4 17 (Aggiornamento al 17.4) TRE ANNI SENZA ELEZIONI. TRE ANNI PER LE RIFORME. TRE ANNI TRANQUILLI. NEL MONDO SCONCERTO PER QUESTA ITALIA COSI' DIVERSA… TROPPO BELLO PER ESSERE VERO. APPUNTO

Il verdetto delle elezioni regionali, e locali, era stato chiarissimo. La loro importanza andava, come in effetti é andata, al di là dell'ambito loro proprio per assumere un rilievo di carattere nazionale. Tutti gli osservatori, di parte e non di parte, hanno riconosciuto l'indubbia vittoria del centro-destra e la terza sconfitta consecutiva della sinistra. Ne sono derivati ragionamenti di solito abbastanza sconosciuti nel nostro Paese. Si è infatti sentito dire che per la prima volta da chissà quando si profilava un triennio tranquillo, senza elezioni e quindi foriero di risultati, in primis le Riforme.

Osservatori stranieri hanno parlato di trasformazione dell'Italia, da Paese di instabilità politica permanente e quindi di impossibilità di previsioni di carattere strategico, a Paese di tipo europeo che alle elezioni pensa solo ogni 4/5 anni senza quindi quei condizionamenti nell'attività di Governo che una consultazione elettorale comporta sotto qualsiasi latitudine e a qualsiasi longitudine.

Confortavano questa prospettiva le iniziative e le discussioni sulle tematiche strutturali, riforme in primis, da parte dei vari leaders politici e nei rispettivi Partiti.

Troppo bello per essere vero.

Incontro Fini-Berlusconi. Sono molti quelli che si attendono una sorta di riconciliazione all'insegna del principio ben noto in Valtellina sotto il nome di "taja e medega". Ma le cose non vanno in questo modo. Pare che vi sia la rincorsa del PD entro al quale c'è un tale rimescolamento di carte dopo la terza sconfitta elettorale consecutiva da far dire che se Bersani propone l'acquisto dei bicchieri di carte per bere l'acqua durante le riunioni non si riesce a trovare una maggioranza che approvi. Non solo Fini avvisa di essere pronto a fare 'gruppi parlamentari autonomi', 50 deputati e una quindicina di senatori, con Berlusconi che dice che anche in questa ipotesi il Governo andrà avanti (con un nuovo, dice, Presidente della Camera) ma addirittura si evoca lo spettro di elezioni anticipate. E non sono a dirlo i giornalisti che vengono invece scavalcati nientepopodimeno che dal Presidente del Senato Schifani e dal leader della Lega Bossi secondo i quali se Fini va per conto suo si deve andare ad elezioni.

Le agenzie internazionali di rating ci che stanno trattando, da un lato grazie a Tremonti, dall'altro per le condizioni politiche del Paese, stabilità innanzitutto, drizzano inevitabilmente le orecchie chiedendosi se questi eventi non ripropongano l'interrogativo se cioè ci si possa fidare dell'Italia.

Troppo bello per essere vero?

I conti si fa presto a sbagliarli. Un po' tutti. Vediamo:

- Berlusconi. Ha un bel dire che il Governo continua. Rischia di far la fine di Prodi se sono reali i numeri girati.

- Fini. Ha un bel chiamare a raccolta gli amici fidati e di sentire i vari Casini e Rutelli. La storia del nostro Paese se dimostra che le unioni di partiti obbediscono ad una legge contr-matematica (I voti di un Partito che è somma di Partiti sono sempre meno rispetto alla somma dei voti di tali Partiti divisi), dimostra anche che le scissioni non pagano perché gli elettori non le apprezzano, comunque motivate.

- PdL Ha un bel fare i conti, vantare i successi del Governo e di Berlusconi, basarsi sul voto dei moderati. Ha dato a questo Governo una maggioranza larga come mai vista prima. Quali ne siano le ragioni e gli autori il ritorno alle urne sarebbe una dichiarazione di fallimento. Con le conseguenze, pesanti, del caso.

- Lega. Guadagnerebbe ancora voti. Ma forse si troverebbe in posizione più difficile per le alleanze.

PD. Bersani al primo accenno di elezioni da parte di qualcuno ha subito urlato forte il suo NO. Sarebbe la quarta sconfitta ma soprattutto la via aperta per altri Vendola.

- IdV. Non sarebbe contento neppure Di Pietro, perché Grillo lo insidia elettoralmente e De Magistris lo insidia politicamente.

E allora?

E allora probabilmente, quasi sicuramente, a elezioni non si andrà. I mediatori stanno cercando la soluzione. Quella politica è abbastanza a portata di mano. Poi c'è l'altra, e quella è un problema: Quale il ruolo di Fini? Che cosa c'è per lui nel quadro post-presente Legislatura?

E' fantapolitica ipotizzare una sorta di 'condominio istituzionale' nel quale al Presidente della Repubblica vengano attribuiti poteri, oggi sostanzialmente inesistenti ma non tutti quelli che Berlusconi vorrebbe per quanto pensa di entrare al Quirinale e al Presidente del Consiglio vengano attributi poteri sui Ministri (x) che oggi non ha? Una soluzione di questo genere andrebbe bene anche al PD per un futuro prossimo venturo. Resta la Lega ma Bossi riuscirebbe ad avere sufficienti, e pesanti, contrappesi…

Cosa dire oggi?

Oggi c'è una sola cosa che chiunque abbia a cuore le sorti del Paese, indipendentemente per quale parte batta il suo cuore politico, deve augurarsi: che trovino una quadra oggi e poi domani si mettano sulla strada delle riforme auspicabilmente senza guerre di religione fra maggioranza e opposizione.

Alberto Frizziero

(x) Quando chi scrive scrisse il programma di Governo per il settore Territorio (Urbanistica ecc.) avendo pieno consenso dei quattro partiti anche su parti importanti e di forte contenuto innovativo dovette limitare alcune proposte di dettaglio per non interferire nell'ambito delle competenze, e quindi dell'autonomia, dei Ministeri interessati. Il Presidente del Consiglio non ha, formalmente, capacità di intervento.

Alberto Frizziero
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