GIUSTIZIA E INFORMAZIONE: PARLIAMONE A BEMA

Giudici, giornalisti, avvocati e forze di polizia a confronto nello splendido borgo valtellinese

È giusto servirsi di intercettazioni telefoniche? Perché le fughe di notizie sono tanto frequenti?

Esiste ancora il giornalismo investigativo? Il segreto istruttorio è uno strumento ancora efficace?

Libertà di stampa, diritto di cronaca, diritto di critica: sono alcuni dei temi al centro

del dibattito proposto dal secondo meeting “Giustizia e informazione” in programma l’8 luglio in Valtellina.

Dopo il successo della passata edizione, l’iniziativa torna a proporsi come occasione privilegiata per fare il punto sul delicato rapporto tra giornalismo e operatori della giustizia. Ma rappresenta anche una felice opportunità per far rivivere la montagna e contrastare il processo di spopolamento in atto

MORBEGNO - Il difficile rapporto tra giornalismo e operatori della giustizia è al centro del secondo convegno regionale “Giustizia e informazione” in programma l’8 luglio in Valtellina, a Bema (Centro polifunzionale, via Lissi, ore 9,30). Organizzato dal Comune, in collaborazione con l’Ordine regionale dei Giornalisti, su iniziativa di Daniela Cuzzolin (assessore alla cultura di Bema e giornalista RAI) e di Gianfranco Avella (procuratore della Repubblica di Sondrio), il meeting richiama l’attenzione su uno dei più scottanti problemi di attualità, proponendosi come annuale occasione di confronto che vede riuniti intorno allo stesso tavolo prestigiosi magistrati, avvocati, ufficiali delle forze di polizia e giornalisti.

La necessità di un dibattito senza preclusioni è sollecitata dal crescente conflitto che negli ultimi decenni in Italia ha visto contrapposti due poteri fondamentali o “forti” dello Stato: la stampa e la magistratura. La Costituzione italiana salvaguarda la libertà di informazione, riconoscendo in essa uno dei più importanti presidi della libertà individuale. D’altra parte, la straordinaria capacità della stampa e della televisione di influenzare e orientare l’opinione pubblica esige una riflessione attenta, depurata di ogni tentazione ideologica. Accade troppo spesso, infatti, che la notizia di un arresto, data con particolare enfasi, venga recepita come una sentenza di colpevolezza, ancor prima che sia svolto il processo. La conseguenza è che il soggetto viene sottoposto a un’autentica gogna mediatica, mettendo a repentaglio un altro diritto inviolabile, fondamentale per la democrazia: la dignità della persona e il rispetto della privacy.

In quali modi, dunque, si può reinventare il rapporto tra giornalismo e giustizia? Quali limiti ragionevoli vanno imposti al diritto di cronaca? Chi è responsabile delle frequenti fughe di notizie? Quando è giusto servirsi di intercettazioni telefoniche? Il segreto istruttorio è uno strumento ancora efficace o dovrebbe essere abolito come qualcuno ha proposto? Quali nuove regole sono necessarie nell’era di internet? Esiste ancora il giornalismo investigativo?

Sono soltanto alcuni dei molti temi che verranno affrontati nel convegno di Bema (seguirà a breve il programma). Ma il meeting non è solo un confronto acceso, a volte persino aspro, comunque sempre prolifico. È anche una piacevole opportunità per scoprire una realtà territoriale fra le più belle della Valtellina e della Lombardia. Una conferma che la montagna è viva, capace di far parlare di sé anche per le sue iniziative culturali e di contrastare il processo di spopolamento in atto.

Ketty Bianchini

Ketty Bianchini
Giustizia