Villa Carlotta: arte, botanica ed ora (!) i nostri vigneti
Dal 6 al 29 giugno un percorso fotografico inedito alla scoperta dell’anima dell’enologia lariana tra i vigneti storici di Domaso, Sondrio, Chiavenna e Piuro. Un evento in previsione di Expo 2015. Edoardo VII d’Inghilterra diceva «Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e… se ne parla”. È proprio questo il leitmotiv della mostra “Vigneti d’altri tempi attorno al Lario”, che ha preso il via venerdì 6 giugno a Villa Carlotta, Museo e Giardino botanico sul Lago di Como.
L’esposizione curata da Francesco Soletti - docente del corso di laurea in “Territorio, Turismo e Sviluppo Locale” presso l’Università di Milano Bicocca, e autore del Touring Club Italiano - si articola in un percorso fotografico intorno ai vigneti storici che meglio rappresentano le tre anime dell’enologia lariana: a Domaso col recupero di antiche uve locali (Verdesa e Marzemino), a Sondrio con il vigneto del Convento di San Lorenzo (Nebbiolo), infine, su per la valle della Mera, fino a Chiavenna (Città Slow) e a Piuro, per conoscere la vigna di Palazzo Vertemate, famosa per il suo straordinario passito.
Scegliere la famosa dimora di Tremezzo come location per il suggestivo percorso espositivo non è un caso ma vuole essere richiamo al Lago di Como come nicchia mediterranea sulla soglia delle Alpi Retiche che, da oltre duemila anni, è l’ambiente più settentrionale per la coltura dell’olivo e della vite, sua abituale compagna nel quadro agricolo dell’Europa Meridionale. I vini che legano la propria vicenda al lago sono riconducibili non solo ai tratti più soleggiati delle sponde, a partire dalla Tremezzina, ma anche alle valli dei principali fiumi che vi sboccano, l’Adda e la Mera, ovvero la Valtellina e la Valchiavenna.
Villa Carlotta “scopre” quindi le uve del proprio territorio, spingendosi fino all’estremo limite. Riconosciuto come Indicazione Geografica Tipica solo nel 2008, il “triangolo enologico del lago di Como” è una vera e propria perla nel panorama della viticoltura lombarda. Montevecchia, Domaso e Ceresio, i confini entro cui crescono i vitigni, dove Marzemino, Verdesa e Nebbiolo la fanno da padroni.
Meglio lasciare a casa l'auto oppure parcheggiarla in quel di Varenna arrivando – ce n'è uno ai 23 minuti di quasi ogni ora e ci vogliono 33 minuti per attraversare il lago – con la Villa di fronte, imponente anche se definita sobria. Villa Carlotta è meta privilegiata di visitatori provenienti da tutto il mondo per ammirare il suo patrimonio floreale e artistico ma anche opere di Antonio Canova e Francesco Hayez. Gestita da un Ente Morale dal 1927, destina tutti gli introiti derivanti dai biglietti di ingresso “esclusivamente” ad opere di miglioramento della villa stessa e del suo parco botanico, demanio dello Stato. E alla cultura, alla botanica ecco che inconsuetamente questa volta ad andare in scena sono il vino e la cultura enologica di un territorio dove Villa Carlotta accompagna i propri visitatori in un percorso tra uve ricche di storia. Una 'cuginanza' con le nostre.
Il primo vigneto della ricognizione storica che l’antica dimora di Tramezzo propone ai visitatori è quello impiantato da Gianfranco Miglio (1918-2001), l'ideologo della 'Lega', noto studioso della storia lariana, che si trova a Domaso, e oggi di pertinenza delle Cantine Angelinetta. Una vigna impostata tradizionalmente a ‘ritocchino’, ovvero con filari paralleli alle linee di massima pendenza, dove le uve presenti sono le rosse Merlot e Marzemino - giunto anticamente dal Trentino attraverso il passo dello Stelvio - e le bianche Sauvignon e Verdese - per il quale si ipotizza un’origine spagnola. Una vigna impostata tradizionalmente a ‘ritocchino’, ovvero con filari paralleli alle linee di massima pendenza, dove le uve presenti sono le rosse Merlot e Marzemino - giunto anticamente dal Trentino attraverso il passo dello Stelvio - e le bianche Sauvignon e Verdese - per il quale si ipotizza un’origine spagnola.
Il percorso espositivo continua alla scoperta del Vigneto del Monastero di San Lorenzo a Sondrio - oggi curato dalla Cantina Mamete Prevostini di Chiavenna - e del suo Nebbiolo, protagonista quasi esclusivo dell’enologia locale. Questa uva, nota innanzitutto per il suo contributo ai grandi vini piemontesi, in Valtellina dà origine a un rosso di grande spessore, improntato dalle forti escursioni termiche del clima alpino e quotato ai massimi livelli dalla critica.
Da Domaso alla Valtellina, la mostra si conclude a Piuro dove si incontra il Vigneto di Palazzo Vertemate Franchi e le sue uve a bacca bianca. Traminer Aromatico (60%) e Riesling (40%) sono utilizzati per produrre un raffinato vino passito. Alla vendemmia tardiva, che consente all’uva di arricchirsi di zuccheri al calore del sole, segue l’appassimento in fruttaio per 4 mesi, che li concentra. Il vino che ne deriva viene affinato in fusti di rovere per 12 mesi, durante i quali sviluppa colore intenso e aromi fruttati. Questo passito reca in etichetta la denominazione «Vertemate» e l’Indicazione Geografica Tipica (IGT) «Terrazze Retiche di Sondrio».
La mostra è un viaggio attraverso il territorio e i sapori, ma anche un percorso per riflettere su uno dei prodotti principi dell’export alimentare italiano. Infatti, il 2013 si è concluso con un +7,3 % sull’anno precedente che vale il primato tra le produzioni alimentari più vendute oltre confine (fonte: Istat elaborati da Vinitaly-Assoenologi). E se il vino è il prodotto top dell’esportazioni nostrane, diffonderne i sapori e la conoscenza diventa a maggior ragione imperativo.
Proprio per questo, Villa Carlotta il 22 giugno alle ore 17.00 organizza una degustazione in collaborazione con l’azienda Mamete Prevostini di Chiavenna (tre bicchieri gambero rosso) durante la quale i partecipanti degusteranno quattro vini, tre rossi e un bianco: Santarita Rosso di Valtellina DOC 2012, Sommarovina "Sassella" Valtellina Superiore DOCG 2011, Corte di Cama Sforzato di Valtellina DOCG 2010 e Vertemate IGT Passito 2011. I pregiati vini saranno accompagnati da stuzzicanti mesticanze valtellinesi e valchiavennasche grazie alla collaborazione con il Crotto Belvedere di Prosto di Piuro della Famiglia Pasini.
L’evento è su prenotazione a segreteria@villacarlotta.it Posti limitati.
La storia di Mamete Prevostini è quella di una cantina italiana che ha cominciato ad amare il vino più di 80 anni fa e che ha uno stretto legame con il territorio. Per rafforzarlo, l’impresa ha intrapreso il percorso di certificazione ambientale ‘CasaClima Wine’ prima realtà in Lombardia e terza in Italia.