PRODI SFIDA TUTTI: DOPO DI ME IL DILUVIO. E TIRA DRITTO INDIFFERENTE DI UNA SITUAZIONE QUASI CAOTICA. NON C’È INFATTI UNA SOLA FINANZIARIA,, CE NE SONO DUE. LA PRIMA È QUELLA DEI MASSIMI SISTEMI, INCOMPRENSIBILE AI PIÙ. LA SECONDA È QUELLA DELLE MI
Le due Finanziarie
Prodi sfida tutti. Prima però parliamo di quella che dovrebbe essere la Finanziaria. Non c’è infatti una sola Finanziaria,, ce ne sono due. La prima è quella delle cifre iperboliche, dei massimi sistemi, delle intese al vertice europeo, incomprensibile ai più.
La seconda è quella delle mille bolle blu, di una fantasmagoria, di un caleidoscopio, di uno spettacolo, in definitiva, incredibilmente squallido. Per dirla con Luca di Montezemolo ogni ora ce n’è una nuova. Per il Ministro dell’Economia Padoa Schioppa quello che conta è il risultato finale che sarà soddisfacente in quanto i muri portanti dell’edificio non verranno toccati. Ci sarà qualche spostamento di tramezzi. Sotto un certo aspetto ha ragione visto che lui si riferisci alla prima Finanziaria. Il “casino” più nero riguarda la seconda Finanziaria, quella dei mille provvedimenti, molti dei quali sembra fatti a casaccio, con vistosi errori, con ignoranza delle conseguenze. Di qui modifiche continue. Siamo al punto che una valanga di emendamenti sono stati persino presentati dai Ministri che la Finanziaria originale avevano approvato in Consiglio.
Oppositori sornioni (e in poole position anche…)
Gli oppositori appaiono abbastanza sornioni. Un po’ di dichiarazioni ma per il resto aspettano. Intanto che l’Unione se la veda con le grane, queste economico-finanziarie ora, quelle previdenziali dopo e con l’aggiunta di qualche nodo di politica internazionale. Tutti problemi che è bene lasciare risolvere al centro-sinistra con la sua principale stampella, la CGIL. Possono aspettare, anche perché Berlusconi ha capito di non tornare a Palazzo Chigi dove c’é già stato due volte mentre il dopo-Napolitano a questo punto gli sfruglia assai di più. Per Palazzo Chigi van bene Fini o Casini ma fra i due potrebbe anche, Bossi non in disaccordo, spuntare il valtellinese.
L’incazzatura dell’elettore comune che ha scelto l’Unione
Chi dovrebbe essere invece – scusate il termine, ma ci vuole - “incazzato nero” dovrebbe essere l’elettore comune, quello che ha votato per l’Unione. In alcune cose, molto reclamizzate, questa Finanziaria dovrebbe colpire i ricchi. Dovrebbe. Poi troveranno il sistema per non essere colpiti. (In Sardegna il Governatore Soru voleva far pagare salato i ricchi proprietari di yacht per i loro ormeggi in Sardegna. Tanti han preso e sono andati lì vicino, in Corsica. Al posto di incassare di più si é incassato di meno. Al posto di lavoro per i sardi è venuto lavoro per i Corsi).
Poi però decine di balzelli a cominciare da quello odioso del bollo che colpisce di più la povera gente. Odioso perché in teoria giustificato con il dire che chi più inquina più deve pagare dimenticando che chi ha la macchina da 15 anni e più la tiene perché non ha i soldi per cambiarla e se la cambia la cambia sempre con una macchina vecchia perché solo così ce la può fare.
Ormai sono riusciti a Roma a scontentare tutti o quasi. E’ vero che c’è stata la successiva rincorsa e non solo con i 14 milioni di €uro per gli argentini e così il voto del se, Pallaro è assicurato. Ma prima far vedere il bastone, avendo la rivolta come risposta, e allora tirar fuori la carota non concilia gli animi. La carota in questo modo non è una concessione ma una conquista ottenuta con la rivolta.
Quello comunque che non si riesce a capire come si sia andati avanti e si stia andando avanti nel modo più controproducente possibile. E veniamo a Prodi.
Prodi tira dritto.
Interrogato se per il caso-Telecom per il coinvolgimento del suo amico e consigliere economico Rovati, poi ovviamente andato a casa, sarebbe andato in Parlamento, risposte “ma siamo matti?”, facendo andare in bestia tutto il centro-sinistra che non manifestò conseguentemente una sostanziale solidarietà quando in Parlamento Prodi dovette poi andarci. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, e ci riferiamo alla terminologia. Ora chi è “impazzito” è addirittura “il Paese”. Centro-sinistra di nuovo furibondo (già a fatica si stava medicando il voto contrario in Consiglio dei Ministri del Ministro Ferrero) Centro-destra a nozze perché se il Capo del Governo arriva a dare dei matti ai quasi 60 milioni di cittadini amministrati è un gioco da ragazzi ribaltare l’accusa sul Governo. Ma non è finita perché ha parlato di “ferocia contro i tagli”, senza far mente locale su chi in quelle ore si batteva contro i tagli: Ministri del suo Governo, il sen. a vita Levi Montalcini che aveva minacciato di non votare la Finanziaria, mondi vicini alla sinistra, Scuole, Università eccetera.
Perché tira dritto?
Ci sono due ragioni. Una, indubbiamente, è caratteriale. Prodi non è Andreotti, non metabolizza, non ci ragiona su prima di prendere posizione, e in una situazione che registra temporali da tutte le parti, emerge anche un problema di tenuta, di nervi.
Non c’è solo questo. Prodi tira dritto. Sa che non può esserci il bis dell’altra volta, quando dovette consegnare le chiavi di Palazzo Chigi a D’Alema. Sa che tutti sanno che se lui le deve riconsegnare al Quirinale, o nel breve periodo o nel medio, il centro-destra la spunta e, visto l’esito del centro-sinistra, non per poco. In altri termini “dovete rassegnarvi a che io resti in sella tutta la Legislatura”, sapendo anche che non è interesse del centro-destra arrivare subito ad un redde-rationem.
Non c’è, ancora, solo questo. Prodi punta tutto sul Partito Democratico di cui ha prenotato il seggio principale, quello do leader. E’, di fatto e al di là delle dichiarazioni , un braccio di ferro quello in corso, che si interseca con la vita del Governo.
Occorrono altre puntate.
Luca Alessandrini