MUSULMANI IN ITALIA. VALORI ALTRUI E NOSTRI. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE

Dall'Islam: ci vuole la separazione tra Chiesa e Stato (!) - Predicar bene e razzolare male - Le richieste dei musulmani - I nostri SI e i nostri NO - Il problema non è rappresentato dai musulmani in Italia - L'integrazione - Quesito finale, a proposito

L'ultima: il Presidente della Camera Fini, sempre più 'laico' e sempre più ben visto a sinistra dove lo si preferirebbe a berlusconim sia al Quirinale che a Palazzo Chigi, ha dichiarato che non si devono fare leggi orientate dalla fede. Subito polemica. Non solo la Chiesa (Mons. Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita che rivendica il diritto dei cattolici a dire la loro e a battersi per i problemi che hanno a che fare con l'etica. Vedasi nota -x- in calce). Anche a livello politico, in prima fila Casini e Volonté, che usa termini come 'indegno' e 'antidemocratico' per definire questo 'attacco laicista'.

Dall'Islam: ci vuole la separazione tra Chiesa e Stato (!)

Interessa riportare il commento dell'ex ambasciatore in Arabia Saudita Mario Scialoja convertitosi all'Islam quando era Ministro plenipotenziario italiano presso le Nazioni Unite l'Italia. Interessa in quanto è il responsabile della sezione italiana della Lega musulmana mondiale. La sua, incredibile, dichiarazione: ""È giusta la separazione tra Chiesa e Stato, perché lo Stato è una cosa e la religione è un'altra. Tuttavia è chiaro che lo Stato e il Parlamento sono certamente liberi di legiferare su qualsiasi tema, facendo però attenzione a non offendere i sentimenti religiosi del popolo italiano e tenendo conto che alcuni precetti fondamentali, come la sacralità della vita, devono essere tenuti in considerazione anche da uno Stato laico".

Una dichiarazione, presa a sé e nel contesto nazionale, equilibrata, realistica. Fin qui, dunque, nulla da dire, se ci riferiamo però solo alla situazione italiana.

Non si può però usare due pesi e due misure.

Se separazione fra Chiesa e Stato deve esserci, in quanto principio generale ha da esserci ovunque, non solo dove fa comodo.

Predicar bene e razzolare male

Il dr. Scialoia dovrebbe andare a pretendere questa separazione in tutti gli Stati islamici nei quali nella vita civile si applicano le regole religiose, compresa magari, come è successo, la lapidazione delle adultere o la morte per l'apostata sempre che non si penta in tre giorni e torni ad essere musulmano.

Le richieste dei musulmani

Nella separazione fra Stato e Chiesa, in un contesto quale quello italiano, è stato richiesto al dr. Sciaolia di indicare quali siano le richieste dei musulmani. Queste, per un possibile futuro accordo con lo Stato italiano:

1. Presenza nei cimiteri di aree riservate alla sepoltura dei musulmani;

2. Diritto per i lavoratori di assentarsi qualche minuto al giorno per pregare, e di andare in moschea per la preghiera comunitaria del venerdì, salvo gli impossibilitati.

3. In mense aziendali, ospedali, caserme e carceri dovrà essere assicurato il diritto a un'alimentazione corretta dal punto di vista islamico, vale a dire niente carne di maiale, niente alcolici, e possibilmente carne macellata secondo il rito islamico o ebraico, che è uguale.

4. Insegnamento della religione islamica nelle scuole.

5. Nel caso di intesa l'8 per mille dei contributi Irpef, percepito dal Consiglio islamico d'Italia o dall'ente firmatario dell'accordo per essere utilizzato a fini sociali.

I nostri SI e i nostri NO

1. e 5. Sul primo e sul quinto punto nulla da dire.

2. Sul secondo: abbiamo chiesto a diverse persone in Egitto e in Tunisia come facevano a conciliare il lavoro con l'obbligo delle cinque preghiere al giorno. Ci hanno risposto che non importava l'ora pur di rispettare il precetto delle cinque volte. Se lo fanno là, non abbandonando il lavoro, lo facciano anche qui.

