PAOLO DI TARSO, IL POTENTE DEL CRISTIANESIMO

Quando ero ragazzina ho vinto un concorso di quesiti religiosi, indetto dalla Diocesi di Napoli e le domande principali erano su s. Paolo. Ero pazza di lui. Lo immaginavo come abile cavaliere all'inseguimento dei traditori del giudaismo. Lo vedevo impavido e coraggioso alla stregua di Alessandro, di Giulio Cesare. Poi… quando fu atterrato sulla Via di Damasco e scelse Gesù che pure amo tantissimo, non mi piacque più. Lo considerai un "traditore" della sua fede, uno che aveva accettato di servire un Padrone più grande di quello in cui credeva. Lui un fariseo fanatico che pretendeva l'applicazione minuziosa della legge di Mosè, si fece convincere subito da Gesù che lui perseguitava ferocemente( manteneva i mantelli di quanti lapidarono a morte Stefano). Mi sentii tradita. Crescendo ho letto poi moltissimo su di Lui. E debbo dire che non tutto è benevolo come appare negli scritti dei cristiani che ne tessono assolutamente gli elogi. Anche Paolo di Tarso, se l'è dovuta vedere col Padreterno. E' anche vero, però, che nel suo nome, è sorto un impero mediatico(i paolini e le paoline case editrici che hanno un business da capogiro))perché gli è stata riconosciuta la grande abilità del "comunicatore". Pochi come lui erano convincenti ed esaustivi al punto di trascinare le folle alla fede in Gesù, ma altrettanto pochi come lui sono riusciti a convincere sulla sua improbabile esistenza.

Uno strano libro, non più di moda( i cristiani fanno presto a seppellire gli intellettuali che raccontano altre storie sul loro conto) "Gesù come manager" di Bob Briner che fu accantonato come trash, raccontava in modo divertente "l'ingaggio" di Saulo da parte di Cristo, dopo l'atterramento a Damasco. In altre parole, Saulo diventato poi Paolo, dopo la penitenza e il battesimo, era fanatico prima per Mosè, lo divenne poi per Gesù.

Con i suoi tanti viaggi ammirevoli(storicamente, però, sono difficilissimi da dimostrare) e degni di stima per "accendere" il fuoco per Cristo nel mondo allora conosciuto, sono da ritenere una delle più enormi imprese del genio umano.

La Chiesa cattolica con le altre "sorelle" che ancora fanno la comunione divise, hanno dichiarato nella solenne cerimonia svoltasi a s. Pietro il 29 giugno 2008, l'Anno paolino(29 giugno 2008- 29 giugno 2009). La sua storia, da qualunque angolo la si rimiri, è intrigante ed affascinante( pensate alle navi romane di quel tempo, soggette a tempeste e a naufragi e lui le ha prese per vari viaggi dalla Palestina a Roma ed oltre, senza paura, bruciato com'era dalla passione per Cristo). Forse la sarà meno per le donne che lui ha sfruttato abilmente durante la sua missione e cosa direbbe ora nell'apprendere che nella chiesa anglicana una donna è stata nominata vescovo??? .

Paolo è Paolo. Non si discute: si accoglie o si ignora.

Qualche elemento della sua vita

Paolo di Tarso (Tarso inizio I secolo - Roma 64-67 ca. d.C.), santo e martire, figura centrale del cristianesimo delle origini, organizzatore, nel corso della sua intensa e infaticabile attività missionaria, di numerose comunità cristiane e per questo chiamato 'apostolo delle genti'. Le sue lettere, inviate tra gli anni 36-60 e indirizzate alle varie comunità sparse nel territorio dell'impero romano, rappresentano le prime elaborazioni teologiche della fede cristiana e furono riconosciute fondamentali e inserite nel Nuovo Testamento.

