AGGIORNAMENTI SOCIALI: LE DIVERSE VOCI SULLA CRISI FINANZIARIA

Per uscire dalla crisi bisogna seguire la strada del liberismo o della finanza responsabile? Le due letture di Alberto Alesina e Celestino Migliore

La crisi finanziaria ed economica che attanaglia oggi il mondo si presta, per la sua complessità, a molteplici letture. Aggiornamenti Sociali, nel primo numero dell'anno, ne propone due che affrontano la questione da prospettive diverse.

Le due voci poi si discostano sulle strade proposte per affrontare la crisi: per Alberto Alesina, professore di economia politica all'università di Harvard, «non mancavano le regole, ma sono state applicate male o i regolatori non sono stati sufficientemente attenti»; andrebbero poi riviste le istituzioni internazionali che hanno il compito di governare l'economia mondiale, per esempio «il G8 è un'organizzazione ormai obsoleta», infine sarebbe necessaria «una maggiore trasparenza nell'attività degli operatori finanziari». Tutto questo però senza cadere in un «eccesso di regolazione, che impedirebbe anche al mercato finanziario di assumere il rischio di concedere credito a imprese innovative. Chi avrebbe infatti fornito i fondi ai quattro o cinque capelloni che in un garage hanno creato Google o Apple?».

Nel caso specifico dell'Italia sono necessari «programmi generali di sussidio alla disoccupazione come quelli in vigore in quasi tutti i paesi europei, qualche investimento in infrastrutture, un risparmio sulla spesa pensionistica, la riduzione del cuneo fiscale, cioè della grande differenza tra costo del lavoro per l'impresa e salario netto percepito dal lavoratore». Quella proposta dal professor Alesina è una lettura liberista improntata a una piena fiducia nella capacità di autoregolazione del mercato: si tratta però, questo, di un punto estremamente controverso su cui non vi è accordo.

L'altra voce è quella del Vaticano, che con l'intervento di Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l'ONU, va oltre la denuncia della crisi del sistema di regolamentazione della finanza, e lancia il suo affondo sull'assenza di un codice etico e morale: alla radice della crisi c'è soprattutto l'affarismo selvaggio e la ricerca di guadagno senza scrupoli. Invece, secondo Migliore, una volta «compiute le operazioni di salvataggio finanziario, la comunità internazionale dovrebbe investire sull'aiuto alle popolazioni più povere». La concessione del credito, uno dei fattori che è stato alla base della crisi, «è un'attività sociale necessaria, ma uno stile di vita e un modello economico basati esclusivamente sulla crescita incontrollata dei consumi, e non sul risparmio e la creazione di un capitale produttivo, sono insostenibili dal punto di vista economico, ambientale, e della dignità umana».

Nel numero di gennaio anche:

Bartolomeo Sorge S.I. - Editoriale - Fine vita: la riflessione etica continua

Paolo De Stefani - Sviluppo, pace, ambiente: la terza generazione di diritti umani

Aggiornamenti Sociali - Obama e il voto che cambia la storia: intervista a Norman Birnbaum

Lorenzo Frigerio - Le mafie restituiscano il maltolto

Vittorio Prodi - Educare alla memoria per un futuro di pace: la Scuola di Monte Sole

35a Congregazione Generale della Compagnia di Gesù - Le nuove frontiere per la missione dei gesuiti oggi

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