3. Non sta a chi fa la mensa. Sta al musulmano, visto che è in Italia e non dove vige la sharia, a rinunciare alla carne di maiale e agli alcolici. Dovrebbero essere forse gli italiani a dover rinunciare alla carne di maiale, tenuto conto che le mense in genere non sono ristoranti con piatti a scelta? Quanto alla richiesta di una macellazione secondo i loro riti è cosa fuori dal mondo, oltre a tutto di difficile realizzazione.

4. Giusto, ma a due condizioni. La prima che si usi l'italiano e su precisi programmi. La secondo che si tralasci ogni insegnamento in contrasto con la Costituzione italiana, compresa l'inammissibilità della sharia alla luce della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che deve valere per tutti, islamici compresi.

Il problema non è rappresentato dai musulmani in Italia

Il problema comunque non è rappresentato dai musulmani che sono qui fra noi. Chiedere è sempre possibile, anche cose che si sanno, di fatto, impossibili. Il problema è delle risposte e dalla rinuncia. La rinuncia persino alla citazione delle radici cristiane dell'Europa è un segno lampante della caduta dei valori. Hanno lasciato il posto a quelli moderni. I segni: il business, la Coca Cola, il consumismo, la libertà anarcoide che diviene licenza, la morale elastica.

L'integrazione

Bisogna operare per l'integrazione, dicono in tanti.

Sovviene la storiella di Alonzo, soldato di fanteria che sul Carso era andato alla ricerca di prigionieri da catturare per avere in premio denaro e licenza di almeno una settimana. Sparito. Ricercato. Finalmente risponde alle chiamate: "sono qui e ho fatto tanti prigionieri". "E allora portarli!" "Non mi lasciano venire…". Per accordarsi bisogna essere in due e su un piano di reciproco rispetto. Ma uno Scialoia può benissimo convertirsi all'Islam, diventandone addirittura il responsabile, senza nessuna controindicazione. Il signor Mustafà se si converte a qualsiasi altra religione lo attende la morte in molti Paesi. Se in Italia si rompono i rapporti con gli altri connazionali.

L'islamico può sposare una cattolica (la può anche ripudiare) e ce ne sono in giro. Qualcuno ha visto una islamica sposata a un italiano non islamico? Eccetera.

Integrazione ci vorrebbe sì, ma solo a precise condizioni dettate dal fatto che occorre fare posto a chi viene ma non a scapito di chi c'era già, con i suoi valori e i suoi costumi. La via è iniziata. Non si fa più il presepio, si levano i crocefissi, a natale di parla di 'Emanuele' al posto di 'Gesù' eccetera. Per evitare scivolate razziste, da combattere nel modo più drastico, si rischia un razzismo all'incontrario, un'abdicazione colpevole, la logica della rinuncia presentata come un'apertura. E non ci si accorge che così si creano i presupposti per reazioni inconsulte.

Quesito finale, a proposito di integrazione possibile

Ci sono extracomunitari e extracomunitari.

A Milano, chiedeva in TV agli astanti il Vicesindaco, 'quale è la comunità straniera più numerosa?'. A questa domanda, si provi, molti rispondono 'i cinesi'. Altri 'i musulmani' e così via. Nulla di tutto questo, sono i filippini. Nessuno se ne è mai accorto. Si vede che si sono integrati benissimo senza missionari dell'integrazione o scaldate suffragette.

Come è stato possibile?

I filippini sono cattolici.

Questo non vuol dire qualcosa?

Alberto Frizziero

-x- Commento di Mons. Sgreccia

"I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo sono temi non definibili come precetti religiosi; sono temi che riguardano i diritti fondamentali dell'uomo, come il diritto alla vita, il rispetto della vita, i diritti che riguardano l'unità del matrimonio e della famiglia. Non sono precetti religiosi, ma sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione".

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