Nato a Tarso, in Cilicia, da genitori ebrei di rigida osservanza all'inizio dell'epoca cristiana, Paolo assunse il nome dall'antico re ebreo Saul, grecizzato in Saulo, e venne allevato secondo l'interpretazione farisaica della Legge. Come giovane ebreo della diaspora, Saul assunse il nome Paolo (Paulos), forma greca del cognomen latino Paulus, foneticamente simile al suo nome ebraico. Avendo vissuto in una città fortemente ellenizzata quale era Tarso, è probabile che egli abbia anche ricevuto una certa educazione greca. Rimane comunque indubitabile che la sua cultura fosse soprattutto ebraica, frutto di un insegnamento impartitogli probabilmente a Gerusalemme dal famoso maestro Gamaliele, e mirata a fare di lui un rabbino. Giudeo zelante e con incarichi di repressione dell'eresia cristiana, egli perseguitò accanitamente la nascente Chiesa cristiana, che vedeva come una setta ebraica infedele alla Legge (Galati 1:13); dagli Atti degli Apostoli risulta che presenziò alla lapidazione di santo Stefano, primo martire cristiano, approvandola.

Paolo divenne cristiano dopo aver avuto una visione di Cristo durante un viaggio da Gerusalemme a Damasco (Atti 9:1-19, 22:5-16, 26:12-18). Egli non definì mai l'episodio una 'conversione' da una fede religiosa a un'altra: la rivelazione di Cristo segnò piuttosto la fine di ogni esperienza precedente e si configurò come un unico e inscindibile evento, una chiamata di Dio a riconoscere in Cristo il Messia e il compimento delle Scritture. Riconoscendo la legittimità della missione di Pietro presso gli ebrei, egli tuttavia si convinse che la salvezza rappresentasse una chiamata di Dio per il mondo intero, paradossalmente coinvolto in un destino salvifico proprio a causa del rifiuto degli ebrei di aderire all'evangelo cristiano.

Secondo il noto resoconto riportato negli Atti, Paolo compì tre viaggi apostolici , animati da intense preoccupazioni pastorali (ad esempio la raccolta di offerte in denaro tra le comunità cristiane da lui fondate per la carestia a Gerusalemme, Atti 11:27-30) e finalizzati all'unione delle Chiese della sua missione presso i pagani con quelle di sensibilità giudeo-cristiana. Un primo viaggio lo condusse in Asia Minore, prendendo le mosse da Antiochia dove il viaggio si concluse; successivamente visitò Galazia e Grecia, toccando fra le altre Atene, Corinto, Tessalonica e Filippi, dove le comunità da lui fondate furono anche destinatarie di parte delle sue lettere; un terzo viaggio lo riportò in Asia (Efeso) e in Macedonia. Più volte risulta che nel corso dei suoi viaggi e del suo apostolato fu perseguitato e sottoposto a martirio. Dagli Atti impariamo che venne imprigionato a Gerusalemme in seguito ad alcuni scontri provocati dai suoi oppositori ebrei, e che fu poi trasferito a Roma; negli Atti Paolo accenna anche all'eventualità della propria morte (Atti 20:24 e 20:38): secondo alcune fonti fu giustiziato a Roma nel 64 d.C. sotto Nerone; secondo altre in quel periodo egli compì un viaggio forse in Spagna e quindi in Oriente, per fare ritorno a Roma dove avrebbe trovato la morte attorno al 67.

Le Fonti

Il Nuovo Testamento contiene quattordici lettere riconducibili a Paolo, sette delle quali risalgono direttamente all'apostolo: la prima lettera ai Tessalonicesi, Galati, 1-2 Corinzi, Romani, Filippesi e Filemone. Proprio le lettere, unitamente agli Atti degli Apostoli, costituiscono la principale fonte di informazioni sulla sua vita, ed è a queste che la maggior parte degli studiosi si rivolge.

