HANNO COLPITO UNA CITTA' GEMELLA DI SONDRIO, MESAGNE. HANNO COLPITO, SANGUE ADOLESCENTE E QUINDI TUTTI NOI 12.5.20.39
L'ultimo bus
Le sei. Suona la sveglia. Toilette, i capelli. Colazione. Libri in cartella. Ciao, ciao... Fermata dell'autobus. Siamo a Mesagne, storica città sull'Appia Antica, quasi 28.000 abitanti, in un certo senso città 'gemella' con Sondrio. L'autobus, puntuale, arriva. Sono 7 e 35. Dove si incontrano, curioso, le Vie Palmito Togliatti e Aldo Moro inizia la Via Galanti. Al n. 1 c'é l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali. Intitolato a "F. L. MORVILLO FALCONE". Ci sono già diverse ragazze che la contano prima della campanella. E' anche aperto da pochi minuti il bar interno.
Non suona la campanella. Suona un'altra campana, è quella del De Profundis per una ragazzina 16enne, Melissa Bassi, e l'angoscia per altri/e sei raggiunti/e da una duplice esplosione. Quella dell'ordigno e quella nella mente dove le immagini, i suoni, i sentimenti di quei momenti sono già radicati nel profondo, un tormento per tutta la vita.
Un grande abbraccio
La solidarietà c'è, grande. Per i familiari della ragazza-martire. Per chi è in ospedale, per le loro famiglie. Per la scuola. Per Mesagne. Ecco, per Mesagne, città in un certo senso 'gemella' di Sondrio. Tutte e due del Associazione Rete Italiana Città Sane - OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), attivo dal 1995 con oltre 1100 città in 29 Paesi europei, attualmente impegnate su 3 temi chiave (pianificazione urbana per la salute, valutazione di impatto di salute, invecchiamento in salute). 128 le italiane con 10.934.505 di abitanti, sette le lombarde fra cui Sondrio, con Milano, Albiate (MB) Bareggio (MI) Nembro (BG) Pedrengo (BG) Seriate (BG)
Giustizia
In casi abominevoli di questo genere la tentazione di molti è quella di invocare la pena di morte. Abbiamo più volte ribadito su queste colonne, producendone le ragiopni, la contrarietò alla pena capitale. In casi come questo per un giusto verdetto non basta l'ergastolo che solo in teoria comporta la permanenza dietro le sbarre sino alla gine dei giorni. Non è così. Dopo 24 anni circa uno è fuori e negli anni precedenti magari di giorno esce per andare a lavorare e qualche giorno va in permesso premio. In casi di questo genere il binomio espiazione-redenzione non regge. E' un insulto alle vittime. I familiari di Melissa non hanno più occasione di vederla dovendosi accontentare di recitare una preghiera davanti ad un epitaffio. I familiari del(degli assassino/i devopno essere messi nella stessa condizione di quelli di Melissa. Una sola eccezione a Natale ma per il Natale non per altro.
Il più illuminatpo Governo della storia, quello della Serenissima Repubblica di San Marco sapeva come fare. Per il potente-reo non c'era la pena di morte ma una ben più sofisticata, e giusta: la confisca dei beni e l'esilio. Una vita nel pagliericcio in qualche misericordioso convento, un povero cibo, e gli anni uno sdopo l'altro in una miseranda esistenza per chi era lì piombato dal lusso e da posizioni di grande potere. Giustizia, vera, vorrebbe un 41bis a vita.
a.f.