COME RISPARMIARE SULL'ACQUA DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Gli aventi diritto sono tanti in provincia di Sondrio

Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina aveva dato subito notizia della sentenza della Corte Costituzionale, pubblicata lo scorso 15 ottobre, in base alla quale chi abita in un Comune non servito dalla depurazione, o anche se l'impianto è temporaneamente inattivo, non deve pagare la parte della tariffa che riguarda la depurazione. L'aveva corredata con stralci di tale sentenza. La domanda che è venuta da alcuni cittadini - ai quali peraltro si è risposto per P.E. - è stata quella di chiarire il problema, se il gioco vale la candela e cosa si deve fare per non pagare.

Di che si tratta

La tariffa dell'acqua comprende anche:

a) una quota per la fognatura

b) una quota per la depurazione

In base alla legge sono state fatte pagare ovunque, anche là dove il depuratore non c'é.

La Consulta ha sentenziato che non si tratta di tributo ma di tariffa e dunque corrispettivo di un servizio. Se il servizio non c'è non si deve far pagare gli utenti. In Valtellina ci sono però tanti casi particolari,

Di quanto si tratta

Somma variabile da Comune a Comune.

Abbiamo visto in linea di massima che alla tariffa dell'acqua per la sola depurazione va aggiunta una somma da 10 a 40 centesimi, e qualcuno qualcosa oltre, per metro cubo, cioè per 1000 litri di acqua.

In molti Comuni, circa, tanto costa l'acqua tanta è la quota-depurazione.

Dipende ovviamente da quanta se ne consuma. Possono essere 200 litri al giorno per persona o 250. In zone con abbondanza c'è la tendenza a stare meno attenti ai consumi.

Quando il gioco non vale la candela

Per il futuro, anzi dalla prossima bolletta, tocca ai Comuni applicare la sentenza. In linea teorica ogni cittadino può chiedere il rimborso di quanto pagato ma questa ipotesi, se si ha un minimo di spirito civico, è opportuno - e lo dice il CCCVa! - lasciar perdere.

Quando invece il gioco vale la candela

Ognuno faccia i suoi conti in base alle persone in famiglia e a quanto ha stabilito il Comune. In ogni caso, pur non essendo grandi cifre per chi sta attento ai consumi in momenti nei quali aumenta tutto un risparmio può far comodo.

Si annoti che c'è anche tutto il settore delle moltissime case di montagna, in particolare a quelle che usufruiscono di un acquedotto comunale ma in zone sprovviste di fognatura. Anche se in quel Comune c'è il depuratore, singolo o consortile, la quota depurazione non è dovuta perché i reflui al depuratore non arrivano.

Non basta.

Non è dovuta neppure la quota di fognatura se la fognatura non esiste - diciamo grossomodo, e da ulteriormente aggiungersi, un terzo della tariffa dell'acqua -.

Attenzione però: questo se funziona un corretto sistema di smaltimento individuale (vasche Imhoff o simili). Se non ci fosse si ha diritto alla cancellazione delle quote fognatura e depurazione ma si può incorrere in problemi e nell'obbligo di provvedere.

Come e cosa fare

Per chi abita in un Comune sprovvisto di depuratore, o che abita in parte urbana del suo territorio non collegata non deve fare nulla in quanto l'applicazione deve essere automatica con una delibera da adottarsi subito.

Per gli altri casi per i quali il Comune non abbia provveduto collettivamente, gli aventi diritto scrivano al Comune stesso indicando la propria situazione, secondo i due casi:

a) mancanza di fognatura: in tal caso si richiede esenzione da entrambe le quote

b) presenza di fognatura ma senza confluenza in un depuratore: in tal caso si richiede esenzione dalla quota depurazione.

Il CCCVa - anche se qualcuno malfantasticando lo critica - rende questa sua nota nell'interesse di tutti i cittadini, gran parte dei quali non risultano informati della novità.

Per il CCCVa: Frizziero, Tolomeo, De Michielli

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