La sua TEOLOGIA

È quasi impossibile riassumere il pensiero di Paolo, se si considera il fatto che ogni lettera è stata scritta a una Chiesa in particolare e che egli avvertiva la necessità di adattare i propri insegnamenti ai problemi specifici di quella comunità per emendarne gli eventuali errori. Persino la Lettera ai Romani, l'epistola più completa, non fornisce un'esposizione esaustiva della sua teologia, anche se alcune tematiche e idee vengono ribadite con una frequenza tale da poter essere considerate l'essenza del suo pensiero. Tra queste va certamente notata l'insistenza sul valore salvifico e redentivo dell'evento di Cristo: la sua morte e resurrezione rappresentano la novità della storia umana, implicita nelle promesse fatte a Israele. Ora, la morte e il peccato, nel loro reciproco rimandarsi, sono vinti e la fede consente di aderire e partecipare al destino di resurrezione di Cristo.

Le basi della cronologia Paolina

Nella prima prigionia romana, quando Paolo scrive la Lettera a Filemone si considera vecchio, perciò si può stabilire l'età fra i 50-60 anni (Fil. 9). Alla morte di Stefano è giovane (Atti 7:58). La gioventù per gli antichi oscillava fra i 30 e i 40 anni. Paolo poteva allora avere circa 30 anni. L'attivismo e la fiducia che il sinedrio gli accorda confermano tale età.

1. La Misnàh stabilisce a 15 anni lo studio del Talmud e a 18 il matrimonio. Quando studia con Gamaliele, ha compiuto i 15 anni; aggiungendo gli anni di studio e quelli di assenza da Gerusalemme, durante il ministero di Gesù, alla morte di Stefano ha circa trent'anni.

2. Pilato fu deposto nel 36. Non è probabile che il martirio di Stefano sia avvenuto sotto il suo governo senza il suo consenso, ma è possibile nell'intervallo tra la deposizione di Pilato, e l'arrivo del successore Marcello. Per questo è molto probabile l'anno 36 per il martirio di Stefano e la conversione di Paolo, poco tempo dopo. Se allora ha circa trent'anni, egli è nato dopo Cristo, verso l'anno 6 dell'era cristiana.

Altri pongono l'anno 34 come data della conversione.

1. Areta IV regnava a Damasco, quando Paolo fuggì di là, poco dopo il suo battesimo (2 Cor 11:32-33). Non è probabile che i Romani avessero rinunciato a Damasco mentre era in vita Tiberio, di carattere energico, morto nel marzo del 37, ma che Areta si sia impadronito di Damasco al tempo di Caligola (37-41). Areta morì nel 40; la fuga di Paolo, a tre anni dalla conversione, avviene tra il 37 e il 40.

2. L'inizio del regno di Agrippa I fu tra 41 e 42 e coincide col martirio di San Giacomo.

Il viaggio delle offerte fu fatto poco dopo la morte di Agrippa I, nell'anno 44. Quindi, tra 39 e 43 Paolo si trova in Cilicia, nel 44 va a Gerusalemme con Barnaba ed inizia il primo viaggio apostolico (Atti 11:27-30; 12:25).

1. Nel secondo viaggio è ospitato a Corinto in casa di Aquila e di Priscilla, appena giunti da Roma, poiché Claudio (41-54) aveva cacciato tutti i Giudei nell'anno 49-50 (Atti 18.2-3). L'inizio del secondo viaggio si può porre quindi fra il 50 e il 51.

2. Passa un anno e mezzo a Corinto prima di comparire davanti a Gallione, che fu per un anno proconsole romano di Corinto. Dall'iscrizione di Delfi che lo riguarda si è potuto fissare questo anno, che fu il 52. Siccome il secondo viaggio finì non molto dopo, possiamo fissare la sua fine fra il 52 e il 53.

