Arresti. Note SECAM del 12 e del 10
La nota SECAM del 12.7:
"L’amministratore delegato di Secam Gildo De Gianni e il presidente Alfio Sciaresa hanno tenuto stamane una conferenza stampa presso la sede di via Vanoni, a Sondrio, per ribadire la piena operatività della società e la fiducia riposta negli oltre trecento dipendenti. «Vogliamo trasmettere agli enti pubblici soci la tranquillità di una struttura societaria che sta lavorando nella sua piena efficienza per garantire il servizio agli utenti grazie all’impegno e alla professionalità dei dipendenti verso i quali esprimiamo la nostra stima. In questi giorni difficili, che hanno comportato la sostituzione dei tre dipendenti interessati dai provvedimenti della Procura della Repubblica, e il trasferimento delle loro mansioni, malgrado la comprensibile preoccupazione generata dalla vicenda, i dipendenti hanno continuato a svolgere il loro lavoro con puntualità e impegno. È opportuno che gli utenti e i soci sappiano che all’interno di Secam operano persone serie e competenti. Con riferimento alla vicenda giudiziaria, ribadiamo la piena fiducia nei confronti della Magistratura: è nell’interesse di Secam che venga fatta luce sulla vicenda oggetto di indagine. Nei confronti dei tre dipendenti coinvolti, secondo quanto contenuto nello Statuto dei lavoratori, abbiamo predisposto i provvedimenti di sospensione dal lavoro. Auspichiamo che possano chiarire la loro posizione, in caso contrario assumeremo i dovuti provvedimenti, secondo quanto previsto dalle leggi vigenti in materia di obblighi e responsabilità del lavoratore, come già avvenuto nel recente passato. Dal 2012 Secam si è dotata di un Organismo di vigilanza esterno e di un sistema di controlli interno secondo quanto prescritto dalle norme introdotte in questi anni. Nella riunione del Consiglio di amministrazione della settimana prossima esamineremo la situazione e valuteremo l’opportunità di implementare il sistema dei controlli e di adottare un codice etico».
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La nota del 10.7:
n riferimento alla comunicazione della Procura della Repubblica di Sondrio sulle misure di custodia cautelare adottate nella mattinata di oggi, Secam S.p.A., nelle persone del legale rappresentante, l’amministratore delegato Gildo De Gianni, e del presidente Alfio Sciaresa, precisa che la società è parte lesa e che i provvedimenti assunti dalla Procura della Repubblica di Sondrio hanno riguardato tre dipendenti della società stessa, oltre ad alcuni imprenditori. Si ribadisce che Secam ripone piena fiducia nel lavoro della Magistratura. I provvedimenti assunti dalla Procura nei confronti dei tre dipendenti riguardano procedimenti di gestione di gare d’appalto effettuate prima del 2016 nello svolgimento delle loro mansioni. Per quanto loro concerne Secam auspica che i tre dipendenti potranno chiarire la loro posizione nelle sedi competenti. In via cautelativa si procederà alla sospensione dei loro incarichi fino alla conclusione della vicenda giudiziaria. Si tratta di un procedimento giudiziario avviato nel maggio del 2016 anche in seguito ad un esposto presentato da Secam che aveva già comportato, a partire dal novembre dello stesso anno, una copiosa richiesta di documentazione da parte della Procura a Secam. La documentazione acquisita riguarda in particolare la gara d’appalto per lo sgombero neve a Sondrio, lo sfalcio dell’erba sia in città che nell’area di Cedrasco e per la fornitura di mezzi speciali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e pulizia strade. Dall’inizio del 2012 Secam si è dotata di un organismo di vigilanza esterno e ha recepito tutte le normative in materia di anti corruzione. Il direttore Andrea Mariani assicura infine che tali fatti non incidono in alcun modo sull’operatività e sull’efficienza dei servizi resi agli utenti.
Nota del giornale:
Abbiamo sempre sostenuto che nel caso di vicende legate alla Magistratura e comunque a situazioni delicate il giornale si attiene alla pubblicazione di quanto ci perviene, documentato e firmato. Nella vicenda in oggetto nulla avendo ricevuto avremmo dovuto copiare da altri giornali. Non lo si fa e non solo per deontologia professionale ma anche per evitare possibili pressapochismi, pur involontari. Vale per gli arrestati, vale per gli indagati, vale per l'accusa come per la difesa. (GdS)