimangono quelli che si conoscono. Penso che sia una naturale propensione dell'uomo quella che lo porta a rifugiarsi in ciò che conosce. È una questione antropologica.
Per la gente della Ddr la scomparsa di punto in bianco del proprio paese dev'essere stata traumatica.
Assolutamente. Se oggi chiedo ai miei amici giovani dell'Est di mostrarmi quello che era il loro mondo, non sanno cosa indicarmi. Non è rimasto niente. È stata fatta tabula rasa.
Vent'anni dopo, qual è il giudizio storico sulla Ddr?
Innanzitutto occorre dire che il fatto che sia esistita non è stata una scelta di popolo. È stata imposta dalla contingenza storica. E, per quelli che non sono fuggiti, non è stata una scelta neanche il fatto di restare a Est. Per citare Theodore Adorno (il filosofo tedesco, ndr) è difficile trovare la vita giusta in quella sbagliata. Diciamo che l'impostazione generale del sistema era tutta sbagliata. Poi ogni persona era costretta a trovarsi la sua vita giusta.
Non c'era proprio niente di buono? E il teatro, la ricerca scientifica, la musica, le università?
Certo che c'erano aspetti positivi. Ed è vero che nella Ddr esisteva una certa vita intellettuale. Ma erano tutti aspetti che si erano sviluppati nonostante il sistema, non grazie al sistema. Non ho mai sostenuto che la Ddr fosse un Paese di stupidi, ma era il principio a essere sbagliato. Per fare un paragone con l'Italia, mio padre mi raccontava che sotto il fascismo i treni arrivavano in orario. E allora? Questi sono dettagli, che non tolgono nulla alla condanna storica del regime.
Eppure parecchi tedeschi dell'Est (secondo alcuni sondaggi fino al 49 per cento) ritengono che la Ddr avesse più lati positivi che negativi…
Come ho già detto, i nostalgici veri e propri sono una esigua minoranza. C'è invece tutta una fascia di popolazione delusa e amareggiata. Per una persona che si trova senza più un lavoro e senza il proprio contesto sociale, è inevitabile idealizzare il passato. È anche vero, poi, che con il passare del tempo si tende a rimuovere gli aspetti negativi del passato. Ma resta il fatto innegabile che la Germania orientale era un brutale stato di polizia.
Ha avuto esperienze dirette?
Io nella Ddr arrivai tardi. Era il 1988 e ci andai per fare un servizio sulla ribellione giovanile. Arrivato lì, per prima cosa ero stato affidato a un accompagnatore che mi faceva vedere quello che voleva. Per sviare i controlli, avevo inventato una balla, dicendo che volevo raccontare il lavoro del partito con i giovani. Il mio accompagnatore mi portava in giro tutto il giorno a fare visite ufficiali. Ma poiché aveva tre bambini piccoli, alle sette di sera crollava per la stanchezza e mi chiedeva se avevamo finito. Io dicevo di sì. Poi andavo in albergo, mi facevo una doccia fredda e, via, passavo la notte a indagare sul vero argomento del mio reportage. Toccare con mano la repressione del sistema di Berlino Est mi sconvolse. In seguito a quell'esperienza divenni anticomunista. E mi stupiva molto leggere quello che scrivevano i corrispondenti dei giornali tedeschi, a mio parere un po' acquiescenti verso il sistema. Ciò non toglie che rimasi affascinato da quel mondo. La gentilezza delle persone era commovente: se ti interessavi a loro, ti ricambiavano con una gratitudine immensa. Mi avevano incantato anche i paesini di campagna fermi nel tempo, senza le infrastrutture devastanti dei paesi occidentali. Diciamo che nella Ddr c'erano aspetti attraenti, ma restava un regime feroce, con un sistema di controllo poliziesco che avvelenava i rapporti umani. Era un sistema che arrivava al punto di dare in adozione i figli dei fuggiaschi: una mancanza di pietà che per certi versi ricordava il nazismo. D'altro canto, quando si passa da una dittatura a un'altra non ci si può aspettare molto…
E che ne è oggi dei dissidenti? Che ruolo giocano nella nuova Germania?
I rivoluzionari della Ddr sono i grandi perdenti di questa rivoluzione. Perché il Cancelliere Angela Merkel, che pure viene dalla Germania Est, non è mai stata una rivoluzionaria. Quei pochi coraggiosi che si opponevano al regime esponendosi in prima persona sono caduti nell'oblio collettivo. Di tanto in tanto rispuntano i leader più noti, ma la massa è completamente scomparsa.
A proposito di Angela Merkel, quanto ha contato nel suo successo elettorale il fatto che venisse dalla Germania orientale?
Di primo impatto sarei tentato di rispondere: «Zero». La Merkel non rivendica la sua provenienza. Non dice quasi mai: «Io, donna dell'Est». Oltretutto nella ex Ddr, con l'eccezione della Sassonia, il suo partito (la Cdu) è molto debole. È però vero che la gente, e in particolare nella Germania Ovest, è impressionata dal fatto che una donna, per giunta dell'Est, sia arrivata a un tale livello.
Le sue origini hanno dunque giocato un ruolo positivo?
A pensarci bene, sì. Ma esclusivamente per un fattore culturale. Non per un fattore politico.
Giorno della libertà
Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo. In occasione del Giorno della libertà, vengono annualmente organizzate cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obiettivamente gli effetti dannosi dei totalitarismi passati e presenti. Ma, purtroppo, ancora non è così.
Maria de Falco Marotta