Agli amici di Terzo Millennio c/o Basilica della Madonna di Tirano - 21 aprile 2013: beatificazione di Nicolò Rusca

Anche se non sono lì con voi fisicamente, sono unita profondamente con il cuore. Esulto insieme ai valtellinesi, partecipando virtualmente alla beatificazione di un grande testimone della fede, degno discepolo di san Carlo Borromeo nella predicazione e nella testimonianza del Vangelo.

Uomo del dialogo, anticipatore illuminato della Chiesa del tempo attuale. Egli aveva mirabilmente compreso che la missione e l'interculturalità sono campi riflessivi ed esistenziali complementari. L'interculturalità, infatti, sorge proprio dall'incontro esistenziale tra le diverse visioni del mondo, le quali in realtà si trovano quando non rifuggono l'autentico incontro stesso, l'apertura del nucleo intimo delle corrispettive culture. In ultima istanza si tratta di un incontro religioso, dal momento in cui si indaga il senso ultimo della vita e della realtà. Per capire l'altro occorre uno sforzo preceduto dall'intenzione di conoscerlo e reso possibile dalla simpatia (→ com-passione): quell'attributo dimenticato della divinità, sebbene sia stato enfatizzato dalla Scrittura (2Cor 1,3) e faccia parte del Sermone della Montagna (Lc 6, 36).

Gli interlocutori di don Rusca non avevano compreso il suo gesto profondamente agapico del dialogo, dell'apertura alla comprensione e il santo sacerdote fu martirizzato. Che l'effusione del suo sangue sia seme di pace e di intelligente apertura al confronto.

Cercare il presente è approfondire nella realtà reale, trovare il Mistero, ma sempre in cammino, insufficiente e provvisorio. Il beato Nicolò ci invita a ripensare e riformulare le nostre radici cristiane per essere veramente fedeli ad esse. È tempo di assumere pienamente l'immagine di Dio in relazione e, dunque, come alterità che genera vita, donandola.

Quel Dio che nella storia permette l'alterità delle religioni e delle culture come qualcosa di positivo e di accogliente.

Sfida da accogliere - l'eredità di don Rusca - per imparare a vivere e ad abitare il presente sino dalla sua profondità-larghezza: assumere radicalmente il

crepuscolo del futuro con tutte le sue conseguenze; sperimentare e parlare di Dio dalla e per la realtà, ascoltando e interagendo con le presenze sia umane

che cosmiche e divine.

Un abbraccio a tutti voi indimenticabili cari amici conosciuti tramite Angelo: che la SS. Vergine vegli sempre sulla vostra vita.

Vostra

maria gabriella martini

www.gazzettadisondrio.it 20.4 n.11/2013, anno XVII

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