3 20 INTERCETTAZIONI TELEFONICHE. 1) INAUDITO, '1984'. 2) INAUDITO, VIOLAZIONE DEL SEGRETO ISTRUTTORIO: ADESSO ANCHE il 'FAI DA TE'
1) INAUDITO, '1984'
Il Fratello Maggiore
Gorge Orwell ne scrisse nel 1948. Nel suo romanzo '1984' (84 contrario di 48), al di là della triste parabola del protagonista Smith, descrive una società sostanzialmente schiavizzata agli ordini dell'ignoto 'Fratello Maggiore' - in Italia diventato 'Grande Fratello', copiato poi dalla TV - che controlla tutto e tutti.
Viene il dubbio che Orwell, in questo controllo e per fortuna non nel resto, sia stato come Giulio Verne abbastanza profetico. Le intercettazioni sono state e sono un grande ausilio per colpire delinquenza e malaffare. Certo si è che sono tante visto che lo Stato spende circa 270 milioni di €uro all'anno. Qualcuno anzi sostiene che sono troppe ricordando che in Germania sono 5-6 volte meno e in Gran Bretagna anche 25-30 volte meno. Non siamo in condizione di valutare questo giudizio. Possiamo, e dobbiamo, rilevare però un loro limite, anche grave.
La catena di S. Antonio
Innanzitutto il sistema. Si intercetta il soggetto 'A' perché sospettato. Si ascoltano le telefonate con i signori B, C, D, E, F. G, H, I, L, M, N, O ecc.
B e C scartati visto che si parla di programmi cene e cose simili. D può avere un certo interesse perché nelle sue telefonate racconta le ultime, in parte di pettegolandia e in parte di barzellette. Simpatico da ascoltare. E non è penalmente rilevante ma c'è l'intesa per una puntata extraconiugale al Residence tal dei tali. Andiamo avanti. Ininfluenti F e G. Ma arriva il boom: 'H'! 'H' parla con alfa, personaggio notevole degli affari. Nel linguaggio amichevole alfa rivela confidenzialmente cose interessanti per la prossima campagna delle assemblee societarie, sia dal punto di vista finanziario che delle governance. Potrebbero esserci cose penalmente rilevanti in quanto sentito. Ecco allora che sotto controllo passa anche alfa ma, viste le confidenze, anche beta, gamma e delta i quali a loro volta, non sapendo che qualcuno li ascolta, entrano nel vivo dei problemi, delle notizie riservate, delle anticipazioni. La catena di S. Antonio può dunque partire da qualsiasi indagine, anche la più banale, e poi finire persino a coinvolgere il Presidente del Consiglio oggi, altri personaggi di ogni settore domani.
La punta di un iceberg?
La cosa incredibile è però un'altra.
Abbiamo appreso che a Trani il Presidente del Consiglio sarebbe stato intercettato 18 volte partendo da un'inchiesta lontana milioni di km, ovvero relativa a carte di credito, usura et similia. Dalle intercettazioni emergerebbero ipotesi di reato fra cui - sintomatico ed illuminante - la fattispecie tale da fare ricorso all'art. 338 del Codice Penale, il cui testo pubblichiamo in APPENDICE. Poniamo che i magistrati non avessero rilevato ipotesi di reato - peraltro le attuali tutte da dimostrare -, ebbene in tal caso nessuno avrebbe saputo che per 18 volte era stato intercettato il Presidente del Consiglio, che nazi non ne sarebbe mai venuto a conoscenza.
Ma allora?
Ma allora, non è che siamo in presenza di una punta di iceberg?
Se tanto mi dà tanto… Inquietante
Se questo poteva succedere a Trani non è che possa succedere, non è che già sia successo, altrove? Per il Presidente del Consiglio, per i Ministri, per i parlamentari, per i banchieri, per i sindacalisti, per gli uomini d'affari, anche per altri magistrati? E per ciascuno di noi. La sicurezza della società vuole un prezzo, in particolare la riduzione dello spazio personale di privacy. C'è per questo un soggetto che ha una funzione delicatissima, di garanzia. Questo è il magistrato. Il problema nasce dal fatto che se dobbiamo dargli fiducia, come è indispensabile, occorre che non ci siano ombre. Sarà una parte altamente minoritaria quella che qualche ombra la evoca, ma c'é. La politicizzazione non 'della' ma 'nella' Magistratura è la 'bestia nera', comunque essa si configuri Così come non sempre il CSM, supremo consesso, si merita la fiducia. Il via libera concesso dal CSM al PM di Bari di candidarsi a Bari dopo avere condotto anni inchieste sui politici di parte avversa è emblematico, non bastando certo la dichiarazione del Vicepresidente Mancini di un OK dato con sofferenza. Semmai era più apprezzabile la sofferenza che avesse accompagnato il no!
