Unicuique suum (1): VELTRONI (POLITICAMENTE) È MORTO E QUINDI NON PUÒ MORIRE

Primo numero di una nuova rubrica con un nuovo collaboratore

Un malessere, neanche tanto sottile, pervade il Partito Democratico ai diversi livelli. Siamo al punto che la Bindi nell'intervista alla stampa lunedì 17 u.s. dopo aver detto che non si scandalizzerebbe se alle elezioni europee del 2009 il PD prendesse meno voti rispetto alle politiche ha aggiunto "ma nessuna resa dei conti, il vero banco di prova non sarà il 2009, ma le elezioni amministrative". L'aver evocato "la resa dei conti" non è altro che un portare in superficie il malessere citato che anzi è qualcosa ben più che un malessere.

Del resto dice anche l'on. Boccia del PD, già della Margherita e sostenitore di Enrico Letta, giovane economista di valore, sconfitto da Nichi Vendola alle primarie per il Governatorato della Puglia (40.358 a 38.676): "non mi piace il clima di sospetti e di veleni che c'è nel partito, un clima da resa dei conti". Lo dice scendendo in campo a difesa del sen. Latorre duramente processato per l'episodio del pizzino in TV, aggiungendo che va evitato che "anche" questa vicenda "si trasformi in una contesa tra dalemiani e veltroniani" perché Veltroni, è il segretario di tutti, a lui chiedo chiarezza e il coinvolgimento di tutti coloro che vogliono che questo sia davvero un partito di massa. Non vorrei che dal mito di Obama si fosse tornati a quello di Stalin".

Che Rutelli sia in sonno non c'è dubbio avendo lasciato il segno l'inopinata sconfitta nelle elezioni del Comune di Roma, inopinata non per la sconfitta in sé in quanto nel clima da Governo Prodi ci poteva anche stare ma per lo smacco politico, tutto interno al centro-sinistra, essendo mancati a Rutelli tantissimi voti che invece per il candidato alla Presidenza della provincia ci sono stati.

Che D'Alema sia in barca a vela, la sua passione, anche quando è seduto al suo seggio a Montecitorio, lo sanno tutti. E che non abbia digerito la vicenda delle alte cariche di Stato (Napolitano al Colle, Marini al Senato, Bertinotti alla Camera) lo sanno anche i sassi, tanto è vero che allora non voleva neppure entrare al Governo. C'è entrato dopo pressioni e abbinamento di Vicepresidenza del Consiglio e Esteri.

Che Prodi sia partito per la tangente andandosi ad occupare d'altro è un fatto.

Che i prodiani, Parisi in testa, siano in fibrillazione permanente è un fatto.

Che i teodem, o comunque alcuni dei "vari" cattolici, Bindi esclusa, fremano è un fatto.

Che Epifani nella CGIL, con i riflessi e i condizionamenti conseguenti per Veltroni, sia in questo momento ostaggio della sinistra oggi non parlamentare dopo il disastroso esito elettorale, è un fatto.

Che la linea di Veltroni sia diventata ondivaga, talora con intensità da fortunale, è un fatto.

Che il rapporto con il Governo sia diventato maledettamente complicato è pure un fatto. L'arma principale doveva essere quella economica. Tremonti che il 30 luglio preannuncia il crollo, che si muove di conseguenza, che procede in grande anticipo con la Finanziaria sono macigni che impediscono la polemica politica (quella attuale è di dettagli).

Che…

Ci fermiamo. Ce n'è abbastanza per procedere alla stesura del certificato di morte (politica) del segretario PD.

A quando i funerali?

Non ci saranno funerali. Il PD è così in cattive condizioni - lo sussurrano molti all'interno - che un funerale di questo genere costerebbe di più di quelli che si facevano a Napoli con grande carro, tiro a più cavalli, sfarzo del lutto. La Bindi, non proprio contenta di come vanno le cose ma consapevole che altrimenti ci sarebbero regali e fiori a Berlusconi, ha messo le mani avanti esorcizzando quindi un eventuale esito elettorale negativo alle europee con la speranza volta alle amministrative. L'ultima carta di Veltroni che un antidoto alla Cagliostro potrebbe far emergere dal catafalco. Un antidoto fatto di Sindaci e Presidenti di Provincia con la speranza che a propiziarlo sia lo stesso Berlusconi.

Berlusconi !?!?!?!. Sì, lui. Nelle amministrative degli anni scorsi il centro destra ha fatto a gara in situazioni fluide per offrire su un vassoio d'argento le chiavi delle città e delle province ad esponenti del centro-sinistra, Palazzo Pretorio di Sondrio compreso.

Unicuique suum, a ciascuno il suo. Questa volta a Veltroni da

Epidicus

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