DAVVERO C'È "UNA PAROLA COMUNE TRA VOI E NOI"?

Dopo il Forum cattolico- musulmano svoltosi a Roma

Ho seguito con molto interesse il Forum cattolico- musulmano svoltosi a Roma dal 4 al 6 novembre 2008 avente per tema "Amore di Dio, amore del prossimo" e ho letto con indicibile gioia il documento finale stilato di comune accordo che accentua gli aspetti positivi di quest' amore di Dio che si deve tradurre in opere concrete per dimostrarlo.

Ma sulla scena mondiale ultimamente sono successi tanti terribili fatti che inducono a porsi degli interrogativi seri sulla buona volontà dell'insieme di esperti religiosi cattolici e musulmani( e perché non sono stati invitati anche rabbini ebrei, i fratelli maggiori delle tre religioni monoteistiche???) di lavorare uniti per il progresso nel bene dell'umanità. Si rimane anche meravigliati del loro parlare "teologicamente" in momenti come questi e pare proprio che gli emeriti capi religiosi, sia cattolici che musulmani leggano poco i giornali, non guardano per niente la TV, non cliccano Youtube o altro su Internet e vivano nella sacra aura che evita loro di "sporcarsi le mani" che so con l'enorme problema delle spose bambine(10- 12 anni) diffusissimo nel medio Oriente,in Africa, in Asia del sud che ha già raggiunto la cifra di 60 milioni e si presume che nei prossimi anni sarà di 100 milioni(Cfr. Unfpa; UNICEF; www.icrw.org ;www.aidos.it …), oppure con le donne lapidate di cui l'ultima, in ordine di tempo, è stata Aisha Ibrahim Dhuhulow di anni 13, considerata impura secondo la Sharia che tutto l'islam rispetta come legge, col torto di essere stata vittima di una violenza sessuale. O- anche- delle ultime e tremende minacce di quel certo Bin Laden che proclama di "punire"( ma chi è Allah?) Barak Obama, l'America e gli stati cristiani se non si convertono al vero Dio, cioè ad Allah!!!

Ma andiamo, siamo più seri, anche se ci stupiscono e ci fanno ridere i tafferugli avvenuti tra armeni ed ortodossi cristiani proprio sul Sepolcro di Gesù a Gerusalemme, nessuno può dirsi senza colpa.

. Nella Bibbia, per chi ancora non lo sa, c'è questo versetto: Quando il Dio Altissimo assegnò ai popoli la terra/quando distribuì gli uomini nel mondo,/ segnò i confini delle nazioni/ e diede a ognuna un dio protettore( Cfr. Deuteronomio 32, 8), quindi se le sue parole sono ritenute sacre dalle religioni abramitiche, perché la prima cosa da fare, non la fanno? Quale? Prendere in mano la Carta dei Diritti umani e dare anche la vita per farli rispettare. Invece… si ignora ancora il diritto del singolo a professare o a cambiare la fede in una religione, lo sfruttamento inumano di tante donne- bambine( a proposito: la lapidazione fu introdotta dal secondo Califfo Omar). Ma ogni musulmano non crede sia una bestemmia immaginare che la decisione di un uomo possa valere più della parola di Dio?Allora qual'è questa "parola comune" per lottare sul serio contro certi costumi selvaggi che colpiscono soprattutto le donne? Il guaio è che nel nostro tempo prevale la prepotenza, il potere cristallizzato come quello del Vaticano( quando vedo quegli apparati di ricchezza e potenza in nome di quel Gesù che li rifiutò assolutamente, vorrei scomparire per la vergogna. Invece, il grande teologo Ratzinger benedice beato chi lo ossequia), come quello degli imam, come quello di tutti i grandi capi che si credono chiamati a salvare l'umanità. Oggi tutti, indistintamente, sono interpellati a rispettare, proteggere, far applicare la Carta dei Diritti umani che è costata fatica e lacrime a quanti l'hanno composta. E non erano solo cristiani, ma ebrei, musulmani e laici. La parola comune del nostro tempo che veramente può unirci non è "Dio", ma Diritto della persona. Tanto per ricordare, quando i musulmani della Germania chiesero un riconoscimento che li equiparasse alle Chiese, lo Stato avanzò tre richieste concernenti il rispetto della Costituzione, cioè dei Diritti Umani: indicare l'interlocutore islamico unico o, nel caso di più interlocutori, specificare la diversità di ortodossia e ortoprassi; in secondo luogo sottoscrivere il diritto all'uguaglianza e pari dignità individuale e sociale dell'uomo e della donna; in terzo luogo riconoscere il diritto di libertà religiosa con le sue conseguenze, cioè la possibilità dell'individuo di determinare la propria religione senza incorrere in spiacevoli conseguenze, e di scegliere liberamente il proprio partner di vita (ricordando che la donna musulmana, secondo la sharîa e le legislazioni degli Stati a maggioranza islamica, non sposa lecitamente né validamente l'uomo non musulmano). A queste domande non seguì risposta e la Germania non stipulò patti ufficiali con i musulmani. Inoltre è da dire che in 44 paesi islamici la Sharia è la fonte legislativa principale ma non è mai l'unica, salvo eccezioni come l'Iran e l'Arabia Saudita. Nessuno pretende che l'Islam sia l'antidoto alla corruzione, alla modernizzazione e all'occidentalizzazione, ma piuttosto l'identità culturale e religiosa di un popolo. Un'Assemblea scelta da una maggioranza di forti tendenze religiose, sia sunnita che sciita, non può ignorare le pretese e le aspirazioni di chi l'aveva eletta. La miglior soluzione per non far precipitare i paesi islamici nel fondamendalismo è la riconciliazione tra l'elemento religioso e quello laico in una Costituzione di tutti all'interno di uno Stato di diritto. Ovviamente, riconosciuta dalla Carta costituzionale dei Diritti umani, nata faticosamente nel 1948 e passata sotto silenzio nel 2008, anno del suo 60° compleanno.

