KHOL e DON CESCON 2012.VIII.20.12

Riceviamo e pubblichiamo:

"Occorrerebbe il coraggio avuto da Helmut Kohl per i democratici cristiani tedeschi. Pur rifacendosi ai valori del cristianesimo ha laicizzato il partito democristiano sulle questioni etiche non più condivise, diluendo alcune posizioni cattoliche e aprendo moderatamente ai diritti civili. Ma i cattolici italiani, la gerarchia stessa, sono disposti a percorrere la strada di una sia pur minima laicizzazione dell'ispirazione cristiana di un partito?" Parole e pensieri chiaramente in opposizione con la dottrina cattolica che non accetta compromessi e "diluizioni" sui cosiddetti valori non negoziabili. "Castroneria" (o eresia?) che se proferita da un "Carneade Casini" qualunque (vale a dire colui che a parole dice di essere cattolico, ma nei fatti veicola azioni politiche lontane anni luce dal magistero della chiesa) sarebbe stata liquidata come l'ennesima boutade da vecchia volpe democristiana a caccia di voti. Peccato che la "sparata" apparsa il 19 agosto su alcune testate nazionali, sia stata detta da don Bruno Cescon, docente di studi teologici e direttore di settimanali cattolici. E' "normale" che un uomo di chiesa abbia l'ardire (seppur mascherato sotto le sembianze della domanda ingenua) di suggerire il calendario alle gerarchie vaticane? E' normale che un uomo di Dio auspichi che i laici e la stessa Chiesa cattolica svendano i valori cattolici in favore dei cosiddetti valori civili? E quali sarebbero i valori civili per il teologo Cescon? Aborto, divorzio, fecondazione artificiale, droga libera, e omosessualità? E pensare che pochi giorni prima il card Bagnasco aveva detto che "i cristiani com'è loro dovere, sono stati e continueranno ad essere lievito nella società con fiducia e spirito di servizio, consapevoli di aver ricevuto un giacimento inesauribile di visione e di valori religiosi, umani e culturali. La loro presenza non è codificata in formule specifiche, fatta salva la consapevolezza che sui principi di fondo non si può mercanteggiare, che i valori non sono tutti uguali ma esiste una gerarchia; che l'etica della vita e della famiglia non sono la conseguenza ma il fondamento della giustizia e della solidarietà sociale". Prima di impartire lezioni ai laici cristiani, il presidente della Cei, non farebbe meglio ad insegnare i rudimenti della teologia a quei non pochi preti che amano mercanteggiare con i nemici della vita, della famiglia, della Verità e di Dio?

Gianni Toffali

Il discorso é complesso ma in ogni caso riconducibile alla massima, laica, latina secondo cui il "summum jus" costituisce "summa iniuria". Non poprtando il mercatismo anche sui valori anche perché la nostra vita quotidiana, quella della comunità non sono fatte di valori ma di interpretazioni dei valori. Storicamente la rigidità della chiesa sull'interpretazione dei valori, quando talvolta lan forma opprime la sostanza, é stata un guaio al pari da un lato dei "Don Abbondio" e dall'altro di chi ritiene di portare avanti un suo originale Magistero (ndr)

Fatti dello Spirito