Vaticano: soli, isolati e sotto chiave eleggeranno nuovo PAPA

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Vaticano: soli, isolati e sotto chiave eleggeranno nuovo Papa

Il 18 aprile il via il Conclave, dal 1509 esclusi preti e
diaconi

"Extra omnes": fuori tutti. "Cum clave": sotto chiave. Niente
telefonini, giornali e tv fino alla definitiva "fumata bianca".

Tagliati i collegamenti col mondo esterno, si esamineranno l'un
l'altro per giorni interi guardati a vista dall'impressionante
Cristo del "Giudizio Universale" chiedendosi chi di loro
diventerà il 265° Papa della Chiesa universale. Tra non meno
di 15 giorni e non oltre il ventesimo dalla morte di Wojtyla -
dice la regola - i
cardinali elettori (quelli che hanno meno di 80 anni) si
riuniranno nel Conclave che dovrà eleggere il nuovo Papa. È
stato proprio Wojtyla a voler riformare le procedure
dell'elezione, con la Costituzione apostolica "Universi dominici
gregis" ("Dell'intero gregge del Signore") del febbraio 1996,
sulla vacanza della Sede apostolica e l'elezione del successore.
Per la prima volta i cardinali elettori non abiteranno più in
anguste stanzette di legno allestite in fretta e furia nel
Palazzo apostolico ma nella più confortevole e moderna Domus
Sanctae Marthae, fatta appositamente ristrutturare da Giovanni
Paolo II.


Confermate le precedenti norme fissate da Paolo VI sul tetto dei
120 elettori e sugli 80 anni di età, Wojtyla ha stabilito che
l'elezione del nuovo Pontefice avvenga solo per scrutinio
segreto. Abolite dunque le due forme di elezioni sia "per
acclamazione", ovvero all'unanimità, divenuta improbabile con un
collegio così diversificato ed in ogni caso ritenuta "inadatta
per interpretare il pensiero del collegio elettivo", sia quella
"per compromesso", ovvero frutto della delega del collegio degli
elettori "in circostanze particolari" ad un gruppo ristretto di
cardinali: tale procedura, stabilì Wojtyla,
"deresponsabilizzerebbe gli elettori".


La procedura per l'elezione di un nuovo Pontefice è piuttosto
complessa. La storia dei Conclavi, che coincide in gran parte
con quella della Chiesa, dimostrò fin dal IV-V secolo la
necessità di risolvere il problema che si presentava ad ogni
morte di Papa fra incertezze, intrighi, ricatti, veti che si
susseguivano per settimane, mesi e talvolta anni. Per questo il
periodo di interregno venne denominato "sede vacante". Fu
Niccolò II a stabilire, nel 509, che soltanto i cardinali con
titolo di vescovi avevano il diritto di eleggere il Pontefice e
di essere eletti, mentre fino a quel momento si poteva candidare
perfino un semplice prete o un diacono.


La norme attualmente in vigore prevedono che dopo la morte del
Papa vengano immediatamente convocati a Roma tutti i cardinali
con diritto di voto. Al collegio cardinalizio, per tutta la
durata della vacanza della Sede Apostolica, è affidato il
governo della Chiesa "solamente per il disbrigo di affari
ordinari o di quelli indilazionabili" ma "in nessun modo possono
essere corrette o modificate" le leggi emanate dal Pontefice
scomparso.


E' stabilito che in periodo di sede vacante,
si abbiano due congregazioni. Una generale, detta
"preparatoria", alla quale partecipano tutti i
cardinali "non legittimamente impediti" mentre possono
astenersi gli ultra 80enni. Dopo aver giurato di osservare le
norme contenute nella Costituzione ed il segreto su quanto detto
ed emerso nelle congregazioni generali, i cardinali si
riunscono quotidianamente per esprimersi "sui problemi che si
presentano", sotto la presidenza del decano del Collegio
cardinalizio, il cardinal Bernardin Gantin. L'altra
congregazione, quella "particolare", è composta dal Camerlengo,
attualmente il cardinal Eduardo Martinez Somalo, e da altri tre
cardinali, uno per ciascun ordine, estratti a sorte tra quelli
già pervenuti a Roma e che vengono cambiati ogni tre giorni. Le
questioni più importanti vengono trattate dall'assemblea
generale.


