5 20 FAMILY DAY 2010. L'INCRESCIOSO SILENZIO. LE 'STRANEZZE' DELL'ONU
Ogni anno si celebra il 15 maggio la Giornata internazionale della Famiglia, proclamata dall'Assembla Generale delle Nazioni Unite nel 1993 e riflette l'importanza che la comunità internazionale le attribuisce.
Eppure, malgrado le numerose iniziative in programma e la diffusa consapevolezza degli Stati membri sull'importanza di politiche a sostegno della famiglia, la giornata internazionale passa sempre sostanzialmente sotto silenzio, anche alle Nazioni Unite.
"La spiegazione fondamentale sta nel fatto che i burocrati che gestiscono l'ONU sono generalmente ostili alla concezione tradizionale della famiglia - afferma Austine Ruse, presidente del "Catholic family and human rights institute ", una organizzazione non governativa (ong) pro-family che opera all'interno del sistema delle Nazioni Unite - L'ala radicale che domina le strutture dell'ONU -con i propri sostenitori nelle ong e nei governi nazionali, vede la famiglia come una forma di soffocante patriarcato che impedisce la libertà. Per loro la famiglia è il nemico e lo dimostra il fatto che proprio mentre si celebrava l'anno della famiglia è stato chiuso all'ONU l'ufficio che doveva occuparsi specificamente del sostegno alla famiglia.
Le due "anime" dell'ONU sono emerse fin dall'origine, quando nei suoi testi ufficiali internazionali si decise di sostituire la parola "famiglia" con una espressione di compromesso - "la famiglia nelle sue varie forme" oppure "le famiglie" - dove veniva salvata l'unicità della famiglia naturale pur riconoscendo l'esistenza di non meglio specificate peculiarità legate alla cultura e alle tradizioni locali. In questo modo si voleva introdurre l'equiparazione alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna di ogni forma di legame: unioni di fatto, coppie omosessuali, rapporti poliamorosi o poligamici. Anche il tema scelto per il 15 maggio è stato "padri e famiglie: responsabilità e sfide".
Tale giorno avrebbe dovuto offrire l'opportunità di promuovere la consapevolezza delle problematiche relative alla famiglia, aumentando la conoscenza dei processi sociali, economici, e demografici che colpiscono le famiglie. Sarebbe dovuta diventare un'opportunità per tutti i paesi di dimostrare il loro sostegno alle famiglie. In Italia , poi, non è sfuggito ad alcuno il dramma di quella madre napoletana morta per "protesta" contro l'ottusità del sistema ospedaliero dove prestava il suo lavoro, che non le pagava lo stipendio da parecchio e dovendo mantenere due figli, più mutui da pagare per avere una casa decorosa. Non si può morire a 45 anni, oggi che tutti hanno diritto ad una vita dignitosa.
Maria de Falco Marotta