Chiave importante per la cronologia di Paolo è l'inizio del governo di Festo, che fu in Giudea nell'anno 60. Paolo, due anni dopo esser stato messo in prigione in Cesarea, gli fu presentato. Quindi la prigionia in Gerusalemme, che coincide con la fine del terzo viaggio, era iniziata nell'anno 58. Festo lo mandò in seguito a Roma, cioè nello stesso 60. Quando giunse a Creta era passata la festa dell'Espiazione o del Grande Digiuno (Atti 27:9), che cadeva agli inizi di ottobre. Si era imbarcato, quindi, sul finire dell'estate o all'inizio dell'autunno del 60. Siccome passa tre mesi a Malta (Atti 28:11) e riprende la navigazione dopo l'inverno, il suo arrivo a Roma si può fissare con sicurezza nella primavera del 61. La prima prigionia romana dura due anni (Atti 28:30). Sembra molto sicuro l'anno 63 per la fine del processo e l'assoluzione di Paolo. Nel 64 non poteva piu trovarsi sotto la custodia di Nerone, poiché in quell'anno avvenne l'incendio di Roma e iniziò la prima persecuzione contro i cristiani. Paolo sarebbe stato una delle prime vittime se non fosse stato già in libertà e fuori di Roma. È questo il tempo indicato del viaggio in Spagna.

Le lettere

Le lettere di San Paolo appartengono al genere letterario "epistolare" ma si differenziano per lo stile, per l'impostazione e per la schematizzazione nella stesura.

La critica riconosce per «sicuramente paoline» la prima lettera ai Tessalonicesi, la prima e seconda lettera ai Corinzi, quelle ai Romani, Galati, Filippesi e a Filemone. Qualche riserva è stata rivolta nei confronti della seconda lettera ai Tessalonicesi e quelle agli Efesini e Colossesi. Dubbi più seri riguardano 1° e 2° Timoteo e la lettera a Tito, soprattutto se si esclude la liberazione di Paolo nel 64 e il viaggio in Spagna (sarebbero in questo caso scritte molto probabilmente da discepoli). Si esclude con sicurezza la paternità della lettera agli Ebrei.

Ruolo storico di San Paolo

Il ruolo storico di San Paolo fu quello di allargare l'orizzonte di diffusione della fede in Cristo ai non Giudei, consentendo la non circoncisione dei credenti e il superamento del ritualismo ebraico; il superamento, inoltre, del concetto di esclusivismo tipico del popolo israelita che si sentiva unico depositario del "patto di salvezza" spalancava le porte a quanti desideravano seguire il nuovo credo.

Il cristianesimo, infatti, si è esteso nel mondo, grazie anche alla sua tenace missionarietà e quella dei suoi seguaci.

Tolta la mania di potenza che pervade le chiese cristiane, specie di quella cattolica, gli insegnamenti fondamentali che sono l'amore per tutte le creature, l'uguaglianza tra le persone, il rispetto del creato, sono valori validi anche oggi . Forse.

Bibliografia [modifica]

• Massimo Fini. Nerone. Mondadori, 1991.

• Jerome Murphy-O'Connor, Vita di Paolo, Paideia, 2003.

• Jerome Murphy-O'Connor, Paolo, San Paolo, 2007.

• Emilio Radius. L'incendio di Roma. Rizzoli, 1962.

• Luigi Rusca. Saggio sulle persecuzioni dei cristiani. Rizzoli, 1963.

• Tom Wright Che cosa ha veramente detto Paolo. Claudiana Editrice, 1999. ISBN 88-7016-304-0

• Religioni e Miti in Dizionario Enciclopedico, volume II. Bompiani.

• Jacques Brosse. I Maestri spirituali. Gremese edizioni, 1991. ISBN 88-7605-590-8

• Claude Tresmontand. Paolo di Tarso. Mondadori, 1960.

• Floyd E.Hamilton. In difesa della fede. Napoli, Centro Biblico, 1972.

• G Filoramo (a cura di). Cristianesimo in Storia delle religioni. Roma, Laterza, 2005.

• Hyam Maccoby. Paul, the mythmaker. Barnes & Noble, 1986.

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Fatti dello Spirito