La campana suona e aspetta una risposta. Per i nostri figli
Il dibattito sul riconoscimento della specificità montana per la provincia di Sondrio ha subito in questi giorni un’accelerazione importante.
Il Presidente della Provincia di Sondrio, Sertori, in fase di chiusura del suo mandato in realtà in veste di commissario, al posto di gestire l’ordinaria amministrazione, ha preparato un documento politico nel quale si richiede alla Regione Lombardia le fondamentali deleghe come previsto dalla Legge Del Rio sula riforma delle autonomie locali. Il tutto condiviso dai sindaci dei cinque mandamenti.
Ho letto con interesse il testo della proposta di legge regionale che sia nelle motivazioni che nelle attribuzione delle deleghe specifiche è ben articolata, giuridicamente sostenibile e risponde completamente alle aspettative decennali delle realtà socio-economiche di Valtellina e Valchiavenna.
In particolare contiene una qualità importante tipica della gente di montagna: la concretezza.
Infatti sull’argomento dell’autonomia e della specificità si sono dette in questi anni molte belle parole, tanti documenti ma che sono rimasti sulla carta mentre proseguiva il declino ed i nostri giovani sempre più numerosi vanno all’estero a cercare lavoro.
Dalla proposta di Riforma del titolo Quinto in Senato le aspettative dei nostri parlamentari sono andate deluse. Rimane l’attuazione della Legge Del Rio e ha fatto bene il Presidente Sertori a prendere l’iniziativa e a presentare una proposta organica e ben fatta.
Ma non è sufficiente per farla passare in Giunta e in Consiglio Regionale. È necessario finalmente, almeno una volta, che le forze politiche e sociali provinciali per i rispettivi ruoli di competenza dimostrino di sostenere a pieno questa iniziativa. Al di la di steccati e divisioni ideologiche ma per difendere il futuro delle nostre valli, delle nostre popolazioni, delle nuove generazioni che per anni hanno subito un evidente e riconosciuto svantaggio rispetto alle altre realtà alpine. Non è tempo di polemiche sterili di facili sofismi o di esercizi letterari. Dimostriamo quell’unità politica, che finora ci è mancata, ben presente nelle altre realtà di montagna anche non autonome come Belluno e la Valcamonica, per valorizzare un’occasione storica per le nostre genti. Anche perchè la crisi economica e sociale già ben presente non potrà che acuirsi in modo ancor più drammatico.
Non è tempo di opportunismi, della tutela di piccoli interessi o di asservimento ma di rivendicare la promozione dei nostri beni comuni che inseriti in un contesto montano hanno bisogno di cure specifiche e particolari. Uniti si può tentare di farcela,divisi si perde per l’ennesima volta.
Il suono della campana interpella tutti e aspetta una riposta, Bisogna rispondere perché potrebbe essere l’ultima.
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