CHIESA CATTOLICA, TRADIZIONALISTI E PROGRESSISTI
Qualcuno si sarà chiesto perché Benedetto XVI abbia revocato la scomunica ai quattro Vescovi tradizionalisti ordinati da Mons. Lefebvre. Una risposta potrebbe essere: per liberare risorse spirituali e intellettuali da opporre agli errori dottrinali e liturgici postconciliari. Già Paolo VI nel 1972, appena ebbe sentore che la componente modernista stava deviando dallo spirito originario del Concilio Vaticano II, se ne usci fuori con l'espressione:" attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa". Anche Giovanni Paolo II per condannare le devianze dal magistero della fede di non pochi uomini di Chiesa, nel documento Ecclesia in Europa usò l'espressione "apostasie silenziose". Il papa polacco non si limitò alle sole parole, ma scomunicò, per fare un esempio, i propugnatori della cosiddetta Teologia della Liberazione. Se Ratzinger dovesse seguire le orme del suo predecessore, di carne (in odor di eresia) da mettere al fuoco, ne troverebbe a iosa. Per ora, il reintegro dei tradizionalisti, ha il sapore di un preavviso di sfratto alle componenti progressiste che, non è un mistero, all'ombra di San Pietro gli stanno remando occultamente contro.
Gianni Toffali