09 10 30 ORA DI ISLAM, UNA RISPOSTA SBAGLIATA A UN PROBLEMA VERO
La recente proposta d'introdurre l'insegnamento dell'Islam nelle scuole italiane ha riportato al centro dell'attenzione il ruolo della scuola nelle politiche di integrazione culturale. Non c'è dubbio che la scuola abbia un'importanza cruciale in questo campo, eppure la soluzione intravista è una risposta sbagliata a un problema reale.
L'Italia è un Paese che, pur essendo uno Stato laico, vede una confessione religiosa (quella cattolico-romana) godere di un privilegio iniquo: quello di impartire l'insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole pubbliche con insegnanti da essa selezionati, ma pagati coi soldi di tutti i contribuenti. Ora, si vorrebbe gravare la scuola statale di un altro insegnamento religioso: quello dell'Islam, per favorire l'integrazione degli studenti di famiglie musulmane. Il vizio di fondo dell'IRC, invece di essere risolto, viene esteso e amplificato ulteriormente.
L'ora di Islam è sbagliata come lo è l'IRC, per il fatto che la scuola statale non è la sede per impartire l'insegnamento religioso, qualunque esso sia. Questo compito spetta alle famiglie e alle istituzioni religiose preposte. Piuttosto che introdurre un altro insegnamento confessionale, perché non si mette mano all'abolizione dell'IRC e non si lavora per una legge per la libertà religiosa che finalmente introduca nel nostro Paese una legislazione rispettosa di tutte le componenti religiose in un quadro di laicità e uguaglianza? Solo così ci potrà essere integrazione, anche della minoranza islamica.
Alleanza Evangelica Italiana
www.alleanzaevangelica.org ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
Nota del Direttore: non possiamo in poche righe trattare un problema di vaste dimensioni. Accenniamo soltanto, come del resto sosteneva un 'laico' come Sgarbi, che la storia italiana, le sue vestigia, la ricchezza artistica ma anche costumi e modo di vivere sono nei secoli un rapporto strettissimo oltre che iterativo con la religione cattolica, anche negli aspetti negativi. Tutte le religioni hanno pari dignità ma non tutte le religioni sono la stessa cosa per un popolo. Non si tratta dunque di 'un privilegio iniquo' Questo affermato poi si può anche discutere se non si debba utilizzare una parte del tempo disponibile, e dei relativi programmi, per fare un quadro anche delle altre religioni. Una cosa però resta un po' nel gozzo: noi dobbiamo fare questo e quello ma ci guardiamo bene dal pretendere che lo facciano anche gli altri. Qui si può leggere e praticare il Corano. In tanti Paesi provi qualcuno dell'Alleanza Evangelica di andare con un Vangelo in mano e vedrà dove finisce! E non solo in Paesi musulman. NdD