Ma leggiamo i punti più difficili che esistono tra i musulmani e i cattolici.

!) Perché la speciale commissione ha "saltato" accuratamente di discutere su Gesù? Per i musulmani Egli è solo un Profeta, per i cristiani è il Figlio di Dio, incarnatosi nel seno di Maria, vissuto in Palestina al tempo di Ponzio Pilato che poi lo condannò alla morte di croce, risuscitato il terzo giorno e che siede glorioso alla destra del Padre per giudicare i buoni e i cattivi alla fine del mondo(Cfr. Matteo 25, 31- 46) .

Per i musulmani e tanto più per i capi religiosi Gesù è descritto dal Corano e dagli Hadith.

GESU' NEL CORANO

La presentazione della sua vita prescinde dai vangeli e dall'intero Nuovo Testamento. Mai è citato un versetto evangelico e l'accenno agli apostoli, mai citati per nome, è sbrigativo, laddove si dice che Gesù chiese degli aiutanti per la sua missione e gli apostoli risposero di credere in lui. Nonostante questo, anche se Gesù è chiaramente solo una creatura nel Corano ("E in verità, presso Dio, Gesù è come Adamo: egli lo creò dalla terra, gli disse: "Sii!" ed egli fu", sura III, 59 della famiglia di Imràn), pure è chiara l'affermazione della concezione verginale di Maria. Gesù è, da un lato, in nulla diverso dagli altri inviati e profeti che lo precedettero, d'altro lato ha un posto di grande rilievo, come mostra appunto il suo concepimento. L'affermazione che Gesù è inviato a portare l'annuncio di un inviato di nome Ahmad (altro nome per Maometto) mostra chiaramente di conoscere il testo della promessa del Consolatore, dello Spirito Santo, in Giovanni, ma non vi è alcuna argomentazione esplicitata coranica che aiuti a rendersi conto che si sta preferendo al testo evangelico un nuovo testo.

Anche se in altri luoghi il testo coranico è più ambiguo, in un passo rifiuta esplicitamente la realtà della crocifissione di Gesù:

"Per aver detto: "Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù figlio di Maria, Messaggero di Dio", mentre né lo uccisero né crocifissero, bensì qualcuno fu reso ai loro occhi simile a lui (sura IV, 157 delle donne).

