LA DISPERAZIONE DI MCCAIN

Nel primo dibattito presidenziale tenutosi all'Università del Mississippi John McCain dimostrò il suo disprezzo per Barack Obama rifiutando di guardarlo in faccia. Nel secondo dibattito alla Belmont University del Tennessee il candidato repubblicano andò oltre etichettando il suo avversario con "quello lì" accusandolo di avere votato per benefici alle compagnie petrolifere nel 2005.

Il commento di McCain è stato interpretato da alcuni come razzista ma in realtà si tratta della dimostrazione di un candidato che si arrabbia non riuscendo a trovare modo di sconfiggere il suo avversario.

Il secondo dibattito è stato considerato un altro pareggio da molti analisti. Si tratta infatti di un'altra vittoria per Obama dato che le possibilità di successo sembrano ogni giorno diventare impossibile per McCain.

I sondaggi subito dopo il faccia a faccia rivelano che Obama abbia vinto anche questo dibattito. Secondo la Cnn il 54% degli americani considera Obama il vincitore dello scontro mentre McCain riceve solo il 32% dei consensi. Un altro sondaggio della Cbs conferma questa opinione (40% Obama, 26% McCain). Forse il sondaggio più preoccupante per McCain è quello della Ipsos/McClatchy sugli elettori ancora indecisi. Prima del secondo dibattito questo gruppo favoriva McCain (55% a 43%). Dopo il dibattito i numeri si sono capovolti (Obama 61%, McCain 39%).

Il formato "town hall" in cui le domande ai due candidati vengono rivolte da cittadini comuni avrebbe dovuto favorire McCain che ha moltissima esperienza in questi tipi di confronti. Ma nel secondo dei tre dibattiti programmati McCain è apparso impaziente e i suoi tentativi umoristici hanno lasciato tutti di stucco. Per esempio, quando si discuteva del programma di sanità, McCain ha suggerito che lui ne avrà bisogno per un trapianto di capelli.

Obama invece ha parlato dell'importanza per l'americano comune. Il senatore dell'Illinois ha ricordato al pubblico la storia della madre la quale è morta di cancro alle ovaie e nell'ultima parte della sua vita dovette anche preoccuparsi dell'assicurazione medica. Naturalmente gli americani che ascoltavano si sono identificati con la viva descrizione di Obama pensando loro stessi alla possibile perdita dei diritti sanitari. McCain invece sembrava che stesse per sprofondare in una discussione della Viagra, la medicina per curare la disfunzione erettile.

McCain ha continuato ad insistere sull'importanza del sistema privato per risolvere i problemi dei 47 milioni di americani che non hanno diritto alla sanità. Per lui la sanità è una responsabilità individuale mentre Obama la definisce come un diritto.

Il candidato repubblicano ha continuato a cercare di dipingere il suo avversario come un "tax and spend" liberal. McCain ha detto inoltre che lui non vuole aumentare le tasse a nessuno. Difficile capire come pagherebbe per i suoi programmi specialmente la sua buona idea, una delle poche, di rinegoziare i mutui per i cittadini in procinto di perdere le loro case. Si tratta di una spesa di 300 miliardi. Dove troverebbe i soldi McCain? Non con un aumento alle persone ricche.

Obama invece ha detto che non aumenterebbe le tasse al 95% degli americani ma quelli che guadagnano più di 250.000 annui vedrebbero le loro tasse aumentate.

Nel sondaggio della Cnn subito dopo il dibattito il 50% ha detto che Obama aveva risposto alle domande più direttamente, solo il 37% ha espresso la stessa opinione per McCain.

Il 57% degli americani, sempre secondo il sondaggio della Cnn dopo il faccia a faccia, crede che Obama sia intelligente mentre McCain riceve solo il 25% dei consensi.

Il candidato repubblicano ha però vinto uno scontro. McCain ha superato il suo avversario per quanto riguarda le qualità tipiche di un politicante con un punteggio di oltre 16 consensi.

Alla fine del dibattito McCain è andato via subito quasi ignorando gli ottanta elettori indecisi che avevano formato il pubblico. Obama invece è rimasto per stringere la mano a tanti. McCain ha detto parecchie volte che lui ha una lunga storia di cooperazione bipartisan. Il suo comportamento al dibattito contraddice le sue parole. La sua mancanza di rispetto per il suo avversario ci dà delle indicazioni su come governerebbe se gli elettori gli dovessero aprire le porte della Casa Bianca.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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