2 2 (Aggiornamento del 2.2) UNA PIAGA DA CURARE….E GUARIRE. E NOSTRA NOTA

Dice la scienza medica: se in un corpo perfettamente sano si procura una ferita, anche piccola, e non si pulisce e disinfetta subito, quella ferita può diventare una piaga infetta. Le piaghe, si sa, sono più difficili da curare, ma con appropriate medicine e particolari attenzioni possono guarire, restituendo al corpo sano la sua integrità. Se nessuna cura, nessun intervento adeguato, nessun farmaco viene usato per arrestare l'infezione, quest'ultima si estende a tutto il corpo fino alla morte.

Ho voluto affidarmi a questo preambolo iniziale per affrontare un tema che è stato oggetto di un convegno della CISL Regionale Lombardia lo scorso 29 gennaio 2010 a Milano. Il titolo del tema: "Nuovi cittadini lombardi e lavoro". Sottotitolo: "Gli immigrati e il lavoro tra luoghi comuni e realtà nella più grande regione d'Italia".

La campagna anti immigrati che si va conducendo in Italia va esaminata ormai per quello che è, o che qualcuno l'ha fatta diventare: Un'ossessione ideologica e una paranoia sociale. L'ultima sortita è da ascrivere al Presidente del Consiglio che da Reggio Calabria ha voluto stigmatizzare gli immigrati clandestini come fautori di criminalità.

Di questa campagna sono ben distinguibili due livelli che vanno nella medesima direzione: uno legislativo a livello nazionale e uno politico a livello locale. A livello nazionale l'ultimo provvedimento che prevede il reato di clandestinità è un clamoroso esempio di lucida follia ideologica, figlia di una sciagurata semina politica effettuata in particolare dalla Lega Nord, che ha contagiato anche altre forze politiche e mezzo mondo dell'informazione, facendo dell'immigrato un bersaglio in sè, non per quello che fa, ma per quello che é. Si colpisce una condizione non un reato.

Una specie di maccartismo etnico-raziale di chi agita il tema dell'ordine, anziché agire per portare un po' d'ordine, finirà per produrre gravi disordini sociali futuri, oltre che ad avere conseguenze devastanti sulla vita di decine di migliaia di persone e sulle comunità locali. I fatti succeduti a Rosarno Calabro nei giorni scorsi la dicono lunga a questo proposito.

A livello locale questa campagna ha le sue punte nel nord, in particolare in alcune località della Lombardia e del Veneto. In alcune località si sono emesse ordinanze comunali, (che chiamo eufemisticamente stravaganti), che vanno dalla limitazione della libertà religiosa (per i musulmani e solo per loro), ad un variegato assortimento di delibere che riguardano la scuola, gli asili, il sostegno ai non autosufficienti, i bonus bebè e buoni libro, che prevedono una precedenza per i residenti o addirittura l'esclusione per gli immigrati, ai divieti di riunione in più di due persone, eccetera. E si va avanti così, tra sindaci che subordinano l'apertura di partite Iva o la concessione della residenza all'attestazione di mezzi sufficienti di sostentamento e di una casa adeguata, fino ai benemeriti amministratori di Coccaglio (BS) che hanno avuto il "buon gusto" di chiamare un'operazione anticlandestini Bianco Natale, operazione che ha colpito soprattutto i regolari che hanno perso il lavoro a causa della crisi, togliendo loro immediatamente la residenza.

E' attraverso politiche di questo genere che la barbarie giuridica, e prima ancora umana, si fa strada nelle convinzioni e nelle coscienze della gente, oltre tutto con la scusa di agire in nome della collettività e quindi del bene comune. Senza capire che così si uccide quel principio universalistico che è la base stessa della civiltà giuridica occidentale. Se l'Occidente è giuridicamente superiore ad altre realtà, come ripetono volentieri i promotori di queste campagne, è perché ha imparato che la legge è uguale per tutti, e non discrimina per etnia, colore della pelle e religione. Quindi i veri nemici da combattere sono costoro, i barbari che abbiamo in casa (non solo quelli ipotetici che vengono da fuori), perché lavorano per affossare questi sacri principi.

Per tornare al preambolo iniziale, mi pare che sia ora di curare con appropriatezza la piaga della xenofobia e delle leggi di supporto, e distruggere le tossine che sono state artificialmente inoculate nella nostra società civile, prima che l'infezione dilaghi fino ad indebolire e distruggere il corpo sano della nostra repubblica. Le piaghe non si curano con il sale della discordia, ma con l'unguento della fratellanza, del dialogo, della vera integrazione con le altre persone e culture, come ci invita ad essere ed a fare la "Caritas in Veritate" di Papa Benedetto XVI°.

Valerio Dalle Grave

Nostra nota

L'amico Valerio riecheggia nel suo scritto la posizione assunta dalla Chiesa cattolica e dalla CEI. Considerazioni, per la maggior parte, valide. Però anche chi ha una posizione antirazzista e di disponibilità verso l'altro deve pur prendere atto di alcuni aspetti del fenomeno che non possono essere ignorati. Un autorevole personaggio milanese, ad esempio, faceva presente in TV che l'etnia più numerosa in quel di Milano - a sorpresa per quasi tutti - è proprio quella che non dà il minimo problema, integrata al massimo. Si tratta dei filippini e non è un caso che si tratti di cattolici. Anche il 'mangiapreti' perché il dato fondamentale è in quale ambito culturale si è cresciuti. Non vogliamo ovviamente fare graduatorie di merito ma semplicemente richiamare la realtà anche sottolineando che l'integrazione richiede doppia disponibilità, di chi offre e di chi riceve, oltre all'accettazione delle regole che vigono qui. Osservava qualcuno in TV che si potrà parlare di integrazione, in particolare con i musulmani, raggiunta quando vedremo ragazze musulmane sposare italiani. Per ora si vede solo il contrario, uomini musulmani e donne italiane…

Una seconda considerazione riguarda l'inevitabile limitazione di entrata. Non è possibile aprire le porte e lasciarle aperte. Non è possibile lasciarli entrare dalle finestre e poi dire di si a posteriori. Se non si tiene l'afflusso in termini fisiologici vanno ad esplodere i problemi sociali, il lavoro, la casa, la sanità, la scuola.

In terzo luogo il problema della criminalità, alimentato in parte cospicua da extracomunitari che affollano le carceri e che senza provvedimenti ad hoc determina nella gente un rifiuto generalizzato, sbagliato fin che si vuole ma diffuso, e non nei quartieri alti.

Tutto questo per dire che il problema è complesso, che bisogna avere disponibilità con braccia aperte per chi merita l'abbraccio fornendo invece un biglietto di sola andata per casa loro agli altri.

NdD

Valerio Dalle Grave e NdD
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