CACCIA: NUOVO STOP ALLA CACCIA IN DEROGA IN LOMBARDIA E VENETO. IL TAR DEL LAZIO SOSPENDE LA CACCIA ALLE SPECIE PROTETTE E RINVIA ALLA CORTE COSTITUZIONALE LE LEGGI REGIONALI, PER UN NUOVO GIUDIZIO DI COSTITUZIONALITA'

Riceviamo e pubblichiamo:

Il TAR del Lazio con due ordinanze distinte ha sospeso l'Accordo della Conferenza Stato-Regioni sulla spartizione degli uccelli protetti inseriti, in "deroga" alla Direttiva UE che li tutela, nel calendario venatorio di Lombardia e Veneto, ed ha sollevato la questione di incostituzionalità delle leggi regionali 13/2008 Veneto e 24/2008 Lombardia che consentono, appunto, la "caccia in deroga".

Le Ordinanze n.4861/2008 e n.1223/2008 il TAR del Lazio, Sezione I, fanno seguito al ricorso presentato dalle associazioni L.A.C. - Lega Abolizione Caccia e W.W.F., tramite l'avv. Claudio Linzola del foro di Milano, contro il provvedimento della Conferenza Stato-Regioni con il quale le regioni (in particolare il Veneto e la Lombardia) si sono spartite le quantità di uccellini protetti da cacciare.

Il ricorso amministrativo presentato da LAC e WWF era stato anticipato da una formale richiesta della LAV al Governo, per chiedere di sottoporre al giudizio di costituzionalità le due leggi, come fece il precedente Governo Prodi con la legge lombarda 2/2007, ma nonostante tre Consigli dei Ministri, il Governo non aveva trovato il tempo di porre all'ordine del giorno la questione "caccia in deroga", prima della scadenza dei termini di legge.

Le suddette leggi regionali, sulle quali ora pende un nuovo giudizio della Corte Costituzionale, hanno perso dunque la loro efficacia e da oggi cacciare uccelli protetti quali fringuello, peppola, storno e pispola è reato, punito ai sensi della L.157/92 che regolamenta la caccia in Italia.

In merito alla legge regionale Lombarda, occorre ricordare che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 250 del 4 luglio 2008, aveva già sonoramente dichiarato illegittima la legge quadro n.2 del 2007 che consentiva di introdurre tramite "deroghe" specie protette nel calendario venatorio, e che, nonostante il verdetto costituzionale, il Consiglio Regionale della Lombardia, ignorando questo importante precedente, aveva comunque approvato la legge n.24/08 qualche settimana più tardi.

"Per i Consiglieri Regionali pro-deroghe si tratta di uno smacco senza precedenti - dichiara Simone Pavesi Coordinatore LAV Lombardia - In questi mesi abbiamo denunciato in più occasioni il comportamento anticostituzionale dei promotori di queste proposte di legge. Ora attendiamo il secondo verdetto della Corte Costituzionale che, data la precedente sentenza, non potrà che darci nuovamente ragione".

LAV Lombardia - lav.lombardia@infolav.org

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