NO. BASTA BROWN, BASTA LABURISTI AL 10 DI DOWNING STREET. L'ORA DEI 'DAVID'

Lui aveva tentato - I 'due forni' - E gli altri deputati? - La svolta - Da 14 anni aspettavano. Un compito pesante per David Cameron - Il futuro inglese?

Lui aveva tentato

Lui aveva tentato. Lo avevamo scritto: "Quello che ci fa dare seppur non per probabile ma comunque per possibile il ritorno di Brown al Governo per via dell'incarico che la Regina deve dare prioritariamente a lui quale Capo del Governo uscente e del fatto che alla fine dello spoglio la combinazione laburisti-liberali prevale, sia pur di poco, nei confronti dei conservatori".

Tutti davano per scontato il Governo Cameron. S'è visto, come abbiamo riportato, che scontato non era.

Laburisti e Liberali hanno (258+57) 315 deputati. Per avere la maggioranza occorrevano che ne arrivassero altri 11. Possibile visto che non c'erano solo i tre partiti maggiori in lizza ma altre formazioni, di cui avanti diamo lo specchio, che complessivamente hanno ottenuto 28 seggi. Numericamente possibile e Brown ha tentato, prima direttamente e poi, da Capo dei Laburisti, con la carta delle dimissioni in autunno. C'è stato un momento in cui il risultato sembrava anche politicamente possibile visto che i Liberali tendenzialmente erano da quella parte dove trovavano anche aperture consistenti sul piano programmatico.

Aggiungasi che avendo insieme il 52% (29+23), rispetto al 36,1 dei conservatori, potevano avere una legittimazione per così dire democratica

Non eravamo quindi fuori logica nell'ipotizzare questa soluzione "seppur non per probabile ma comunque per possibile"

I 'due forni'

Lo dimostra del resto quello che in Italia è stato definito 'il gioco dei due forni'. Un precedente significativo che aveva fatto scuola da noi come fu per il Comune di Milano quando le delegazioni DC e PSI stavano definendo i dettagli della rinnovata Giunta di centro-sinistra in una stanza di Palazzo Marino vennero improvvisamente informate che nella stanza attigua il futuro Sindaco Aniasi aveva concluso gli accordi con il PCI per una Giunta di sinistra 'catturando' anche due consiglieri DC e uno PSDI per avere i numeri. A Londra c'erano due tavoli: quello preferito alla vigilia con il Labour e quello pragmaticamente realistico, dati i numeri (306+57= 363, 37 oltre la maggioranza minima, con i Tories.

E gli altri deputati?

Gli altri: otto deputati i Democratici Unionisti, sei gli Scozzesi, cinque gli Indipendenti irlandesi, tre i Gallesi di centro-sinistra e i socialdemocratici, uno i Verdi e una lista locale. Uno ancora da assegnare in un turno suppletivo per la morte di un candidato.

La svolta

La svolta dal Labour.

14 anni al potere, per lungo tempo a gonfie vele con un leader al top nel firmamento mondiale. Poi un bel giorno Blair prende la più sciagurata delle decisioni. Convinto dagli USA - con la disgrazia di avere responsabile della Difesa quel Rumsfeld, falco di primo piano, che ha sbagliato tutto - e senza ricordarsi che fa parte dell'Europa, scende in guerra a fianco degli Stati Uniti. Lo stesso errore di Mussolini. Lo hanno convinto che è questione di pochi giorni. Vediamo, come si può ancora leggere sul nostro giornale che senza avere la sfera di cristallo ha previsto in una serie di articoli come sarebbe andata a finire, quanto fallace fosse la posizione guerrafondaia. La fine politica di Blair, anche se gira ancora ma con ruoli di secondo e terzo piano. Il suo posto lo prende il 27 giugno di tre anni fa quello che era stato il secondo più longevo (10 anni) Cancelliere dello Scacchiere, il Tremonti inglese, James Gordon Brown n. 1 del Partito Laburista, che fa quel che può in una situazione ormai deteriorata con la complicazione della crisi economica.

Il tentativo di strappare con i denti una continuità di Governo va a mare. Per i Liberali? Certo, ma in realtà è lo zoccolo duro dei laburisti che non ne vuol sapere. Sarebbe 'il Governo dei perdenti', dicono, quello con i Liberali, destinato a logorarsi rapidamente per concludersi con un maggiore disastro elettorale. Incalzano gli eredi. Anche qui un David, il Ministro degli Esteri Miliband, sponsor Blair, ma c'è anche il pupillo dei Sindacati Ed Balls.

Parola d'ordine: opposizione e preparazione per le prossime elezioni che non è detto siano così lontane, viste sia le esigenze programmatiche dei Liberali che le loro caratteristiche, inesperienza compresa nal punto che un giornale si chiedeva cosa potrebbero fare ora, 'da adulti'.

A questo punto Brown prende l'auto e va dalla regina a dare le dimissioni da Premier e al Partito a dare le dimissioni da Capo. Tocca a David Cameron.

Da 14 anni aspettavano. Un compito pesante

Da 14 anni i Conservatori aspettavano, sempre seduti sui banchi dell'opposizione e, per dirla chiara, senza personalità di spicco, dopo la Tatcher. Un compito pesante per Cameron, classe 1966 e da quasi 5 anni alla guida dei Tories. uomo dell'élite, Etoniano e Oxfordiano, ricco, conservatore poco 'conservatore' ma aperto al nuovo, persino all'ambiente. Sa che il compito suo non è facile, visti i problemi che il suo Cancelliere dello Scacchiere, con lui, si troverà sul tavolo con il rischio di dover fare scelte impopolari sotto il profilo economico. Sa anche che non sarà facile da un lato la convivenza con i Liberali, dall'altro far capire a tutto il suo Partito che il futuro per i conservatori c'è solo se si dimostrano 'meno conservatori' e più aperti alle esigenze del terzo millennio, lontanissime da quelle di 14 anni or sono quando hanno lasciato il potere.

Il futuro inglese?

Nel grembo di Giove. Possiamo comunque anticipare che non ci sono da attendersi mutamenti di pensiero: in caso di nebbia si sentirà ancora la frase "Nebbia sulla Manica, il continente è isolato" (con l'aggiunto del 'quasi' visto che ora c'è il tunnel sotto il mare che qualche modifica la impone…

GdS

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