3 20 SONDALO E L'OSPEDALE MORELLI

Vista la querelle mediatica, voglio fornire alcune notizie che, spero, non contribuiscano a complicare ulteriormente il dibattito in corso tra istituzioni e tra le varie fazioni politiche, sul pluridecennale e insoluto problema dell'ospedale E. Morelli di Sondalo.

All'epoca dei fatti che racconto, io ricoprivo la carica di Segretario provinciale della CISL, poi di presidente del comitato provinciale dell'INPS. Mi trovai, quindi, per dovere professionale e politico a dovermi occupare, tra le altre cose, anche dei lavoratori dipendenti e delle vicende logistiche strutturali dell'ex sanatorio di Sondalo. Infatti, a seguito della riforma Mariotti del 1968 (riforma ospedaliera che ha tolto all'INPS la gestione diretta del complesso sanatoriale) prima, e della riforma sanitaria generale del 1978 poi, il destino di quel nosocomio è stato sempre posto in forse. Va ricordato che la sua sopravvivenza è entrata in precario equilibrio a seguito della scoperta di farmaci (antibiotici) che hanno fortemente ridotte le patologie polmonari, soprattutto la TBC, per la cura della quale era entrato in funzione negli anni 40. Inoltre è bene ricordare che a quei tempi il complesso sanatoriale dava ricovero e cura a circa 2.400 degenti e lavoro a circa 1300 dipendenti, tra personale sanitario e ausiliario.

Dal 1971, quando l'INPS lasciò definitivamente la gestione del complesso, le vicende che caratterizzarono la nuova gestione furono toppe, orpelli, soluzioni provvisorie, temporeggiamenti, improvvisazioni organizzative, rimpallo di responsabilità fra stato e regione, grandi dibattiti, scontri tra fazioni politiche, lotte campanilistiche, accumulo di debiti e nessuna decisione concreta da parte delle forze politiche e istituzionali della Provincia.

Recentemente è partita l'iniziativa locale per lo scorporo dell'Ente Morelli dalla Azienda Ospedaliera Provinciale e l'istituzione di una azienda autonoma. Sembrava che finalmente la soluzione definitiva fosse a portata di mano o addirittura fosse stata trovata. Finalmente tutti daccordo: partiti politici, associazioni, sindacati, sindaci di tutti i comuni, Comunità Montane e Amministrazione Provinciale. Poi, sorpresa, iniziano le schermaglie tra partiti, i distinguo all'interno della coalizione di maggioranza, conflitti istituzionali, volano anche parole "forti", eccetera. L'annoso e stupido clima di sempre si ripropone.

Ho seguito dall'inizio quest'ultima vicenda e ho incrociato le dita credendoci e sperando. La delusione non mi ha colto di sorpresa e la domanda mi è sorta spontanea: Quando i valtellinesi riusciranno a trovare un accordo unitario teso al bene comune?

Ora vengo alle notizie che avevo accennati all'inizio.

Al di la delle iniziative comuni con i colleghi di CGIL e UIL, ho avuto occasione di parlare direttamente con la Ministra della Sanità Tina Anselmi nel gennaio 1979 presso la Camera di Commercio di Milano, gli sollecitai una risposta positiva per la soluzione dell'Ospedale di Sondalo. Risposta: devi dire ai tuoi valtellinesi (riferendosi ai politici) di decidere cosa vogliono fare.

Più tardi, quasi dieci anni dopo, nel marzo del 1988 a Pavia, ripetei la stessa sollecitazione al Ministro della Sanità Carlo Donat Cattin. Risposta: devi dire ai tuoi valtellinesi di decidere unitamente con la Regione Lombardia cosa vogliono.

Dopo circa 5 anni, nel settembre 1993 a Desenzano sul Garda, ebbi l'occasione di incontrare la Ministra della Sanità Maria Pia Garavaglia. Ripetei le stesse domande e rivolsi le stesse sollecitazioni. Risposta: conosco il problema, ma non si risolve se non si intravede una unità di intenti e una azione unitaria da parte dei politici valtellinesi.

Questo è quanto. Nel merito mi auguro che i conflitti verbali che sono trapelati sulla stampa , sul Web e in trasmissioni radiotelevisive, appartengano alle schermaglie ascritte alla propaganda elettorale e che in seguito il buon senso prevalga, la ragione abbia la meglio e il problema trovi la soluzione migliore a favore della continuità della struttura sanitaria di Sondalo che merita dignità e rispetto per quello che ha dato e per quello che è e che da; e a favore del bene comune di tutta la comunità Valtellinese, Valchiavennasca, Lombarda e Nazionale. Ne va della nostra dignità politica, civile, democratica e culturale.

Valerio Dalle Grave

Torneremo in argomento. Non abbiamo pubblicato il materiale pervenuto perché non si adattava alla cadenza del nostro giornale per cui ci siamo riservati di presentare in blocco la situazione. Dopo le elezioni naturalmente (ndr)

Valerio Dalle Grave
Dalla provincia