09 10 25 ---------> (Aggiornamento del 25.10) GIORNATA STRAORDINARIA: A MILANO BEATIFICATO DON GNOCCHI. FRA LE DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE CHE GREMIVANO PIAZZA DUOMO LA PRESENZA VALTELLINESE (ALPINI E AIDO)
Nella "prima domenica dopo la dedicazione" stamane, domenica 25 maggio, "Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Carlo Gnocchi sacerdote ambrosiana" in una piazza Duomo gremitissima. Oltre ovviamente alle rappresentanze della Chiesa ambrosiana, della Fondazione Don Gnocchi, delle Autorità (fra gli altri l'on. Letta per il Governo, il Sindaco Moratti, il Presidente della Regione Formigoni, della Provincia Podestà, del Sindaco di San Colombano al Lambro, paese natale del Beato, dei due ex-ciechi (Amabile Battistello e Silvio Colagrande) che ebbero in dono le cornee di Don Gnocchi quando non era ancora consentito aprendo così la via alla terapia dei trapianti, c'era anche una significativa rappresentanze valtellinese. Gli alpini - ce n'erano tantissimi arrivati da ogni parte d'Italia perché il Beato era stato un loro commilitone e una rappresentanza dell'AIDO. La Beatificazione è stata presieduta dall'Arcivescovo Mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi in rappresentanza del Papa che però ha poi voluto a mezzogiorno rivolgersi direttamente da Roma all'imponente piazza milanese, imponente per partecipazione, perfetta come organizzazione ma soprattutto pienamente sentita sin quasi alla commozione. Ha invece presieduto la celebrazione eucaristica il cardinale Dionigi Tettamanti, Arcivescovo di Milano. Ulteriore presenza, indiretta, valtellinese nel libretto della cerimonia edito dal Servizio per la Pastorale Liturgica e dal Comitato per la Beatificazione di don Gnocchi con intervento del Credito Artigiano del Gruppo Credito Valtellinese.
Don Carlo Gnocchi
Dalla Radio Vaticana il ricordo del nuovo Beato:
"Don Carlo Gnocchi, presbitero pieno di zelo pastorale tra i giovani negli oratori e nei pericoli della guerra, che coronò la sua missione dedicando le sue energie ai piccoli orfani, mutilati, poliomielitici, vittime innocenti del dolore", d'ora in poi sarà chiamato Beato e la sua festa "si celebrerà nei luoghi e secondo le regole stabilite dal Diritto ogni anno il 25 ottobre". Sono le parole pronunciate stamani in piazza Duomo a Milano, a nome del Papa, da monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei Santi. Alla cerimonia di beatificazione, presieduta dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, hanno partecipato oltre cinquantamila persone. Il servizio da Milano di Fabio Brenna:
Un compleanno speciale per don Carlo Gnocchi, beatificato nel corso della celebrazione in piazza Duomo a Milano, nel giorno della sua nascita avvenuta il 25 ottobre 1902. Una festa a cui si è aggiunto il saluto del Papa e dei fedeli riuniti per l'Angelus in Piazza San Pietro. Benedetto XVI ha voluto ricordare così il "papà dei mutilatini":
"Egli fu dapprima valido educatore di ragazzi e giovani. Nella seconda guerra mondiale divenne cappellano degli Alpini, con i quali fece la tragica ritirata di Russia, scampando alla morte per miracolo. Fu allora che progettò di dedicarsi interamente ad un'opera di carità. Così, nella Milano in ricostruzione, Don Gnocchi lavorò per 'restaurare la persona umana' raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine, e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi. La sua opera ha continuato a svilupparsi ed oggi la Fondazione Don Gnocchi è all'avanguardia nella cura di persone di ogni età che necessitano di terapie riabilitative".
Il collegamento col Papa ha suggellato una domenica di sole, con 50 mila persone accorse a testimoniare ancora una volta l'affetto per il cappellano degli Alpini in Russia, precursore dei trapianti col dono delle sue cornee, quando, alla sua morte, il 28 febbraio 1956, non esisteva ancora una legge in Italia. Il rito di beatificazione è stato presieduto dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, alla presenza di mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e del cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Nell'omelia, il cardinale Tettamanzi ha sottolineato la molteplicità delle vocazioni di questo prete ambrosiano che, ha detto, "ha consumato la sua vita nella ricerca del volto di Cristo impresso nel volto di ogni uomo", nella convinzione che solo la carità poteva e può salvare il mondo:
"Don Carlo ha saputo coinvolgersi con dedizione entusiastica e disinteressata, non solo nella vita della Chiesa ma anche in quella della società; e lo ha fatto coltivando con grande intelligenza e vigore l'intimo legame tra la giustizia e la carità. Una carità che tende le mani alla giustizia, egli diceva. E noi possiamo continuare la sua opera chiedendo oggi alla giustizia di tendere le mani alla carità!".
Nel messaggio finale, mons. Amato ha ricordato come don Carlo Gnocchi fu "un prete tutto di Cristo, tutto della Chiesa, tutto del prossimo bisognoso e sofferente". Del neo beato ha ricordato le parole dal fronte russo: "Desidero e prego dal Signore una sola cosa: servire per tutta la vita i suoi poveri: ecco la mia 'carriera'".
PS Sul quotidiano Il Giorno, a pag. 16, domenica 25 é comparso uno scritto di Don Vittorio Chiari, notissimo in Valtellina e non solo per essre stato il Direttore a Sondrio dei Salesiani, che nel titolo sintetizza quale era la missione di Don Ognocchi: consolare e sorreggere.