LEGA DI SONDRIO AL TOP IN ITALIA. LE RAGIONI. - GLI ELETTI VALTELLINESI
I numeri
E così la provincia di Sondrio è quella-leader per la Lega.
Passate in rassegna le province a maggior presenza leghista il 37,174% al Senato e il 35,866% alla Camera costituiscono il top in Italia, con il PdL rispettivamente al 29,045% e il 27,985% con un totale per Berlusconi di 63,398 e 63,851%. Gli altri: PD 21,824% e 21,608% con Italia dei Valori a 3,179% e 3,395% per un totale per Veltroni del 25,004% e del 25,004%.
UDC: 4,520% e 4,468. Bertinotti; 2,176% e 2,044%. Destra 1,154 e 1,455. Degli altri non mette conto di parlare per via delle percentuali insignificanti.
Quali gli ingredienti di simile successo?
Una piccola analisi della provincia. I valtellinesi, d'origine e di discendenza, stabilmente residenti all'estero sono più di quelli in provincia. Fra questi poi molti hanno lavorato in altri Paesi, anche per lunghi periodi. Questo ha fatto sì che l'arrivo di extracomunitari non ha mai comportato problemi di alcun tipo, men che meno per la sicurezza. Prima però, fin dall'inizio dell'Unità d'Italia specie per funzionari della Pubblica Amministrazione ma non solo, in Valtellina è arrivata una notevole immigrazione da varie parti d'Italia, molta però dal sud. Tanti poi i funzionari, i dipendenti, i medici, gli appartenenti alle Forze dell'Ordine giunti da via, fermatisi qui mettendo famiglia e partecipando alla vita sociale locale. E' anche successa una cosa che non ha certo riscontro nell'intero arco alpino, con una Giunta del capoluogo in gran parte formata da persone non originarie di Sondrio e hinterland.
Sondrio ha sempre avvertito l'aspirazione di autonomia ma ha compartecipato al processo di crescita per il Paese. Due elementi. Da un lato il contributo offerto in uomini di valore, oltre che nelle più varie discipline, al Governo del Paese. Per stare dal 1945 ad oggi: Vanoni,Valsecchi, Forte e Tremonti Ministri, Catellani Vicepresidente vicario del Senato, Tarabini, Moro, Della Briotta (anche vice del Senato), Bissi, Uggé sottosegretari, Provera Presidente Commissione Esteri Senato, Zappa Presidente Commissione Giustizia Camera, Autonomia anche bancaria con due Istituti, fortemente radicati nel territorio, nel tempo gradualmente assurti a livello di Gotha finanziario. Una provincia in definitiva dove ha sempre contato l'impegno e dove è costume privilegiare il merito.
In questo contesto è cresciuta la Lega sino al top in Italia. Una Lega - qualcuno ha detto - "dal volto umano" rispecchiato dai suoi personaggi. Provera innanzitutto, ma poi De Gianni, il neodeputato Crosio, Moltoni, Bortolotti, Soppelsa, Carabini, Sertori, Redaelli, Cerri, Zini e via via.
Non basta però.
Nessuno degli osservatori, anche dei più titolati, si è accorto del principale fattore del successo leghista. La verità è che la Lega è rimasta l'unico Partito a fortissima militanza. Per trovare un riscontro all'incredibile affollamento dell'Auditorium per il comizio di Bossi e Provera bisogna risalire al 1985 quando in occasione dei mondiali di sci il Comune organizzò una serata dedicata alla montagna con 10 famosi personaggi: Bartali, Compagnoni, Thoeni, Monti, Cassin, Cotelli ecc.
La politica era partecipazione attiva. Negli anni '70 la DC, maggioranza assoluta, in provincia aveva 106 sezioni anche in frazioni dei 78 Comuni (ad esempio Isolaccia, Premadio e Semogo in Comune di Valdidentro Valdidentro, Berbenno, Pedemonte e Polaggia in Comune di Berbenno). Ma anche nelle altre formazioni politiche la gente viveva la vita politica locale, attenta anche a quella nazionale. Si noti che una forte partecipazione attiva è il miglior antidoto a deviazioni e degrado. Una scarsa partecipazione favorisce la caduta di livello, talora anche l'inserimento di persone più interessate al bene proprio che non a quello comune, anche se fortunatamente il sistema immunitario valtellinese si è sempre rivelato molto efficiente.
I partiti tradizionali hanno gradatamente perso il rapporto con la comunità, provvedendo in qualche modo ad esso non più i Partiti ma i personaggi con una funzione pertanto di supplenza. L'esempio più calzante a questo proposito è Forza Italia che era il primo Partito in provincia ma con pochissime sezioni, forse 5 o 6, fra l'altro scarsamente funzionanti. La crisi di partecipazione aveva contagiato persino DS e Margherita. La Lega ha mantenuto questa carica, coniugandola poi con il riferimento ad un leader, ruolo non cercato ma di fatto prodottosi, da Provera nel mentre non reggevano, di fatto sparendo dalla scena, gli altri due parlamentari della prima ora leghista. E la via scelta ha pagato.
(Da notare: alle comunali di Sondrio in due/tre liste è apparsa evidente la voglia di partecipazione. Positivo).
Noblesse oblige
Si dice che noblesse oblige. Questo però vale per tutti nell'inconsueto e stravolgente scenario uscito dalle urne. Storico tonfo per la sinistra. Una parte dei suoi, quelli diciamo movimentasti, ha disertato le urne delusa dall'azione di Governo, con un'altra parte adescata dal canto della sirena Beppe Grillo cui va di diritto il Tapiro d'oro per il contributo, magari non voluto ma reale, dato al successo dei suoi avversari. Tanti altri, nel desiderio di cercare di contrastare il successo di Berlusconi, hanno votato Veltroni, mai e poi mai immaginando quale sarebbe stato il risultato della loro diserzione. Il quale Veltroni ha tentato, unica sua speranza di eventuale vittoria, di guadagnare al centro pescando invece a sinistra e al centro perdendo, soprattutto nell'ala moderata, e non solo i De Mita. Che una parte storicamente importante, ancorché scarsamente rappresentata nel voto, manchi dal Parlamento lo hanno detto in molti, compresi Tremonti e Fini. Altri ha paventato il rischio che talune istanze oggi non abbiano altro scenario che la piazza, mentre invece è possibile un'altra ipotesi, quella del formarsi nel Partito Democratico di un'ala che cerchi di instaurare un rapporto almeno con una parte della sinistra oggi soccombente.
Quanto alla maggioranza oggi ha l'occasione, fatto il mea culpa sia pure privatamente per gli errori della precedente legislatura di Governo Berlusconi, di riscattarsi. Se lo fa - solito nostro leit-motiv riferito ad entrambi gli schieramenti sei nostri commenti da molti anni in qua - ha la strada spianata per un'altra, e forse due, legislature. Se non ci riesce la palla passa a Veltroni
GLI ELETTI VALTELLINESI
E' bene attendere le comunicazioni ufficiali, sia pure basare su qu7elli che vengono chiamati "dati provvisori" in attesa della convalida da parte della Magistratura.
Ceri comunque Tremonti, Della Vedova, Crosio, Del Tenno. Possibile anche Dioli. Tutti alla Camera, Senatori niente.
GdS