CONFERENZA DI PAOLO RICCA A SONDRIO: LE RAGIONI DELLA RIFORMA PROTESTANTE
Come e perché è nata la Riforma protestante, quale è stata la sua genesi? E poi, che cos'è la Riforma, quale è la sua natura? Queste le domande al centro della conferenza che il Professor Paolo Ricca ha tenuto venerdì 7 novembre al Centro evangelico di cultura di Sondrio.
Tutto è cominciato con l'iniziativa di un monaco tedesco, Martin Lutero. All'inizio del sedicesimo secolo la situazione della Chiesa era "disastrosa", spiega Paolo Ricca, docente di Storia della chiesa alla Facoltà valdese di teologia di Roma. Lutero chiese perciò a sacerdoti, vescovi e papa di intervenire. Ma vista la loro latitanza, decise di fare una cosa mai vista prima nella storia della cristianità: rivolgersi alla nobiltà laica.
Secondo Ricca, l'appello "Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca", del 1520, è lo scritto più importante di Lutero, perché ha scatenato la Riforma, ancor più dell'affissione delle 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg il 31 ottobre 1517. Una parte della nobiltà laica, vale a dire i principi e i duchi che detenevano il potere politico nelle città e nelle province del Sacro Romano Impero, accolse infatti le riforme proposte da Lutero e le introdusse nel proprio territorio.
In generale - spiega Ricca - si possono distinguere quattro ragioni principali che hanno portato alla nascita della riforma protestante:
- Ragione morale: Nel sedicesimo secolo, prima del Concilio di Trento (1545-1563), la situazione della Chiesa (vescovi, papa e parrocchie) era "disastrosa", c'era un profondo e diffuso disordine morale. Il discorso dei riformatori, e in particolare di Lutero, non era tuttavia di ordine morale, bensì teologico, ha sottolineato Ricca.
- Ragione politica: La Riforma è nata all'interno dell'Impero germanico di Carlo V, un impero che si stava disgregando sotto le spinte "indipendentiste" dei principi locali. Il successo delle idee di Lutero è dunque dovuto anche al sostegno delle nuove autonomie locali, che cercavano di affrancarsi dal potere cattolico dell'Impero. Occorre tuttavia sottolineare - così Ricca - che solo una parte dei nobili seguì la Riforma, mentre gli altri restarono fedeli al cattolicesimo.
- Ragione economica: Il protestantesimo, come affermerà Karl Marx alcuni secoli più tardi, era legato alla nuova classe sociale emergente, la borghesia, così come il cattolicesimo era legato all'economia feudale dominante fino ad allora. La Riforma si è quindi sviluppata in parallelo con l'emergere di un nuovo sistema basato sul lavoro e non sulla proprietà terriera, riprendendo il motto benedettino "ora et labora".
- Ragione culturale: La Riforma può essere considerata la faccia religiosa di quanto avveniva sul piano culturale, cioè lo sviluppo del Rinascimento e dell'Umanesimo. Ci sono diverse affinità tra la Riforma e l'Umanesimo - fa notare Ricca - come l'invito dell'umanista olandese Erasmo da Rotterdam (che rimase sempre cattolico) a "ritornare alle fonti", cioè ai testi classici in lingua originale, come la Bibbia in greco ed ebraico.
La Riforma protestante è quindi nata dalla concomitanza di queste quattro cause. Essa rimane però essenzialmente il risultato di un'iniziativa religiosa. Secondo Ricca, la Riforma è un "ripensamento radicale della fede cristiana", che "trae sostanza vitale dalla Bibbia".
Nella seconda parte della conferenza, il teologo valdese si è poi occupato della natura della Riforma. In realtà "il termine riforma è inadeguato", sostiene Ricca. Nemmeno Lutero si è mai considerato un riformatore. Nel suo appello "Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca" egli parla infatti di "miglioramento" (Besserung) dello Stato cristiano.
Ricca propone perciò due possibili varianti al termine riforma. La prima è rifondazione, cioè "rifondare" la Chiesa sulla parola di Dio, eliminando ciò che non si basa sulla Bibbia. La seconda è risostanziazione, ossia rispiegare i termini fondamentali della Chiesa e della fede con "la sostanza del pensiero biblico".
Ma Lutero voleva una riforma? Inizialmente no, dice Ricca. Egli voleva un "miglioramento" della Chiesa, ma poi, evidentemente, le cose sono andate diversamente. Il protestantesimo non è quindi un miglioramento, un nuovo tipo di cattolicesimo, ma è qualcosa di inedito, sostiene il teologo valdese: "una nuova fioritura di Cristianesimo sul vecchio tronco della Chiesa cristiana".
Cianluca Olgiati