Sembra che il giusto Gesù non possa soffrire, che Dio non possa fargli attraversare la sofferenza della croce e, pertanto, Gesù, come è entrato in terra in una maniera diversa dagli altri, così ne esce differentemente, assunto da Dio, per ritornare alla fine dei tempi. Il Corano neanche qui argomenta su cosa sia allora la croce, semplicemente ne prescinde. Gli studiosi islamici successivi rifletteranno poi su quel "Qualcuno fu reso simile a lui" indicando che sulla croce sarebbe salito o Giuda o Pietro o altri.

La figura di Gesù, insomma, ha un rilievo, ma la Bibbia non è fonte per la conoscenza di lui.

GESU' NEGLI HADITH

Nella letteratura islamica uno spazio particolare è dato ai detti attribuiti al profeta Maometto, chiamati "hadith". Le parole a lui attribuite appaiono inferiori al solo Corano e talvolta hanno quasi lo stesso valore. Esse sono state trasmesse, secondo la concezione islamica ortodossa, da catene di garanti che dapprima le udirono direttamente da Maometto e poi le trasmisero oralmente e infine per iscritto. Ne è testimonianza la più illustre raccolta canonica di questi hadith che è il Sahih di al-Buhari, composto nel IX secolo d.C. Al- Buhari, di origine iranica, nato intorno all'810 d.C., peregrinò 16 anni per raccogliere in ogni parte del mondo islamico di allora questi detti attribuiti al Profeta. Le tradizioni più interessanti conservatici dagli Hadith e non dal Corano sono quelle che si riferiscono al ritorno di Gesù come Messia (al-masih) alla fine dei tempi. Se già il Corano parla del ritorno di Gesù al momento del giudizio ("Ed egli non è che un presagio dell'Ora", Sura 43, 61) gli hadith precisano ulteriormente:

"Giuro su Dio che Gesù discenderà dal cielo e sarà giudice equo, distruggerà la croce, ucciderà i maiali, toglierà la tassa ai non musulmani, lascerà andare le cammelle più giovani ma nessuno se ne interesserà; spariranno invece l'odio, la gelosia e l'invidia e quando egli chiamerà la gente a prendere ricchezze, nessuno lo farà".

Gli hadith ci tramandano ulteriori affermazioni relative ad esso:

"Sarà in quel momento che Dio manderà il messia Gesù, che discenderà dal cielo presso il minareto bianco nella parte orientale di Damasco, tra due vesti tinte di color zafferano e con le mani appoggiate sulle ali di due angeli. Quando abbasserà la testa, cadranno gocce di sudore dalla sua testa e quando la solleverà si spargeranno invece gocce come perle. Tutti gli infedeli che annuseranno l'odore del suo respiro moriranno e il suo respiro giungerà fin dove è in grado di vedere. Si metterà allora a cercare l'Anticristo finché lo raggiungerà presso la porta di Lod e lo ucciderà. Solo un popolo che Dio ha protetto da lui verrà da Gesù figlio di Maria ed egli ripulirà i loro volti e racconterà loro del loro rango in paradiso. Sarà allora che Dio rivelerà a Gesù: "Io ho preso tra i miei servi un popolo che nessuno sarà in grado di combattere; porta in salvo questi miei servi al monte"… Gesù e i suoi compagni supplicheranno Dio che manderà contro di loro degli insetti che si attaccheranno al collo. Alla mattina seguente moriranno insieme, come una persona sola. Poi il profeta di Dio Gesù ed i suoi compagni scenderanno sulla terra, ma non troveranno sulla terra neppure lo spazio di una spanna che sia privo della loro putrefazione e del loro fetore… Sarà allora che Dio manderà un vento piacevole che soffierà persino sotto le loro ascelle e prenderà la vita di ogni musulmano; solo i malvagi resteranno e si salteranno addosso come asini, e poi verrà l'ora del Giudizio".

Però Il Dio della Bibbia è quello che "manda" l'uomo, che gli dice "va" e "fai". L'uomo deve dunque avere la consapevolezza di questa chiamata: un appello non astratto, ma che ha contenuti assai precisi e si manifesta concretamente nel servizio verso tutta l'umanità.

