10 10 10 ALPINO CELSO ORTELLI, UOMO DELLA MONTAGNA: PRESENTE!

E' mancato improvvisamente a 80 anni Celso Ortelli, uomo-simbolo della montagna. Impressionante il moto spontaneo di commozione e di partecipazione al funerale con la Collegiata incapace di contenere tutti gli intervenuti.

Già biografia, attività, meriti, le 100 donazioni di sangue, sono stati ampiamente illustrati in questi giorni. Io ricorderò alcuni episodi, alcuni momenti che non esauriscono la testimonianza ma che, spero, servono per chi non lo avesse conosciuto a capire persona e ruolo, lui, di poche parole mezze in italiano e mezze in dialetto, una vita spesa per gli altri, uomo che suscitava un'istintiva simpatia condita anche con una certa ammirazione. E ora gli episodi:

Elicottero (1977)

Era appena morto assiderato un ragazzo in Valfurva rimasto incastrato nel torrente per il tempo della discesa di qualcuno a chiedere soccorso e l'arrivo dei soccorritori. In Comunità Montana, quella unica, stavo preparando programmi e bilanci. Avevo appena autorizzato l'hangar di Elitellina, contrattai la cifra, aprii il capitolo di bilancio e dissi a Celso che aveva a disposizione 17 ore di elicottero (ci fosse stato forse quel ragazzo si sarebbe salvato!), di gestirle a suo piacimento sapendo che, ne fossero servite altre, non sarebbero mancati i soldi. Era una novità, un segno di cambiamento rispetto al tempo del soccorso eroico, difficile, talora anche rischioso. Una cosa normalissima, allora di fatto all'esordio dell'uso dell'elicottero, dire: gestisci come vuoi tu!

Irpinia (1980)

23 novembre di 30 anni fa. Il TG1 intorno alle 23 aveva genericamente parlato di un sisma ma non sembrava cosa grave. Una cartina indicava alcuni centri ove si era sentita la scossa. Una telefonata a Bari mi dava conferma di un evento consistente. Immagini di Napoli di un edificio crollato. Altre segnalazioni in un'area quindi vastissima. Era domenica con quel che vuol dire. La vastità dell'evento aveva insospettito. Telefonai al dr. Vido, Presidente della Croce Rossa "vediamoci in Comune alle nove perché la cosa è spessa". Al mattino cominciava a delinearsi qualcosa di grosso ma le comunicazioni, saltate, non erano ancora ripristinate. Decidemmo di organizzare una spedizione guidata dal Comune. Il primo telefono che alzai fu quello di Celso. Capì al volo, fu subito disponibile ma chiese tempo per sentire le disponibilità degli altri. I soccorsi ci misero giorni salvo i nostri. In poche ore problema risolto. In un convoglio lungo centinaia di metri guidato e chiuso dalle auto dei vigili radiocollegati, c'era la parte sanitaria (Morelli. In grado di operare appena giunti sul posto), la parte 'tecnologica dell'ASM di Sondrio, il Comando (Comune di Sondrio) ma soprattutto la 'forza d'assalto' per aggredire almeno una parte degli immani problemi dei cinque Comuni affidati alla 'colonna Sondrio', da tutti ritenuta laggiù seconda solo a una specie di panzer divisionen inviata dalla Germania. Celso fu alla testa della spedizione - in certi momenti giunta a 160 uomini -, unitamente a Bruno Del Dosso e Roberto Bartesaghi. Fu lui a fare arrestare un amministratore comunale che in combutta con un'altra persona aveva dirottato un camion di aiuti in un suo magazzino. Dovetti perfino fare la voce grossa con lui. Gli si era rivolto uno del posto dicendo che il terremoto gli aveva portato via tutto. Gli erano rimasti soltanto, al secondo o terzo piano nella parte in piedi del suo palazzo in rovina, quadri di valore, che supplicava di recuperarli. La cosa lo aveva colpito per cui voleva andarli a prendere rischiando perché la parte in piedi era forse tale per scommessa ma pronta a cedere da un momento all'altro. Prima di partire per Sondrio dissi ai nostri che a costo di legarlo non doveva entrare là dentro….

Tresenda (1983)

Domenica 22 maggio 1983, ore 12.30. Da giorni imperversa il maltempo. Guai ovunque ma il peggio è a Tresenda. Vien giù un costone. Vien giù una frana su una casetta che ospitava alcuni portatori di handicap. 17 morti. Funerale a Sondrio. Organizzazione estremamente complessa. "Celso, tocca a noi. Simbolo". Le bare una per camion dell'Esercito. Arrivano in Piazza Campello. Si fermano all'inizio di Corso Italia. Gli uomini del Soccorso Alpino si caricano sulle spalle ogni bara. E' la Valle che piange i suoi morti, che li accompagna, tramite loro, prima al rito funebre, poi di nuovo ai mezzi dell'esercito prima che raggiungano il cimitero di Teglio.

La grande calamità (1987)

Il 18 luglio 1987 è il giorno del finimondo, iniziato da giorni, continuato per altri giorni sino al tragico 28 della Val Pola.

Fra i mille problemi c'è anche quello della Valmalenco. E' isolata. In quattro e quattrotto l'ing. Carugo è riuscito a rattoppare la provinciale ma c'è una minaccia sul versante sinistro. All'altezza di Dagua c'è il rischio di una pericolosa colata di fango. Strappiamo al Gruppo LL.PP. in Prefettura l'assenso per una riapertura parziale guidata da un controllo visivo dall'alto del versante destro e in collegamento radio con i due posti di blocco sulla strada. Chiedo al generale Muraro ma i soldati, mi dice ed è comprensibile, non possono assumersi quella responsabilità. Chi allora? Ma il Celso, naturalmente!!!. Problema, ovvio, risolto: lui non può, precetta il figlio individuando il posto adatto dove farlo portare dall'elicottero. Lo lasciano lassù. La strada è riaperta sino alle 21. Chi era bloccato in Valmalenco, compresi i bambini milanesi che soggiornavano a Chiesa, finalmente recupera la libertà… Anche stavolta c'è voluto lui.

Ligari d'argento

Anni '90. Il Comune ha istituito un riconoscimento, il 'Ligari d'argento', da assegnare annualmente a un cittadino benemerito. Viene fuori la candidatura di Celso Ortelli condivisa senza eccezioni. Ma Celso Ortelli ha già un riconoscimento che ne assorbe qualsiasi altro: è uno dei soci onorari del CAI, otto se non andiamo errati. Uno degli otto simboli della montagna italiana. Il 'Ligari' è sottinteso…

Sondrio 2011

A egregie cose l'animo accendono le urne dei forti… Ricorriamo ad Ugo Foscolo per sottolineare come sia l'esempio il miglior motore di progresso e di crescita reali della comunità.

Abbiamo alcune figure illustri da ricordare. Intitolando loro strade, palestre, il Campus, un giardino, l'Auditorium che non è mai stato intitolato a Torelli, lo Stadio, il campo sportivo e via dicendo. Da qualche parte vorremmo poter leggere "Celso Ortelli" e sotto "uomo della montagna".

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Dalla provincia