Ancora sui Testimoni di Geova

diCarlo Sciotti

L’au


endo ai Testimoni di geova Data: 22/03/05 14:06




Rispondendo alla lettera del testimone di geova Carlo Giovanni
Moriondo del 20 marzo 2005 (che ripete sempre le stesse cose che
ha già detto nelle altre sue lettere, avendo probabilemte
imparato a memoria quello che dice) vorrei dirgli che il sig.
Mario de Filippi ha pienamente ragione mentre lui, come tutti i
testimoni di Geova, ripete sempre le stesse cose che gli
impongono di dire. Io ritengo che uno dei metodi migliori per
contattare una persona prevenuta e mettere a nudo i suoi
pregiudizi (senza offenderla), è discutere su argomenti che
abbiano chiare analogie con il condizionamento mentale praticato
dalla Torre di Guardia, ma in cui il Testimone di Geova non sia
direttamente coinvolto. Per esempio, il Testimone di Geova
considera settari i Mormoni e i seguaci di Moon in base alle
loro dottrine, non in base alle metodologie adoperate nei due
gruppi. Il Testimone di Geova non ha familiarità con le
metodiche di condizionamento mentale usate da altri movimenti,
quindi scoprire di averle in comune, tanto per dire, con i
seguaci di Moon, lo sorprenderà. Quando parlate dei quattro
aspetti del condizionamento mentale, usati dalla Chiesa
dell'Unificazione sui suoi membri (il condizionamento del
pensiero, il controllo delle emozioni, del comportamento e
dell'informazione), potrebbe accadere che il Testimone di Geova
diventi un ascoltatore interessato. Dopotutto, non state
minacciando né lui né la sua Organizzazione. Cosa accadrebbe se
sospettasse che state cercando di dire che la Torre di Guardia è
tale e quale alla chiesa di Moon? E' importante, quindi, essere
il più rassicuranti e distaccati possibile, quando si ha a che
fare con il Testimone di Geova. Poiché è addestrato a resistere
ad ogni genere di critica, dovete evitare di parlare della Torre
di Guardia quando cercate di richiamare delle analogie nella sua
mente. Se, per esempio, state cercando di spiegare come viene
esercitato il controllo delle informazioni da parte dei seguaci
di Moon, non fate immediatamente paragoni con la Torre di
Guardia. Lasciate che sia il Testimone a trarre le proprie
conclusioni! Dategli il beneficio del dubbio che sia abbastanza
sveglio da scoprire, a suo tempo, le analogie... e ciò di cui il
Testimone di Geova ha particolare bisogno è proprio il tempo.
L'esperienza ha dimostrato che potrebbero servire vari incontri
occasionali per discutere sui problemi riguardanti le metodiche
di condizionamento mentale, prima che il Testimone di Geova
arrivi al nocciolo della questione. Guardate con lui
videocassette e/o film incentrati su questi temi. Dategli tempo,
lasciate che sia lui a trarre le proprie conclusioni. Un metodo
di gran lunga sperimentato, da chi si interessa di aiutare le
persone ad uscire dai movimenti settari, è preparare nei minimi
particolari un dialogo con il Testimone, in cui questi non si
senta minacciato. Di solito, nessuno si sente intimidito da
qualcuno che gli siede accanto a una fermata dell'autobus o
sull'aereo o che aspetta in coda dal droghiere, se la
conversazione vien fuori casualmente. Per esempio: un uomo ha la
moglie Testimone di Geova. Sa l'inutilità di ragionare con lei,
o di tentare di mostrarle vecchie pubblicazioni della Torre di
Guardia dalle quali potrebbe risultare che i Testimoni di Geova
sono falsi profeti. Così egli fa in modo che un ex mormone o un
ex seguace di Moon si sieda davanti a lei durante un viaggio,
per attaccare discorso - in modo del tutto occasionale - sulla
precedente esperienza religiosa, senza nel contempo fare troppe
domande alla Testimone o essere troppo curiosi. Diverse
conversazioni programmate di questo genere possono fare molto
per preparare il terreno per argomenti più approfonditi, già
predisposti con cura. Il familiare o il cristiano che si adopera
per far uscire il Testimone dalla Torre di Guardia fa amicizia
con un ex membro di una setta (che non sia un ex Testimone) e lo
invita a pranzo. E' importante che il Testimone non si senta a
disagio, quindi, per favore, niente prediche! La conversazione
dovrebbe puntare verso soggetti come:

- tecniche di manipolazione usate dalla sua vecchia religione;

- perché pensava che fosse "la verità";

- come ha aperto gli occhi sul fatto che era sotto
condizionamento mentale (evitando di farlo diventare un
argomento a sfondo religioso);

- come gli ex membri lo hanno trattato e perché è stato
considerato apostata;

- in che modo il gruppo cui apparteneva ha cambiato le proprie
dottrine o fatto false profezie (evitando di usare le
Scritture);

- la paura e il senso di colpa che il movimento ha inculcato;

- la falsa fiducia ispirata dal movimento;

- il sottile autoconvincimento di essere nel giusto, che il
movimento ha incoraggiato;

- l'ignoranza del movimento riguardo al Cristianesimo storico.

Il lettore può essere turbato dall'idea di non usare subito la
Bibbia. Si deve capire che prendere in mano la Bibbia scatena
nel Testimone una certa "linea" di pensiero. Sebbene il
Testimone di Geova sia realmente ignaro della maggior parte del
contesto biblico, tuttavia in conversazioni scritturali si sente
a suo agio. Il vostro scopo è quello di portarlo su un terreno
per lui minato, indurlo a pensare in un modo non predeterminato.
Dovete stimolare la riflessione su argomenti che ha cancellato
dalla mente o neanche mai trattato. Tirare fuori la Bibbia
inopportunamente lo scuoterà dai suoi pensieri (che voi avete
accuratamente stimolato), e sarà di nuovo sicuro del fatto che
sulla Bibbia sa tutto, che voi non siete "nella verità" e quindi
non avete nessun diritto di dargli lezioni. Molte volte un
cristiano ha visto naufragare i suoi sforzi di coinvolgere un
Testimone in "conversazioni bibliche". La parte dolente della
faccenda è che il cristiano crede di poter comunicare con il
Testimone proponendo alcuni brani biblici o chiarendo punti su
cui il suo interlocutore non può rispondere; ancora una volta il
risultato sarà ovvio: il Testimone di Geova non gli parlerà più.
Non ha per niente vinto, perché il Testimone di Geova crede
ancora che "lui conosce la Bibbia e che ha la verità". Quindi,
specialmente chi è emotivamente coinvolto perché, a causa di
questa setta, ha visto allontanarsi da lui un familiare,
consiglio di avere tanta pazienza e tanto amore verso di loro,
perché, anche se non lo dicono e non lo ammettono, sono persone
che soffrono, dei veri e propri "autolesionisti". Carlo Sciotti
(Belluno)



Carlo Sciotti



GdS - 30 III 2005 -
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