L'AQUILA "CAPITALE DELL'ORGOGLIO ITALIANO"

La scelta di spostare il G8 dalla Maddalena a L'Aquila "visionaria lungimirante follia" (Erasmo da Rotterdam) di Bertolaso, fatta propria coraggiosamente da Berlusconi e largamente condivisa. Solo Di Pietro tristemente fuori dal coro. (Finalmente - Di Pi

Finalmente.

Era tempo, mondiali di calcio a parte, che gli italiani, non importa di quale sponda politica, si attendevano più o meno consapevolmente un'occasione di sentirsi uniti nel tricolore con giustificato orgoglio.

Se alla vigilia ci fosse stato da scommettere sull'esito, quale è stato, del G8 sarebbero stati in pochi a vincere e gli allibratori avrebbero pagato quote altissime. Si sperava insomma che le cose andassero complessivamente bene, scontando poi che qualche defaillance poteva essere compresa e scusata per via del fatto, in definitiva, di essere in una zona disastrata e tuttora 'ballerina'. C'era poi la solita incognita del malvezzo italico. Un tempo gli staterelli italiani per aver la meglio sul vicino chiamavano lo straniero che poi montava sulla testa di entrambi. Ora per ragioni interne non c'era appuntamento importante che non fosse accompagnato da siluri, il più clamoroso in quel di Napoli quando a Berlusconi fu recapitato un avviso di garanzia proprio il giorno in cui ospitava i Grandi del mondo. Se recapitato l'indomani, a Grandi partiti, non sarebbe cambiato nulla sul piano giuridico, sarebbe cambiato sul piano politico. Una pugnalata certo anche a Berlusconi ma soprattutto al nostro Paese significativamente accompagnata dalla pubblicazione sul Corriere della Sera.

Pettegole di quartiere

Visti i precedenti c'era da attendersi qualche siluro. Questa volta ce ne sono stati sì ma neppure mortaretti a un livello da pettegole di quartiere di due giornali che farebbero bene a pensare ai casi, anzi ai casini, di casa loro, il Guardian depositario della prosopopea inglese e il solito New York Times stranamente in Italia spesso richiamato quasi fosse la voce della verità. E che verità! Chi può vada in qualche biblioteca che ne conserva la raccolta e lo consulti per tutto il periodo precedente l'ultimo intervento bellico in Irak. La sua verità, strasostenuta a spada tratta, era quella dell'esistenza delle armi di sterminio di massa da parte di Saddam… Basterebbe questo a scartarlo dalla lettura abituale ma c'è anche dell'altro. Ad esempio una linea ondivaga la cui ragione lasciamo immaginare ai lettori tenendo conto cosa sono le lobbies negli USA. Questo 'oracolo', secondo taluni di casa nostra, ha una 'penetrazione' negli Stati Uniti, fatte le proporzioni, che è meno di un terzo rispetto a quella del Corriere della Sera o di Repubblica. Ed ha dei corrispondenti dall'Italia molto strabici, a dir poco, e attenti solo a certe voci e non ad altre. Conclusione con dante: non ti curar di loro con quel che segue, tanto più che questi due giornalini sono stati - scusino i lettori il termine - 'sputtanati' nientepopodimeno che dallo stesso Presidente Obama visto chi li ha clamorosamente smentiti dimostrando di avere molto apprezzato il lavoro italiano.

Questa volta l'opposizione ha sospeso le ostilità come succedeva nell'antica Grecia in tempo di Olimpiadi. Dalle sedi giudiziarie non sono uscite questa volta indiscrezioni, verbali, intercettazioni e quant'altro. I nostri organi di informazione hanno finalmente fatto sentire un po' di italianità che non ci pare guasti.

Onore al merito, ma anche al Presidente della Repubblica che aveva indirizzato un monito a tutti perché ciascuno cooperasse alla riuscita, in ogni senso, del G8, per far fare una bella figura al nostro Paese.

L'Italia non ha fatto una bella figura, ne ha fatto una bellissima.

Di Pietro

Di Pietro è scivolato su una buccia di banana facendo anche del male al nostro Paese. Lo ha detto, limitando diplomaticamente la sua critica, un noto giornalista più vicino a lui che non a Berlusconi. Questo riferendosi alla pagina da lui comprata il 9 luglio sull'International Herald Tribune per informare i lettori del quotidiano ìnternazionale del rischio che corre la democrazia in Italia. Una sorta di Napoli bis.

A Di Pietro dobbiamo gratitudine per quel che ha fatto da Ministro per la SS 38, ma di fronte all'interesse nazionale non possiamo non dirgli una sola parola: si vergogni!

Torniamo ai lati positivi, predominanti

Torniamo ai lati positivi, predominanti. Ce ne sono da ogni parte che si guardi al punto da far dire in TV a due direttori di giornali per nulla allineati col Governo commenti non abituali come 'idea straordinaria', 'successo strepitoso', 'strepitosa efficienza' eccetera. Ingigantito ancora il ruolo di Bertolaso. Ha dimostrato ancora una volta che la Protezione Civile è una macchina efficientissima, una struttura pronta per qualsiasi grande evento. I grandi della terra hanno potuto rendersi conto là in Abruzzo che l'Italia non è quel Paese di pasticcioni che spesso la stampa estera presenta (in qualche occasione ne diamo immagine, ma più immagine che sostanza). Han visto che in pochissimo tempo è stata approntata la sede per i 1000 delle delegazioni estere, per i 3500 giornalisti, per tutto il resto. Anzi, non una sede ma due perché la terra ballerina poteva sconfinare oltre magnitudo 4,5 e in tal caso era previsto l'immediato spostamento di tutto in quel di Roma. Hanno visto gli interventi in corso per il terremoto. Hanno visto l'Italia che conta dall'ultimo dei soccorritori ai vip.

E poi gli aspetti politici.

I risultati

Ne hanno parlato tutti.

Nessun miracolo ma il massimo dei risultati possibili è stato conseguito. E anche qualcosa in più, vedasi la stretta di mano fra Obama e Gheddafi, preparata da Berlusconi nel suo incontro in Libia prima e a Roma dopo. E, fra i risultati, quelli meno appariscenti ma più solidi, la linea Tremonti sulle regole per una governance globale.

Anche un po' di Valtellina fra il plus del G8.

Bene così.

GdS

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