Giuliana Sgrena ("Quattrocchi un mercenario - Non meritava la medaglia"), talmente becera da non meritare altro che pena e compassione

Dalla stampa le parole, virgolettate (e quindi da ritenersi reali) di Giuliana Sgrena, quella per cui lo Stato italiano si è mosso all’unisono lamentando poi la perdita di un valoroso servitore per non parlare, ma questo è secondario rispetto alla vita umana, delle risorse messe in campo.

Leggiamo:

"Quattrocchi era un mercenario. Anche se è morto dicendo "vi faccio vedere come muore un italiano" non meritava la medaglia d'oro". La Sgrena ha poi aggiunto che "non si conferisce un'onorificenza per come si affronta la morte. Un conto e' se uno va in Iraq per un'azione nobile” (ma lei era per un’azione nobile in Irak? NdR), “un altro e' se ci va come mercenario, come Quattrocchi".

Se ne è ovviamente sentite di tutti i colori, anche cose pesantissime. Noi non siamo di quest’avviso. E’ comprensibile che taluni abbiamo definito un’infamia il commento della Sgrena.

Noi siamo d’avviso diverso.

Non merita quest’accusa di infamia.

Meriterebbe molto peggio.

E allora esprimiamo solo pena e compassione per questa donnetta che si permette di criticare anche il Presidente della Repubblica, quel Ciampi che a suo tempo si diede anche lui da fare, e molto, per lei prigioniera. Basta del resto ricordare le sue prime parole appresa la notizia della liberazione: "Non potete immaginare la mia gioia, la mia emozione. Il mio primo pensiero va a Giuliana: bentornata tra noi, al suo lavoro". Poi la partecipazione ("Un profondo dolore") per la morte di Calidari”.

Memoria corta, piccola, anzi piccolissima, Sgrena.

Conforta il sapere che i suoi commenti non salgono certamente al cielo mentre il saluto alla vita di Quattrocchi è e resterà nella storia.

a.f.

a.f.
Giustizia