In una delle congregazioni i cardinali indicano il giorno, l'ora
e il modo in cui la salma del Papa deve essere portata nella
Basilica di san Pietro per l'omaggio dei fedeli e quello della celebrazione
del funerale (le esequie sono previste della durata di nove giorni,
le "novendiali", ma con tumulazione tra il quarto
e il sesto giorno dalla morte). Nel frattempo, precisano le
norme, viene
annullato l'Anello del Pescatore e il Sigillo di piombo con cui
sono state spedite le Lettere Apostoliche, sigillate la camera e
lo studio del defunto, approvate le spese occorrenti fino
all'elezione del successore, assegnate per sorteggio le stanze
del collegio Santa Marta. E il quindicesimo giorno dalla morte
del Pontefice e non oltre il ventesimo, é prevista per i cardinali elettori nella basilica di San Pietro in Vaticano una
solenne Messa votiva "pro eligendo Papa". Invocando con il canto
del "Veni Creator" l'assistenza dello Spirito Santo.
Quindi processione sino alla Cappella Sistina, "luogo e
sede dello svolgimento dell'elezione". Dopo il solenne
giuramento e la dichiarazione di "Extra omnes" i cardinali
vengono chiusi a chiave.


I cardinali dovranno entrare soli, senza inservienti, ma
soprattutto senza mezzi per comunicare con l'esterno. Per
evitare la presenza di registratori, telefonini, "cimici" o
videocamere è prevista una perquisizione fatta da due periti,
alla presenza del Camerlengo e di tre cardinali assistenti. Con
i porporati sono ammessi alcuni confessori poliglotti, due
medici, un infermiere e i due periti tecnici, nonché un
"conveniente numero di altre persone addette alle necessità del
Conclave", come inservienti e cuoche.


Le votazioni nella Cappella Sistina (due al giorno) iniziano la
mattina dopo la chiusura delle porte. Per essere eletto il
successore di Pietro dovrà raggiungere i due terzi dei voti dei
cardinali. Nella prima fase della votazione si distribuiscono le
schede sulle quali è stampato "Eligo summum pontificem" poi si
estraggono a sorte tre scrutatori, tre revisori e tre
"infirmarii", ossia coloro che hanno il compito di raccogliere i
voti degli infermi.


La seconda fase comprende la deposizione delle schede nell'urna,
lo scrutinio e lo spoglio. I cardinali dopo aver piegato i
foglietti si avvicinano all'altare, uno ad uno, inginocchiandosi
e dicendo "Chiamo a testimone Cristo che mi giudicherà che il
mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere
eletto". La scheda viene quindi deposta nel piatto sopra l'urna
e poi nell'urna stessa. Le schede vengono quindi mescolate.


Nella terza fase, infine, è previsto il conteggio dei voti, il
controllo e la distruzione delle schede. Per evitare che le
schede lette ad alta voce e controllate dagli scrutatori possano
venire conteggiate due volte vengono cucite tra di loro con ago
e filo nel punto in cui si trova la parola "eligo" affinché
possano essere più sicuramente conservate. Al termine della
lettura le due sommità del filo vengono legate tra loro. Si
procede quindi al conteggio dei voti e se su nessun nome è
confluita la preferenza dei due terzi dei consensi, prima che i
cardinali lascino la Cappella Sistina, le schede devono essere
bruciate in una stufa. Un tempo per provocare la "fumata nera"
che avvertiva i fedeli raccolti in piazza San Pietro che non era
ancora stato trovato il successore di Pietro, nella stufa si
trovava della paglia umida. Oggi, invece, le due fumate, sia
quella bianca che quella nera, vengono provocate con prodotti
chimici.


Nel caso in cui dallo scrutinio esca invece il nome dell'eletto,
"l'ultimo dei cardinali diaconi chiama nell'aula del Conclave il
Segretario del medesimo, il maestro delle cerimonie e i
cerimonieri; quindi il cardinale Decano, a nome di tutto il
collegio degli elettori chiede il consenso dell'eletto con le
seguenti parole: «accetti la tua elezione canonica a Sommo
Pontefice?». Se il cardinale eletto decide di accettare
l'incarico deve comunicare il nome col quale intende essere
chiamato. L'accettazione si conclude con la redazione di un
verbale e la vestizione del Papa per il rito di obbedienza.
Nella piccola sacrestia situata in fondo alla Cappella Sistina,
sin dall'inizio del Conclave sono stati infatti predisposti tre
abiti di tre differenti taglie (small, medium e large) in modo
da essere immediatemente adattate al fisico del Pontefice.


Vestito di bianco, con la stola, la mozzetta e la croce
pettorale il Papa viene poi ricondotto nella Sistina dove ogni
cardinale va a rendergli omaggio inginocchiandosi davanti a lui
e baciandogli l'Anello piscatorio.

A questo punto il successore
di Pietro viene accompagnato alla loggia delle Benedizioni, che
dà sulla Piazza di San Pietro, dove il cardinale diacono
annuncia al fedeli «Annuntio vobis gaudium magnum. Habemus papam
reverendissimum ac illustrussimum dominum» e il nome di
battesimo dell'eletto e quello da lui voluto per la sua missione
da Pontefice.

xxx (dalla rete)

GdS 10 IV 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

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