IL SEGRETO ISPIRATORE
Non c’è nulla da fare: gli atei odiano ogni forma di religione a prescindere dai contenuti dottrinali e dalle coordinate geografiche. Ultima in ordine di tempo è la repressione operata dal regime comunista Birmano sulla pelle di inoffensivi e pacifici monaci buddisti. Se si dovesse stilare una lista delle angherie perpetrate dai regimi dittatoriali atei di tutto il mondo ai danni dei credenti, salterebbero fuori quantità industriali di morti ammazzati. Giusto per fare un esempio, il solo comunismo, figlio degenere della rivoluzione francese e della ghigliottina di Roberspierre, nell’utopico tentativo di realizzare un’improbabile paradiso terrestre democratico, ha causato l’impressionante cifra di cento milioni di vittime. Fortunatamente i regimi marxisti atei sopravissuti al crollo del muro sono rimasti relativamente pochi: Cuba, Cina, Korea del Nord, Vietnam e Birmania. A parte l’assenza ingiustificata nelle piazze degli sbandieratori pacifisti multicolor a difesa degli oppressi, resta l’enigma dell’origine di cotanto odio ateo nei confronti degli uomini di fede. Ad essere “maligni”, verrebbe quasi da pensare che il padre (poco) nobile dell’ateismo, non sia tanto (come invece erroneamente si crede) la fede nell’uomo e nella ragione, ma quell’essere sulfureo che la Bibbia chiama principe delle tenebre. Se come dice l’evangelista Matteo (7, 15- 23), “dai loro frutti li riconoscerete…” (caterve di martiri) si deve ammettere che gli scaltri figli delle tenebre non hanno certo deluso il loro segreto ispiratore.
Gianni Toffali