ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) ORRORE 2) NEBBIA A OSTIA E NOVELLO A COLLEVECCHIO

1) ORRORE

Orrore. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938, andarono in frantumi in Germania le vetrine dei negozi gestiti da commercianti ebrei. Fu la notte dei cristalli. Il 10 novembre fu ordinata la distruzione di tutte le sinagoghe nell'intero territorio del Reich. Si era superata la fase della discriminazione civile e si era iniziata quella dell'aggressione e poi della deportazione e dello sterminio, che porrà fine alla vita di circa sei milioni di esseri umani, rei di avere sangue ebraico anziché ariano.L'antisemitismo ha una storia lunga in Europa, e ha cause, nel tortuoso percorso delle sue vicende, religiose, politiche, culturali, perfino economico-sociali. Ma mai come nella Germania nazista l'ostilità verso gli ebrei raggiunse l'acutezza del disprezzo biologico. Il Papa ha voluto, giustamente, ricordare alla fine dell'Angelus il settantesimo anniversario della notte dei cristalli. Per non dimenticare.

2) NEBBIA

Novembre a Ostia giunge più triste che altrove. La nebbia che si leva ad avvolgere il mare e le spiagge da quel senso di immaterialità sospesa, un paesaggio da fiaba che cozza contro le infamie della vita.

La nebbia mattutina sugli arenili di Ostia mi suggerisce pensieri amari. La nebbia si fa più spessa e la tristezza mi conduce per mano. Mi sento a disagio riflettendo su ciò che questa mattina mi ha detto un collega in ufficio. Parole vere e dure. Così dirette, un pugno nello stomaco di quelli che ti lasciano intontito per giorni, e quando riprendi coscienza, ti inchioda a una sedia e ti obbliga a fare quei conti che hai sempre rimandato. Mi ricordo di avergli risposto fissandolo e sacramentando contro tutto il sistema solare conosciuto e partendo con una sequela di improperi, maledicendo il tempo, il lavoro, il governo e il il Padreterno. Ho la bocca come una cava di sale. Meglio andare via. Seduto su una panchina un uomo sta accarezzando il suo cane. Lo fa con movenze eleganti, con amore, gli parla sottovoce, come si fa con la più cara delle amanti. Mi viene in mente una zia di mia moglie che siamo andata a trovare ieri al Gemelli.

Non mi è mai andato giù l'odore di disinfettante degli ospedali. Mi resta appiccicato in gola, come se un pezzo di ovatta mi bloccasse la salivazione. Entro in un bar del porto. Assaggio il caffè. Com'è? Una

delizia. La crema densa e scura si acquieta sul palato dove rimane a lungo, a solleticare le papille deliziate. Inghiotto sino all'ultima goccia con uno schiocco linguale. Mi sento chiamare. Mi volto. Tonino.

Un vecchio conoscente. Balla, tanto é nervoso. Poi si mette seduto al mio tavolino. E' reduce da un incontro amoroso. Una giovane amante. Albanese. Nata sotto un cielo altrui. Mi parla di lei, con gli occhi di fuori lei. Con lei ama disfare il letto con lotte a corpo libero. La definisce polposa e saporita come uva matura. Una donna da letto capace di fare sentire un uomo un vero stallone. La conosco anch'io. Abita di fronte al mio palazzo. Mai a Ostia si è vista una racchia della portata di questa ragazza, tanto che a sentire queste parole, per poco non cado dalla sedia. Il pacchetto delle liquirizie mi cade sotto il tavolo e io mi chino lesto a raccoglierle, nascondendo ai suoi occhi le mie pupille, incapaci di celare il gran ridere che l'

incredibile sortita di Tonino mi ha provocato. Lo saluto e torno a casa. Mi apre la porta Gabriele, il mio ventiduenne-primogenito. Mi prepara un gin tonic. Ci sediamo sul divano, sorseggiando i nostri drink. All'improvviso mi chiede se so chi siano gli Eunuchi. Vedendomi perplesso, sogghignando maliziosamente mi dice che gli eunuchi sono quelli che hanno costituito un sindacato: gli Evirati Arabi Uniti! Mi alzo barcollando. Mi dirigo in cucina dove il mio secondogenito, il quattordicenne Alessandro, é intento a leggere. Vedendomi arrivare, a bruciapelo mi domanda: "Papone lo sai a quale velocità va il cammello dei re magi? A tutta mirra!" Non ho il tempo di reagire che mi squilla il cellulare. E' Stefano, mio fratello. Prima scherza sul risultato del derby capitolino di domani, poi mi chiede: "Mario, sai cosa cantano le ragazze? si-la-do". E dire che Stefano è da 3 anni papà: infatti il 30 novembre 2005 - nel giorno di S. Andrea, festa del Santo patrono di Collevecchio, paese d'origine di noi Pulimanti- é nata Sara. A questo punto sono giunto ad una

conclusione: la colpa di tutte le stranezze che questi giorni sembrano moltiplicarsi sotto i miei occhi è da attribuirsi al successo sempre maggiore che sta ottenendo il novello. Sì proprio il novello! L'estate ci ha salutato, siamo ormai in inverno. Ed ecco, infatti, sfilare da novembre accanto alle castagne ed ai funghi, il vino novello arrivato da poco in Italia, sulle orme del novello. Quello del novello è, infatti, un fenomeno tutto contemporaneo, risultato di un attento e preciso processo di vinificazione, del tutto diverso da quello normale. Secondo gli esperti non è un vino vero, ma negli anni ha conquistato cuore e tavola di molti. Basti pensare alle innumerevoli manifestazioni e sagre che ruotano attorno a questo vino. Per me il novello è un

simpatico prodotto da bere in compagnia di pochi amici, come faccio io il fine settimana a Collevecchio, davanti al camino di mia suocera, mangiando pane caldo, salumi e porchetta. E detto tra noi, che cosa c'è di meglio?

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