3 10 CELIBATO DEI PRETI. CHI LO VUOLE. CHI, IL PAPA, NON LO VUOLE. LA TERZA VIA

Chiesa cattolica sotto tiro per la pedofilia. Casi esecrabili, sacerdoti mascalzoni e peggio - come nella trasmissione di Santoro ebbe a definirli in quell'occasione Mons. Fisichella nei suoi interventi esemplari -, il dramma delle vittime. Verissimo. Sembra però che il problema, con virulenza esploso negli USA, in Irlanda e ora in Germania, riguardi solo la Chiesa cattolica dimenticando che se salgono alla ribalta tristissime storie è soprattutto perché Roma è entrata con determinazione nel problema. Bando a qualsiasi indulgenza, a qualsiasi sottovalutazione, a qualsiasi considerazione di opportunità tanto è vero che l'aumento del numero di casi emersi è dovuto soprattutto al fatto che si sta scavando tornando indietro molti anni e quindi considerando un lungo periodo di tempo. Quello che sta uscendo è solo la punta di un iceberg di un fenomeno molto, molto più diffuso di quanto non facciano pensare i pochi casi che Forze dell'Ordine e Magistrature dei diversi Paesi riescono a scovare.

Detto questo entriamo nello specifico dei problemi che riguardano la Chiesa cattolica. Realisticamente e freddamente, come obiettività vuole, ricordando quel che un tempo era scritto nei sussidiari con il correndo dell'immagine sconvolgente della persona che aveva dato scandalo sul punto di gettarsi da un rupe nel mare in tempesta.

Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli…

Si trattava della parola di Gesù, così come riportata nel Nuovo Testamento e precisamente al paragrafo 18 del Vangelo secondo Matteo: "In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". 2. Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3. 'In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. 5. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. 6. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. 7. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!"

Non solo pedofilia

Se la pedofilia è il non plus oltre dell'odioso, e non solo per chi ha un abito talare, non c'è solo questo. Ci sono altri due fenomeni, meno appariscenti e quindi di scarso interesse dei mass-media, che non vanno dimenticati. Il primo è l'omosessualità. Il secondo è dato dagli abbandoni del sacerdozio spesso motivati dalla volontà di costituirsi una famiglia. Bisogna pure essere realisti e guardare la società di oggi ampiamente scristianizzata con riferimento a tre punti:

1) La società attuale oggi gronda sesso da tutte le parti. Si tratta di una attività che indubbiamente affascina tutti ma che ha un limite ovvero il sesso fine a se stesso. Resta indubbio che un condizionamento ne viene nella vita di tutti i giorni per gran parte della gente. Che qualche sacerdote non riesca a resistere sarà quel che si vuole ma è pure umanamente comprensibile.

2) Non c'è solo l'attrazione del sesso. C'è anche quella dei sentimenti, dell'umanissimo desiderio di una donna che completi la coppia, della sua tenerezza, della sua presenza a fianco. Che qualche sacerdote non riesca a resistere sarà quel che si vuole ma è pure umanamente comprensibile.

3) Non ci sono soltanto l'attrazione del sesso o quella dei sentimenti. Un sacerdote di vaglia diceva un giorno che non erano queste le cose di cui sentiva la mancanza. Mancava, forte, la paternità.

Il celibato dei preti. La terza via

Gesù stesso riconosce l'inevitabilità degli scandali ma l'indicare il castigo che attende i colpevoli significa prevenire, significa se non eliminare quantomeno ridurre. E qui emerge il problema del celibato dei preti.

Il Papa nei giorni scorsi è tornato in argomento ribadendo il valore del celibato dei sacerdoti. Di fronte al Papa come si fa a obiettare? C'è il modo di riconoscere il magistero del Pontefice ma nello stesso tempo non eludere un problema che, volere o no esiste. In altri termini fra il SI e il NO c'è una terza via.

Il SI. Come abbiamo scritto più volte c'è indiscutibilmente un valore del celibato per chi è in cura d'anime e per chi viene poi chiamato a livelli di responsabilità 'culturale' o, per certi versi, organizzativa e per particolari ordini di tipo monastico.

Il NO. Ci sono molti sacerdoti, del clero secolare o degli Ordini, che si occupano di una serie di cose e di problemi che potrebbero, in parte come in qualche raro caso succede anche oggi, essere svolti da laici, e in parte da sacerdoti sposati, da diaconi con un ampliamento delle loro possibilità. Per stare all'argomento di apertura darebbe certamente il massimo affidamento, e la massima tranquillità ai genitori, il sacerdote sposato che operasse a contatto con i ragazzi negli Oratori o nei Collegi e questo senza nessuna sfiducia, per carità, nei confronti di chi opera oggi. I tristi fenomeni riscontrati nel nord Europa non albergano da noi. Resta in ogni caso il fatto che sostituendoli in queste attività, in altre di tipo burocratico, in altre ancora di tipo sociale con preti sposati i celibi di oggi, questi potrebbero con maggiore aderenza alla scelta di vita compiuta dedicarsi all'evangelizzazione e alla catechesi.

Terzo millennio

I valori restano immutabili nel tempo. Le regole, così come sono state messe possono essere rimosse o modificate. Del celibato dei preti si cominciò a parlare solo nel concilio del 386 per essere poi codificato nel grande Concilio di Trento, quello chiuso nel 1563. In Oriente i preti di molte Chiese cattoliche si sposano regolarmente. Restando al loro posto.

La cristianizzazione della società, in particolare quella occidentale, è vistosa. Ci sarebbe bisogno di una nuova grande opera di conversione e quindi di tanti preti. Ma i preti diminuiscono. Le vocazioni sempre meno. E per giunta diversi preti depongono la tonaca. Non tocca a noi discettare in tema di peccati. Però non si può non ricordare che un tempo il Confiteor si riferiva ai peccati "in pensieri, parole ed opere". Un po' di anni fa è stato così modificato: "in pensieri, parole ed opere e omissioni".

Già, in omissioni.

GdS

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