7 20 19 IL PREFETTO GENTILUOMO

Un brivido gelido e profonda incredibilità hanno colto i Valtellinesi alla notizia ferale dell'improvvisa scomparsa di un figlio prediletto. Con discrezione e grande dignità, in silenzio, come suo stile inconfondibile, Sante Frantellizzi, il prefetto gentiluomo che tanto ha dato alla comunità sondriese prima del suo trasferimento a Como, se n'è andato in punta di piedi, vinto da una malattia che non perdona. Sempre al servizio del popolo, volto amico della prefettura, pronto all'ascolto e determinato alla soluzione dei problemi della gente comune, autorevole ed equilibrato tessitore di relazioni, riferimento assoluto per quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarlo e che ora piangono l'amico perduto che con il suo esempio resterà per sempre nei loro cuori. Uomo dalla fede incrollabile nella religione di Dio e nel rispetto degli uomini, ha lasciato un vuoto incolmabile nei suoi amici di sempre, nei suoi figli e gli adorati nipoti, ma soprattutto nella sua compagna di vita, la sua dolce Maria con cui ha condiviso tutte le tappe di una folgorante carriera e l'angoscia terribile degli ultimi tempi.

Sante Frantellizzi, 66 anni, originario di Frosinone, ha bruciato le tappe fino ai vertici della carriera prefettizia dopo prestigiosi incarichi a Nuoro, a Roma, a Latina, a Palermo, a Formia, a Frattamaggiore (NA), fino alla nomina come prefetto a Sondrio nel 2005. Due anni di intenso lavoro in mezzo alla gente che ha avuto modo di apprezzarne i modi eleganti e la generosità del cuore oltre ad una signorilità e una umanità profonda che caratterizzava ogni suo gesto.

A Sondrio si è occupato dei problemi dei lavoratori, degli immigrati in provincia, dell'annoso nodo della viabilità, ma soprattutto dei giovani con le sue campagne contro le stragi del sabato sera, fino al suo trasferimento a Como nel 2007 dove si è subito fatto apprezzare per le sue doti di mediatore equilibrato e sensibile. Fino allo scorso novembre del 2009 quando è andato in pensione lasciando un grande vuoto anche nella comunità comasca, ma seguito come sempre da una folta rappresentanza di amici valtellinesi da sempre vicina negli appuntamenti importanti a cui si è rivolto con accenti commossi in un abbraccio corale che ha unito le due città lombarde.

Ma il suo compito non era ancora finito perché è presto giunta la sua nomina a commissario straordinario a Lecco dove ha messo in luce ancora una volta le sue vaste competenze professionali e il suo grande cuore. Fino all'epilogo altalenante degli ultimi mesi. L'eroe schivo e generoso che ha fatto della quotidianità semplice e laboriosa il suo stile di vita se n'è andato in punta di piedi, umilmente, senza clamore, ma gli amici non dimenticheranno il suo sorriso e soprattutto il suo esempio che ha fatto anche della sofferenza un dono e delle avversità una corazza.

Se n'è andato uno di noi, uno di famiglia. Il migliore.

Nello Colombo

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