Unicuique suum (3): BUSH A CANOSSA. TROPPO TARDI

Dopo i primi due numeri della nuova rubrica dedicati a Veltroni e poi a Berlusconi, e magari in attesa di un trasferimento dalle nostre parti, annunciato ma rinviato, arriva quello - se lo merita - dedicato al Presidente degli Stati Uniti, quello ancora

L'epitaffio: Ho sbagliato.

Sia per le persone cui ho fatto affidamento che sulle armi di distruzione di massa di Saddam. Si suol dire 'meglio tardi che mai'. Questa volta non è proprio il caso dal momento che le cose sono di una evidenza palmare che fa diventare la dichiarazione di Bush di questi giorni al più una nota a fondo pagina, di cronaca.

Avevamo scritto:

"… il mancato ascolto di Bush. Non c'é dubbio che lui dava retta a Rumsfeld, quello che aveva definito gli inviti alla prudenza come frutto della vecchia Europa avendo la replica di Prodi - spesso non felice nelle sue battute ma questa volta sì -, lapidaria: non é la vecchia ma la saggia Europa che parla.

Lo si é visto. L'arroganza di Rumsfeld, uomo delle società di armamenti ma di un DNA che non ha i geni di saggezza che la storia ha instillato nel nostro continente,

La seconda osservazione riguarda il principale colpevole di una guerra che non ha realizzato nessuno degli obiettivi, salvo la deposizione e la cattura di saddam, creando problemi grossi destinati a crescere nel tempo. Parliamo di Blair. Se avesse considerato che almeno una zampa in Europa e l'ha e quindi non é che debba fare quello che vuole, sarebbe stato più quieto con Bush e le cose sarebbero andate meglio."

E prima del conflitto,a proposito delle fantomatiche armi di distruzione di massa::

"La guerra non dipende da noi, ma dalla storia del papiro…. …..Dicevamo del papiro. Non si prenda quanto diremo come divagazione perché in realtà é una cosa molto seria.

Un tempo, quando la goliardia era di casa nelle Università, le matricole dovevano avere oltre al tesserino universitario, quello ufficiale, anche un documento "ufficiale" della goliardia: il papiro. Rogorosissime regole stabilivano cosa doveva contenere e regole non scritte prescrivevano modi e qualità. Ogni matricola, avvicinata dagli "anziani" doveva esibirlo e scontare le conseguenze se c'era qualcosa fuori posto. Si andava da qualche aspetto burlesco, all'offerta di sigarette, all'offerta da bere e fino a veri e propri "processi" nel caso di mancanze gravi.

Di rado capitava che tutto fosse a posto. Quando, controllato come al microscopio questo papiro nulla c'era da obiettare, anche in termini di qualità, l'anziano apriva le dita che lo tenevano, lo lasciava andare e quello, per la newtoniana gravità, calva verso terra. Esclamazioni di disappunto e rimprovero degli anziani: "Ma come, questo papiro non vola!", e il malcapitato doveva comunque pagare pegno.

Siamo tragicamente in una situazione simile.

Pannella desolato in TV si chiedeva come mai l'appello radicale per un volontario esilio di Saddam, in questo sollecitato anche dai suoi familiari per timore che faccia la fine di Ceausescu o, andando bene, di Milosevic, non fosse stato ripreso dal Governo italiano o da quello di altri Paesi.

Niente da fare. Non sarebbe servito neppure quello. Il papiro non vola. La guerra s'ha da fare. Occorrerebbe un miracolo di San Francesco, il santo della pace per antonomasia, per evitare il conflitto".

INEVITABILE PERCHE' GIA' DECISO. Era inevitabile, perché già deciso. Indipendentemente da motivazioni, iniziative ecc."

La nomina di Obama

Nei giorni scorso Obama ha compiuto un passo significativo chiamando nel suo staff il generale Eric Sinseki. Era il Capo di Stato Maggiore dell'esercito che a marzo 2003 al Congresso USA lamentò come il Pentagono - da leggersi Rumsfeld - non tennero conto di quel che dicevano i militari e cioè che un attacco in Irak avrebbe richiesto centinaia di migliaia di soldati anche per far fronte a quelle che aveva chiamato ''tensioni etniche''.

Il segretario di Stato alla Difesa Donald Rumsfeld non ascoltò Shinseki, inviò in Iraq una forza di soli 140.000 soldati per vincere in pochi giorni la guerra - come era stato detto agli inglesi -, e poco dopo costrinse il generale a lasciare l'incarico un anno prima del previsto. Il risultato: l'Irak è un pantano e il costo della guerra stimato allora in 80 miliardi di dollari è salito alle stelle: solo per il 2008 fra Afghanistan e Irak 190 miliardi stanziati dal Congresso.

Ora il pentimento.

La misericordia divina è infinita, ma siamo sulla terra. Troppo tardi. Da sperare solo che Rumsfeld venga assunto a modello della politica americana, un modello per indicare l'esatto contrario di quel che bisogna fare.

Epidicus

Epidicus
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