Per questo la Bibbia non considera l'esperienza religiosa come espressione solo sacramentale e rituale; e neppure come un fatto essenzialmente personale, interiore. Il suo e un messaggio pubblico, una proclamazione "per le nazioni". Quindi non prospetta dottrine consolatorie, non invoca la rassegnazione, ma esige il cambiamento, l'azione per migliorare le cose, per rovesciare la realtà negativa che opprime l'uomo. Per questo essa è essenzialmente democratica: perché, mentre condanna la violenza e l'arroganza dei potenti, promette la salvezza - anche materiale - a tutti, specialmente agli "ultimi", quelli che la società normalmente rifiuta.

Parole per capire

La traduzione italiana della Dichiarazione

Il Forum cattolico-musulmano è stato costituito dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e da una Delegazione dei 138 firmatari musulmani della Lettera aperta intitolata Una Parola Comune, alla luce di tale documento e della risposta di Sua Santità Benedetto XVI tramite il suo segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. Il suo primo Seminario si è svolto a Roma dal 4 al 6 novembre 2008. Sono intervenuti ventiquattro partecipanti e cinque consiglieri di ciascuna delle due religioni. Il tema del Seminario è stato "Amore di Dio, amore del prossimo". Il dibattito, condotto in un caldo spirito conviviale, si è concentrato su due grandi temi: "fondamenti teologici e spirituali", "dignità umana e rispetto reciproco". Sono emersi punti di similitudine e di diversità che riflettono lo specifico genio distintivo delle due religioni.

1. Per i cristiani la fonte e l'esempio dell'amore di Dio e del prossimo è l'amore di Cristo per suo Padre, per l'umanità e per ogni persona. "Dio è amore" (1 Giovanni, 4, 16) e "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Giovanni, 3, 16). L'amore di Dio è posto nel cuore dell'uomo per mezzo dello Spirito Santo. È Dio che per primo ci ama permettendoci in tal modo di amarlo a nostra volta. L'amore non danneggia il prossimo nostro, piuttosto cerca di fare all'altro ciò che vorremmo fosse fatto a noi (cfr. 1 Corinzi, 13, 4-7). L'amore è il fondamento e la somma di tutti i comandamenti (cfr. Galati, 5, 14). L'amore del prossimo non si può separare dall'amore di Dio, perché è un'espressione del nostro amore verso Dio. Questo è il nuovo comandamento "che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Giovanni, 15, 12). Radicato nell'amore sacrificale di Cristo, l'amore cristiano perdona e non esclude alcuno. Quindi include anche i propri nemici. Non dovrebbero essere solo parole, ma fatti (cfr. 1 Giovanni, 4, 18). Questo è il segno della sua autenticità.

Per i musulmani, come esposto nella lettera Una Parola Comune, l'amore è una forza trascendente e imperitura, che guida e trasforma lo sguardo umano reciproco. Questo amore, come indicato dal Santo e amato profeta Maometto, precede l'amore umano per l'Unico Vero Dio. Un hadith indica che l'amore compassionevole di Dio per l'umanità è persino più grande di quello di una madre per il proprio figlio (Muslim, Bab al-Tawba: 21). Quindi esiste prima e indipendentemente dalla risposta umana all'Unico che è "l'Amorevole". Questo amore e questa compassione sono così immensi che Dio è intervenuto per guidare e salvare l'umanità in modo perfetto, molte volte e in molti luoghi, inviando profeti e scritture. L'ultimo di questi libri, il Corano, ritrae un mondo di segni, un cosmo meraviglioso di maestria divina, che suscita il nostro amore e la nostra devozione assoluti affinché "coloro che credono hanno per Allah un amore ben più grande" (2: 165) e "in verità il Compassionevole concederà il suo amore a coloro che credono e compiono il bene" (19: 96). In un hadith leggiamo che "Nessuno di voi ha fede finquando non ama per il suo prossimo ciò che ama per se stesso" (Bukhari, Bab al-Iman: 13).

2. La vita umana è un dono preziosissimo di Dio a ogni persona; dovrebbe essere quindi preservata e onorata in tutte le sue fasi.

