DIBATTITO - UNA GERARCHIA "STRUZZO"
Anche la Valtellina, ultimo ridotto dove una sana fede radicata nel cuore del popolo poteva far sperare in una progressiva rinascita di valori cristiani, sta mostrando le crepe di un cattolicesimo che da tempo s'annacqua in ricerca di modernità, s'arrocca in difesa di tradizioni desuete, si contenta di mantenere posizioni di potere, si gratifica di celebrazioni di messe in chiese sempre più vuote.
Questa riflessione m'è venuta spontanea dopo che un amico mi ha comunicato che anche il convento di Colda, dopo le Canossiane di Sondrio, chiuderà i battenti per mancanza di "personale".
Mi spiace per il convento di Colda: nei due anni in cui vissi a Sondrio ho frequentato spesso e volentieri quella chiesa di pace, ma il mio rammarico ha radici più profonde.
Da troppi anni chiese, conventi, istituti educativi di ispirazione cattolica chiudono perchè ci sono sempre meno preti, suore, laici impegnati a testimoniare nella vita i valori di una fede nel Cristo che è morto perchè ha annunciato una salvezza per l'uomo diversa dagli schemi del potere di allora.
Mentre in auto scendevo verso casa, ho pensato a chi può essere responsabile di questo progressivo sfacelo.
Ho trovato un solo capro espiatorio: la chiesa del potere.
C'è una dicotomia fra chiesa reale e chiesa legale che affonda le sue radici nella plurisecolare storia del cristianesimo, ma che affiora prepotentemente e violentemente in questi ultimi anni. Sembra di stare sul Titanic: la barca affonda e l'orchestra dei vescovi si trastulla in comunicati illeggibili ed incomprensibili, in pontificali in chiese sempre più deserte, in celebrazioni sacramentali affollate perchè sentite come riti di passaggio tradizionali ma non come reali momenti di crescita di una fede.
A proposito della chiusura del convento di Colda, l'amico mi diceva che avevo ragione.
"Se non rendono il celibato dei preti facoltativo - sosteneva - andranno alla malora altri conventi ed altre chiese".
Avrei potuto facilmente autocompiacermi, ma ho risposto che non è solo il celibato dei preti la risposta al problema. Oh, sì...questo è un problema, certo! Ma non è consentendo il sacerdozio uxorato che avremmo più preti. Non è ricuperando quei circa 100.000 preti sposati che sono nel mondo (posto che qualcuno di questi voglia essere ricuperato!) che si riaprono le chiese ed i conventi.
E' solo ricuperando l'autenticità dell'annuncio evangelico che la novità del Cristo può continuare ad affascinare le generazioni.
Chi lo dovrebbe fare? Chi ha il primario compito di perpetuare un messaggio, di credere a ciò che legge, di insegnare ciò che crede, di praticare ciò che insegna? Tutti i credenti, certo, ma in particolare coloro che si sono seduti sugli scranni come maestri.
I maestri che si sono arrogati questo titolo, latitano. Si mascherano di zucchetto e mozzetta su veste paonazza, s'infilano preziosi anelli alle dita e tagliano nastri, frequentano Rotary, dissertano sull' "Io diviso", partecipano a dibattiti intellettuali dove possono avere una certa visibilità che li autocompiace, ma non sono fra la lo gente.
Che strano: il loro fondatore camminava scalzo per le strade della Palestina con un pugno di seguaci e non aveva una pietra su cui posare il capo e ha rivoluzionato il mondo. I successori del Fondatori vivono in palazzi ristrutturati, caldi d'inverno e freschi d'estate, posano il capo su morbidi cuscini, girano le diocesi senza seguaci e...non rivoluzionano nulla!
Ma s'accorgono che le cose non vanno? Sì, s'accorgono. Ma non sanno che pesci pigliare e allora infilano la testa sotto la sabbia dei documenti, delle riunioni, dei cambi di vicari generali ed episcopali per dare segni di vecchie novità (dove qualcosa cambia perchè si vada avanti come prima) e lasciano che tutto vada avanti per forza d'inerzia.
"Ma il Figlio dell'Uomo, quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?"
Ernesto Miragoli