09 11 1 (Aggiornamento del 1 XI 09) D'ALEMA MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO?

A Roma ne hanno fatta una giusta e con grandissima, generale, sorpresa. Nel momento-clou dello scontro a larga banda, e perdippiù con la Magistratura sul piede di guerra contro il Presidente del Consiglio, esce la notizia che il Governo appoggia la candidatura D'Alema a Ministro degli Esteri europeo. Meglio, per usare l'esatta definizione, "Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune".

D'Alema dopo avere sottolineato le difficoltà - "la nomina partita ardua Non e' una questione tra me e Berlusconi" - ha precisato: "Io dò atto al governo di essersi comportato esattamente come ci si comporta normalmente nei Paesi europei e questo e' un fatto molto positivo". Sia lui che Bersani hanno posto l'accento che si tratta di una cosa "normale" nel senso che è stato fatto quello che fanno in Europa i vari Governi. Dovevano dirlo per evitare qualche sconcerto e qualche interrogativo nel popolo della sinistra, ma in realtà non si tratta, in Italia, di una cosa 'normale' visto poi che il Governo di centro-destra ha rinunciato a proporre la candidatura di un suo uomo, Taiani. Significativa l'avversione di Pannella che ha parlato del ritorno della grande coppia 'di regime' Berlusconi-Pannella.

In realtà la contesa politica in altri Paesi non ha affatto le connotazioni nostre, comprese le campagne di stampa, il tutto-campo della polemica e via dicendo. Quello che potrebbe essere 'normale' per gli altri non lo è certamente da noi.

Una mossa in ogni caso intelligente e proprio nel momento che alla segreteria del PD, del resto come largamente previsto, ci va il quasi-clone, politicamente parlando, di D'Alema, ovvero Bersani. E proprio ancora nel momento di Rutelli che passa con Casini, mossa questa che non darà - come la storia delle secessioni in Italia dimostra - l'esito sperato da Casini, ovvero il raddoppio della percentuale, portando Rutelli all'UDC il suo nome con il suo passato, ma poco seguito di addetti ai lavori ed anche di elettorato, i centristi scontenti essendosene già andati in buona parte. Da tener presente che il rafforzamento del centro ex DC non piace né al centro-destra né al PD. Al centro-destra per evidenti ragioni di concorrenza. Al centro-sinistra perché lo schema preferito invece è quello di poter arrivare ad una intesa 'esterna' con una UDC sì rafforzata ma per effetto non 'Rutelliano' ma di una erosione praticata al centro-destra.

Possibilità?

Difficile stabilire quali siano le possibilità tenuto conto che ci sono 27 Paesi a decidere. Molti osservatori ritengono che le maggiori chanches dovrebbe averle il Ministro degli Esteri inglese Miliband. Lui ha detto di non essere interessato, probabilmente preferendo puntare alla guida del Labour per presentarsi alla seconda elezione come candidato al 10 di Downing Street. Minori chanches avrebbero gli altri candidabili, tutti espressione del socialismo europeo mentre gioca a favore di D'Alema la politica internazionale italiana del governo a sua guida, anche in momenti difficili come la guerra in Jugoslavia e la missione in Libano che sta proseguendo senza problemi (il che è tutto dire in quella tormentata zona).

Trio italiano

Dovesse farcela D'Alema la politica estera europea si reggerebbe su un trio tutto italiano: lui 'Ministro', l'ex Sindaco di Milano Albertini Presidente della Commissione Esteri del Parlamento Europeo, Provera Vicepresidente Vicario della stessa Commissione.

Red

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