3. La dignità umana deriva dal fatto che ogni persona è creata da un Dio amorevole per amore, le sono stati offerti i doni della ragione e del libero arbitrio e, quindi, è stata resa capace di amare Dio e gli altri. Sulla solida base di questi principi la persona esige il rispetto della sua dignità originaria e della sua vocazione umana. Quindi ha diritto al pieno riconoscimento della propria identità e della propria libertà da parte di individui, comunità e governi, con il sostegno della legislazione civile che garantisce pari diritti e piena cittadinanza.

4. Affermiamo che la creazione dell'umanità da parte di Dio presenta due grandi aspetti: la persona umana maschio e femmina e ci impegniamo insieme a garantire che la dignità e il rispetto umani vengano estesi sia agli uomini sia alle donne su una base paritaria.

5. L'amore autentico del prossimo implica il rispetto della persona e delle sue scelte in questioni di coscienza e di religione. Esso include il diritto di individui e comunità a praticare la propria religione in privato e in pubblico.

6. Le minoranze religiose hanno il diritto di essere rispettate nelle proprie convinzioni e pratiche religiose. Hanno anche diritto ai propri luoghi di culto e le loro figure e i loro simboli fondanti che considerano sacri non dovrebbero subire alcuna forma di scherno o di irrisione.

7. In quanto credenti cattolici e musulmani siamo consapevoli degli inviti e dell'imperativo a testimoniare la dimensione trascendente della vita attraverso una spiritualità alimentata dalla preghiera, in un mondo che sta diventando sempre più secolarizzato e materialistico.

8. Affermiamo che nessuna religione né i suoi seguaci dovrebbero essere esclusi dalla società. Ognuno dovrebbe poter rendere il suo contributo indispensabile al bene della società, in particolare nel servizio ai più bisognosi.

9. Riconosciamo che la creazione di Dio nella sua pluralità di culture, civiltà, lingue e popoli è una fonte di ricchezza e quindi non dovrebbe mai divenire causa di tensione e di conflitto.

10. Siamo convinti del fatto che cattolici e musulmani hanno il dovere di offrire ai propri fedeli una sana educazione nei valori morali, religiosi, civili e umani e di promuovere un'accurata informazione sulla religione dell'altro.

11. Professiamo che cattolici e musulmani sono chiamati a essere strumenti di amore e di armonia tra i credenti e per tutta l'umanità, rinunciando a qualsiasi oppressione, violenza aggressiva e atti terroristici, in particolare quelli perpetrati in nome della religione, e a sostenere il principio di giustizia per tutti.

12. Esortiamo i credenti a operare per un sistema finanziario etico in cui i meccanismi normativi prendano in considerazione la situazione dei poveri e degli svantaggiati, siano essi individui o nazioni indebitate. Esortiamo i privilegiati del mondo a considerare la piaga di quanti sono colpiti più gravemente dall'attuale crisi nella produzione e nella distribuzione alimentare, e chiediamo ai credenti di tutte le denominazioni e a tutte le persone di buona volontà di cooperare per alleviare la sofferenza di chi ha fame e di eliminare le cause di quest'ultima.

13. I giovani sono il futuro delle comunità religiose e delle società in generale. Vivranno sempre di più in società multiculturali e multireligiose. È essenziale che siano ben formati nelle proprie tradizioni religiose e ben informati sulle altre culture e religioni.

14. Abbiamo concordato di prendere in considerazione la possibilità di creare un Comitato cattolico-musulmano permanente, che coordini le risposte ai conflitti e ad altre situazioni di emergenza, e di organizzare un secondo Seminario in un Paese a maggioranza musulmana ancora da definire.

15. Attendiamo dunque il secondo Seminario del Forum cattolico-musulmano che si svolgerà approssimativamente entro due anni, in un Paese a maggioranza musulmana ancora da definire.

Tutti i partecipanti sono stati grati a Dio per il dono di questo tempo trascorso insieme e per questo scambio proficuo.

Alla fine del Seminario, Sua Santità Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti e, dopo gli interventi del professor Seyyed Hossein Nasr e del Gran Mufti Mustafa Ceric, ha parlato al gruppo. Tutti i presenti hanno espresso soddisfazione per i risultati del Seminario e la loro aspettativa di un ulteriore proficuo dialogo.

(©L'Osservatore Romano - 8 novembre 2008)

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Fatti dello Spirito