09 11 10 TENTATO, E, PER ORA, SVENTATO UNO DEI PIÙ EFFICACI ATTACCHI CONTRO LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI CATECHESI DELLA CHIESA

Riceviamo e pubblichiamo

Quanti si sono accorti che nel trascorso mese di ottobre è stato tentato, e, per ora, sventato uno dei più efficaci attacchi contro la libertà di espressione e di catechesi della Chiesa?

La deputatessa Concia (nomen omen…) del PD aveva presentato una proposta di legge che si presentava con l'accattivante veste di normativa a difesa della libertà e della dignità degli omosessuali. Ora, che gli omosessuali in Italia non siano limitati né nelle loro libertà, né nella loro dignità, è tutt'altro discorso. Attualmente tra la sinistra salottiera (e, purtroppo anche tra una parte di destra con poche ma ben confuse idee) è molto chic ergersi a paladini di omosessuali, transessuali, lesbiche, pentasessuali, extrasessuali e poi non sappiamo che altro, perché siamo ancorati, da oscuri conservatori, al vecchio modello per cui esistono uomini e donne, punto e basta.

Ma andiamo avanti. La deputatessa, dicevamo, è scossa dal fatto che gli omosessuali in Italia possano essere discriminati, maltrattati, e non so che altro. Ora, per difendere gli omosessuali, che sono cittadini come tutti gli altri, varrebbero già le norme che proteggono il cittadino dalla violenza altrui, dalla molestia, dall'ingiuria, dalla diffamazione, eccetera. No, la deputatessa pensa che gli omosessuali siano una categoria degna di particolare protezione, stile WWF (e già qui, ci sia concesso, mostra di essere lei una discriminatrice) e quindi elabora una proposta di legge che prevede come aggravante per diversi delitti la "discriminazione sessuale" e che inoltre prevede la punizione di chi, con scritti, discorsi, con qualsiasi mezzo di comunicazione, sostenga che esiste una differenza tra omosessuali ed eterosessuali., o peggio ancora sostenga la negatività della omosessualità.

E già qui siamo nella totale confusione mentale, perché l'egualitarismo venduto a un tanto al chilo, senza riflettere sul significato delle parole, porta a risultati aberranti. Nessuna persona è "uguale" all'altra, ma tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Salvo che secondo la deputatessa Concia abbia sbagliato anche il Padreterno che ha impedito agli uomini di partorire o alle donne di portare la barba, creando così inaccettabili discriminazioni. Naturalmente se asseriamo che non vi è alcuna differenza tra omosessualità ed eterosessualità ne consegue che matrimonio e adozione sono possibili sia per le coppie eterosessuali, sia per quelle omosessuali. E già questo sarebbe un risultato mostruoso, sul quale peraltro stanno lavorando in molti. Ma se poi puniamo chi afferma che esiste la differenza e che magari l'omosessualità è una condizione di anormalità, allora iniziamo a fare una cosa gravissima: a ricreare il reato di opinione, che in genere è uno dei pilastri necessari per la sopravvivenza delle dittature. E che la dittatura si possa realizzare anche con un sistema democratico, non è certo una grande scoperta. Qui non si tratterebbe della dittatura personale di Tizio o di Caio, ma della dittatura del relativismo, che non accettando l'esistenza di un sistema di valori che trascenda l'uomo, porta a risultati sconfortanti sia sul piano della libertà, sia sul piano della pura logica.

Ma ci siamo resi conto che se una norma del genere fosse stata approvata, si sarebbe posto un formidabile bavaglio alla Chiesa, alla sua possibilità di insegnare la morale familiare, di uscire appunto dal relativismo imperante per riferirsi invece a un sistema di valori unico e universale? Tutti i testi di morale andavano rivisti, né i sacerdoti avrebbero potuto dire alcunché contro le visioni distorte della famiglia. Potevamo arrivare all'assurdo di vedere un prete punito laddove si fosse rifiutato di celebrare un matrimonio tra omosessuali. Di vedere un direttore di seminario punito se rifiuta l'ammissione di un omosessuale. O le molte associazioni cattoliche che si occupano di affidamenti e adozioni, di aiuto alla famiglia, di assistenza in genere alle coppie in difficoltà, avrebbero dovuto conformarsi alle nuove "norme morali" imposte per legge e sanzionate con la reclusione e la multa.

La proposta di legge era passata in Commissione, poi è stata bocciata alla Camera, sulla votazione di una eccezione di incostituzionalità presentata dall'UDC, che metteva in luce come la proposta fosse lesiva dell'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, creando una categoria di privilegiati. Ovviamente da parte della sinistra si è gridato allo scandalo, come sempre quando non accade ciò che vogliono loro. Ma in questo caso si preparava la strada per costruire una bella Chiesa Patriottica, su modello cinese, obbediente alle leggi dello Stato e svincolata dal Papa, che non avrebbe certo potuto mutare gli insegnamenti fondamentali della Chiesa, e che peraltro non è perseguibile penalmente, essendo anche un Capo di Stato estero.

Potremmo consolarci e dire che tutto è bene ciò che finisce bene. Ma ci sono particolari che preoccupano. La ministra Carfagna che aveva dichiarato il suo favore alla proposta di legge, nonché nove deputati del PdL che hanno votato contro l'eccezione di incostituzionalità presentata dall'UDC. Vogliamo sperare che la causa di questo singolare comportamento sia da ricercarsi in una lettura superficiale della proposta di legge. Ma invece il caso della Ministra non è comunque scusabile. È un grosso scivolone, e ce ne dispiace perché la Ministra Carfagna in altre occasioni ha dato prova di equilibrio e buon senso.

Ora, nessuno pensa che il PdL sia un "partito di cattolici", né lo desidereremmo. Ma se un partito si pone (e finora lo è stato) come difensore della libertà, come hanno potuto alcuni suoi rappresentanti votare a favore di una norma che, ove approvata, sarebbe stato un colpo magistrale contro la libertà religiosa e comunque contro la libertà di opinione? E che ci fanno quelli che si definiscono "cattolici" nel PD se una sola rappresentante di quel partito (la Binetti) ha votato contro la proposta?

A tutti i nostri signori deputati e senatori, tra i quali ci sono degnissime persone, vorremmo solo dire una cosa: non siamo legati ad alcun partito e ci preme solo che al Governo ci siano forze responsabili, che davvero difendano la libertà, di tutti, senza equivoci e senza confusione mentale. Punto e basta.

Paolo Deotto

Paolo Deotto
Fatti dello Spirito