"PSICOLOGIA, SOCIOLOGIA, SPIRITUALITÀ, PREGHIERA"
Si è tenuto a Roma il convegno "Psicologia, Sociologia, Spiritualità, Preghiera", organizzato dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e riservato a superiore di comunità e formatrici.
Nell'incontro, esperti di Psicologia, Sociologia, Spiritualità e Preghiera hanno illustrato i buoni frutti di un dialogo tra mondi affascinanti e diversi, uniti da un obiettivo comune: l'amore per la vita e per l'essere umano. Hanno partecipato 220 suore di varie nazionalità, provenienti dall'Italia, dalla Francia e dall'Inghilterra.
Nella sua relazione introduttiva, Germán Sánchez Griese, direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha spiegato: "Il lavoro che la donna consacrata deve realizzare per tornare al senso originario della propria consacrazione è duplice: un lavoro di mistica, o incontro personale con Dio, e di ascesi, per individuare l'azione di Dio nella propria vita, favorirla e così fare memoria. In questo modo potrà attualizzare costantemente l'esperienza personale con Dio che la porta a porre la sostanza della propria vita nella speranza.
Questa duplice esperienza si può realizzare non solo con un lavoro intellettuale o volontaristico, ma a partire da una base vitale. La donna consacrata deve imparare a tendere sempre a Dio per giungere a fare l'esperienza personale dello spirito e attualizzarla nel corso della vita, in modo che sia la speranza la forza verso cui tende tutta la vita. Tale esperienza spirituale si realizza una volta per sempre, ma dev'essere costantemente attualizzata".
Tra i vari interventi, Padre Michele Peraza, lc, docente dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha sottolineato l'importanza della preghiera nella vita consacrata, definendola "lotta, attività apostolica e unico fattore che sostenta un edificio solido sia di pastorale che di santità personale". Realizza la nostra mediazione tra Dio e il suo popolo in ambedue le direzioni: dagli uomini a Dio e da Dio agli uomini. Come nel santo sacrificio dell'Altare, nella preghiera l'anima consacrata ringrazia, chiede perdono, adora e supplica non solo per sé, ma per il bene del Popolo di Dio".
Anche Padre Arnaldo Pigna, ocd, docente della Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, ha affrontato l'argomento della preghiera, citando la lettera apostolica "Novo millennio ineunte".
"Un capitolo della lettera apostolica "Novo millennio ineunte" - ha detto il teologo - è tutto dedicato alla contemplazione del Signore. Si dice esplicitamente che questa deve essere la preoccupazione principale della Chiesa. Si ricorda anche che essa è la condizione fondamentale per qualunque forma di apostolato. Infatti 'la nostra testimonianza sarebbe insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto' (n 16). Ecco perché il nostro sguardo deve restare "più che mai fisso sul volto del Signore". Il Papa sottolinea la particolare attualità della preghiera con queste parole: "non è forse un segno dei tempi che si registri, oggi, nel mondo, nonostante gli ampi processi di secolarizzazione, una diffusa esigenza di spiritualità, che in gran parte si esprime proprio in un rinnovato bisogno di preghiera?" (n 33). Egli aggiunge, poi, una riflessione che ci riguarda direttamente: 'alla preghiera, dice, sono in particolare chiamati quei fedeli che ha!
nno avuto il dono della vocazione ad una vita di speciale consacrazione: questa li rende, per sua natura, più disponibili all'esperienza contemplativa, ed è importante che essi la coltivino con generoso impegno'(n 34)".
Suor Enrica Rosanna, fma, Sotto-segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ha ricordato le principali qualità che dovrebbero appartenere a chi esercita l'autorità nella vita religiosa: prudenza, maturità umana, pazienza, coraggio e capacità d'ascolto.
"Imparare a essere un leader capace di questo equilibrio non è facile - ha detto Suor Enrica Rosanna - Ci vuole costanza, umiltà, sforzo, ogni giorno. Noi possiamo avere doti personali, ma dobbiamo apprenderle sempre quotidianamente. Lavorare, modificarci, crescere".
Maleny Medina, formatrice delle laiche consacrate del movimento Regnum Christi, ha spiegato che "nella vita consacrata esiste un unico impegno per chi comanda e per chi obbedisce: portare fino alle ultime conseguenze il proprio battesimo. E' lì che siamo nati alla vita di Dio, siamo diventati 'figli' e proprio lì ha origine la chiamata alla sequela di Cristo nella vita consacrata. È un'alleanza tra Dio che chiama e ogni persona che risponde. Chi esercita l'autorità è coinvolto nella stessa dinamica. La superiora stessa cerca di compiere la volontà di Dio nella propria vita, e durante il suo servizio cerca anche in modo più diretto di facilitare la risposta d'amore di ogni religiosa a lei affidata, per arrivare entrambe alla pienezza del Battesimo. Il centro, il vero e unico protagonista della nostra vita consacrata, al di là dell'incarico, del carisma o del lavoro che realizziamo, è Dio stesso e il suo disegno. Per me, per la mia comunità, per la congregazione, per la Chiesa!
e per il mondo di oggi".
Marcela Lombard, docente dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha concluso ricordando che "la storia di ogni vocazione è la storia di un ineffabile dialogo tra Dio e l'uomo, tra l'amore di Dio che chiama e la libertà dell'uomo che nell'amore risponde a Dio. Questi due aspetti indivisibili della vocazione (il dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell'uomo) emergono in modo splendido e quanto mai efficace nelle brevissime parole con le quali l'evangelista Marco presenta la vocazione dei dodici: Gesù 'salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono da lui'. Da un lato c'è la decisione assolutamente libera di Gesù, dall'altro 'l'andare' dei dodici, ossia il loro 'seguire' Gesù".
Carlo Climati