09 10 30 SANITA' PROVINCIALE: SERVE UN PROGETTO D'INSIEME CHE GUARDI AL FUTURO

La posizione dei Sindacati

Il dibattito odierno sul tema della riorganizzazione del sistema sanitario ha, inevitabilmente, riportato alla luce una visione campanilistica del problema rischiando così di produrre innumerevoli idee che poi non riescono a trovare una sintesi comune e quindi si vanificano in toto.

CGIL-CISL e UIL hanno sempre auspicato un'azione forte territoriale unitaria affinché i nostri interlocutori - nella fattispecie la REGIONE LOMBARDIA - non possano sottrarsi alle loro responsabilità dirette.

Riteniamo quindi necessario esplicitare in modo chiaro quelli che, secondo noi, devono essere gli assi portanti di un progetto di riorganizzazione/valorizzazione del nostro sistema sanitario provinciale:

• Erogare prestazioni sanitarie e socio assistenziali sul nostro territorio significa fare SANITA' di MONTAGNA con la necessaria ed ineludibile conseguenza di avere costi più alti determinati dalla morfologia della nostra provincia, dalla situazione dei trasporti pubblici e dalla inadeguatezza della nostra rete viaria. Finanziare la SANITA' di MONTAGNA non significa però semplicemente ripianare a posteriori un deficit, che ormai è strutturale, ma significa dotare di risorse sufficienti e certe il territorio per permettere una progettualità che non può essere fatta se non si ha certezza a priori delle risorse disponibili.

• La nostra situazione di Provincia interamente montana ci permette di rivendicare una nostra specificità anche rispetto al modello della Legge 31, richiedendo la creazione di un'unica Azienda Sanitaria Territoriale - sul modello della Valle Camonica - che raggruppi in sé sia la vision ospedaliera che quella socio sanitaria oggi di competenza dell'ASL.

• Oltre a ciò è necessario che venga definito un nuovo modello di erogazione che preveda un ruolo specifico, anche extra territoriale, per il "Morelli" di Sondalo da realizzarsi con la trasformazione in IRCSS, cosa che, sebbene non risolverebbe automaticamente tutti i problemi della struttura, permetterebbe di cambiare radicalmente la prospettiva, creando le condizioni per arrestare il declino e lanciare nuove iniziative.

In questo contesto vanno evidenziati i punti di eccellenza e i terreni sui quali sviluppare la ricerca; devono essere inoltre elaborati progetti realmente perseguibili, senza cadere in una visione campanilistica o in sterili polemiche politico-istituzionali che non porterebbero ad alcun risultato.

Alimentare la contrapposizione tra Ospedale di Sondalo e Ospedale di Sondrio, invocare la competenza sui territori delle Comunità Montane di Tirano e Alta Valle, ovvero fantasticare su un possibile riutilizzo sanitario di tutti i padiglioni del "Morelli" produrrebbe come unico risultato l'affossamento di qualsiasi prospettiva per quell'Ospedale.

Occorre quindi un progetto che, partendo dalla valorizzazione di quello che già c'è, guardi ad una sanità non solo territoriale ma di prospettiva, ricercando importanti collaborazioni con gli ambienti universitari e della ricerca, ma anche valorizzando appieno il ruolo riabilitativo del presidio e ricercando in tal senso un intreccio con le attività riabilitative gestite dagli Istituti Previdenziali.

SEGUE >>>>>>>>>>>>>>

• E' fondamentale inoltre evitare di "dimenticare" o di mettere in secondo piano il resto della rete ospedaliera provinciale, in quanto a questa deve essere dato il compito di assolvere alle esigenze del territorio in modo compiuto, efficace ed efficiente.

Il Presidio di Sondrio - a prescindere dalle odierne preoccupazioni in merito al rispetto delle norme della sicurezza - deve assumere quindi il ruolo di Ospedale Provinciale e in tale contesto vi è necessità di investimenti strutturali, tecnologici e professionali che per evitare un ulteriore arretramento della qualità delle prestazioni erogate.

Inoltre oggi non possiamo esimerci nell'auspicare una pronta risposta, da parte dell'Azienda, alle richieste che giungono dai lavoratori in tema di sicurezza sul lavoro, un tema questo che ha sempre generato molta apprensione tra i lavoratori e che oggi la sta creando anche tra gli utenti.

• Per quanto attiene ai Presidi di Morbegno e Chiavenna, oggi le preoccupazioni che noi abbiamo sempre espresso circa un continuo depauperamento dell'offerta ospedaliera stanno, purtroppo, prendendo corpo e sempre più se ne accorgono lavoratori, utenti e, finalmente, anche le istituzioni.

Reparti accorpati, servizi a supporto concentrati a Sondrio, camere operatorie operanti solo a fasce orarie e per determinate prestazioni rendono di fatto il presidio di Morbegno un Ospedale di serie B.

Non bastano alcuni investimenti strutturali, seppur utili, a ridare vita ai presidi, che oggi devono affrontare anche la concorrenza di strutture private; diventa invece prioritario pensare al rafforzamento dei presidi di Morbegno e Chiavenna verso l'offerta ambulatoriale e diagnostica, ampliandola e abbattendo i tempi di attesa.

In questi contesti, dove l'acuzie vera e propria è sempre meno presente, serve riflettere seriamente circa la necessità di introdurre, a supporto di quello che già c'è, forme di Ospedali di Comunità o Casa della Salute nel quale concretizzare quel processo di accompagnamento e di continuità di cura di cui necessita il paziente nella fase post acuzie.

• Per quanto attiene all'intreccio tra sanità sul territorio e sanità ospedaliera occorre rilanciare, anche incentivandole, la creazione delle forme associate del Medici di Medicina Generale in quanto esse possono garantire un servizio all'utenza più articolato e maggiormente rispondente alle esigenze attuali.

A parere di CGIL-CISL e UIL questi sono gli assi portanti che devono trovare concretezza all'interno del dibattito provinciale ma soprattutto devono trovare sintesi e condivisione in un progetto di rilancio e riordino che chiediamo con forza alla Regione Lombardia di elaborare, unitamente a tutte le istanze provinciali.

Positivo quindi oggi è il risultato raggiunto all'interno del Consiglio Regionale Lombardo circa l'istituzione di un tavolo Regionale sulla sanità che vede partecipi tutti gli attori istituzionali e sociali interessati.

Positivamente deve essere inoltre valutata la disponibilità concreta dell'Amministrazione Provinciale a discutere di sanità, con la creazione di uno specifico tavolo istituzionale mirato sul "Morelli", ma allo stesso tempo siamo convinti che esso debba diventare un elemento importante di un puzzle complessivo e non un elemento di scontro o divisione.

Il Sindacato Confederale è oggi più che mai convinto che solo superando campanilismi e schieramenti politici e pregiudiziali si possa TUTTI avere parte attiva nell'ambito del Tavolo Regionale di Confronto che auspichiamo sia convocato al più presto, per addivenire a risultati concreti prima della prossima tornata elettorale.

Le Segreterie Territoriali CGIL CISL UIL

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