Trani apre interrogativi inquietanti e postula la necessità di trovare soluzioni tali da non pesare negativamente sulla lotta alla delinquenza ma di tutelare i cittadini, importanti e no, oggi sistematicamente strapazzati da violazioni del segreto istruttorio che nessuno colpisce, siano esse di ragion politica o per volgare pecunia.
2) INAUDITO, VIOLAZIONE DEL SEGRETO ISTRUTTORIO: ADESSO ANCHE il 'FAI DA TE'
Quello che è avvenuto a Trani ha dell'inaudito.
Siamo addirittura al "fai da te", ovvero che chi è interessato alle notizie rigorosamente riservate in quanto 'segreto istruttorio' non aspetta che gliele passi il fornitore, in tutti questi casi in Italia sconosciutissima talpa interna. Decide di provvedere direttamente. In due, il palo serve sempre. Entra a Palazzo di Giustizia. Vi gira dentro a suo piacimento come fosse a casa. Non va cercando di qui o di là ma va diretto a colpo sicuro. Entra nella stanza. Non una delle tante. Addirittura quella del GIP. A colpo sicuro prende le carte che riguardano le intercettazioni del Presidente del Consiglio. Fonti giornalistiche dicono che esce, va a fare le fotocopie. E poi riporta tutto al suo posto. Torna in redazione e spara sul suo giornale.
Siamo all'inverosimile.
Secondo quanto pubblicato sinora questa sarebbe la ricostruzione degli eventi, con qualche variantina sul tema circa la fotocopiatura, se dentro o se realizzata fuori.
Il giovane giornalista di Repubblica, dalla stampa indiziato n. 1, ha avuto i natali in quel di Barletta. Qui, nella frazione Canne, quasi 2226 anni fa Roma conobbe la più grande disfatta della sua storia. Nello stesso spirito, deve aver pensato, torniamo a dare scacco a Roma, al suo 'principe' dei tempi nostri, al Silvio nazionale. Ed ecco nascere l'incursione con una ipotesi di spiegazione di come abbia fatto. Guidato da un istinto primordiale che gli avrebbe fatto da guida, seguendo esoteriche vibrazioni, aspirato e ammaliato da moderne sirene, i suoi piedi lo hanno condotto irresistibilmente verso il faldone evidentemente lì a disposizione di chi fosse entrato in quella stanza, ma senza problemi in quanto coperto da segreto istruttorio, e tale quindi da non essere aperto dai visitatori…
Grazie al giovane cronista
Ammesso che sia vera questa inverosimile ricostruzione dei fatti c'è da ringraziare il giovane cronista. Con la sua impresa, se confermata, ha dimostrato che si è toccato il fondo e che la gravità del problema ha oltrepassato ogni limite. A parte le condanne per i responsabili, se ci saranno in modo adeguato visto che qualcuno ha già cominciato a 'intercedere, la soluzione è chiaro che ormai sia indifferibile. E' infatti ora di finirla, e questo vale per chiunque, come si era scritto quando chiamati in causa sempre con perfido gioco delle violazioni del segreto istruttorio, Berlusconi abbonato da anni, erano Fassino e D'Alema.
APPENDICE
La contestazione al Presidente del Consiglio riguarderebbe in particolare l'art. 338 del Codice Penale, norma varata a suo tempo in periodo di fascismo nel Codice Rocco. Che dice?
"Art. 338 Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario
Chiunque usa violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorita' costituita in collegio, per impedirne in tutto o in parte, anche temporaneamente o per turbarne comunque l'attivita', e' punito con la reclusione da uno a sette anni.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per influire sulle deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessita', qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto l'organizzazione o l'esecuzione dei servizi."
Anna Maria Greco constatata la totale ignoranza in materia da parte di affermati penalisti ha effettuato una ricerca pubblica una ricerca, pubblicata su "Il Giornale" del 18 marzo u.s., dalla quale emerge che in 80 anni questo articolo è stato utilizzato tre volte in tutto (tre, non 3.000 o 30.000!) e perdippiù sempre con riferimento a magistrati. Gli interessati possono trovarlo sulle pagine dei tale giornale con il titolo "Il reato riesumato per il Cav: tre casi in 80 anni.
Alberto Frizziero