Non c'è solo il satanismo nel cuore dei giovani

diCarlo Climati

Sempre più giovani si dichiarano affascinati dal culto del
diavolo e da un mondo fatto di atmosfere lugubri e oscure. Per
molti di loro, le ombre sembrano essere più attraenti della
luce.

Ma come può un adolescente entrare in contatto con ambienti così
squallidi? Io ho cercato di spiegarlo nel mio nuovo libro "I
giochi estremi dei giovani", pubblicato dalle Edizioni Paoline.

Il punto di partenza è spesso rappresentato dal rock satanico,
genere musicale tetro e aggressivo che fa arricchire le case
discografiche.

Si riconosce facilmente per i testi violenti e
anticristiani, ma soprattutto per le copertine dei compact disc,
che ospitano spesso immagini blasfeme.

Naturalmente non tutta la musica rock si può considerare
diabolica. Ma è innegabile che la moda del satanismo sia
diventata un ottimo affare per far crescere i conti in banca di
cantanti mediocri e senza scrupoli.

Con la complicità del disagio giovanile, un certo tipo di musica
finisce per trasformarsi in un efficacissimo ponte tra gli
adolescenti e il culto del demonio. Pur di fare soldi, i
produttori di dischi non esitano a lanciare messaggi devastanti
e diseducativi, che trovano terreno fertile nella solitudine di
ragazzi psicologicamente fragili, spesso alle prese con problemi
di incomunicabilità e situazioni familiari difficili.

Fortunatamente non tutti i giovani rimangono catturati da certe
atmosfere. Un segnale positivo è la sempre maggiore diffusione,
tra i giovani, della "Christian Music" (Musica Cristiana). Al
contrario di quanto si potrebbe pensare, non è una musica "da
chiesa", ma un genere per tutti.

È l'espressione viva e pulsante di quegli artisti che desiderano
offrire un messaggio diverso, alternativo, ricco di valori e di
contenuti, utilizzando i linguaggi musicali contemporanei: dal
rock alla dance, dal soul al country, dalla ballata melodica al
rap.

Alcuni hanno radicalmente cambiato la loro vita, passando da
esperienze di trasgressione a una vera e propria testimonianza
di impegno cristiano. In vista delle prossime Giornate Mondiali
della Gioventù di Colonia, vorrei sottolineare l'impegno del
cantautore italiano Roberto Bignoli, portatore di handicap, che
ha vissuto da bambino l'esperienza della povertà e della
malattia, per passare successivamente a quella della droga e del
carcere.

Ma poi, la fede ha cambiato radicalmente la sua vita,
indicandogli una strada nuova. Nel dicembre 2001 ha ricevuto a
Washington il premio "Unity Awards" come migliore artista
cristiano internazionale.

Bignoli ha un bellissimo rapporto con i ragazzi ed è stato tra i
protagonisti di alcune edizioni delle Giornate Mondiale della
Gioventù: nel 1997 a Parigi, con una serie di concerti in varie
piazze, fiere e stadi; nel 2000, a Roma, con un concerto a Tor
Vergata per i volontari; nel 2002, a Toronto, con una lunga
tourneé che si è conclusa con una performance alla vigilia con
il Papa.

Iniziative come queste dimostrano che il cuore di tanti ragazzi
batte per quegli artisti che hanno scelto di utilizzare il
linguaggio universale della musica per proporre messaggi in
favore della vita e del Vangelo.
Carlo Climati
www.carloclimati.com -
E-mail: md3416@mclink.it



GdS - 28 II 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

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