10 30 16 TAREK AZIZ A MORTE

Riceviamo e pubblichiamo. Il nostro parere lo abbiamo già espresso nello scorso numero. I fautori della pena di morte, quale sia la loro collocazione, si rileggano la storia di Bruno Tascal detto il Fornareto. Non la sua vicenda romanzata sia in scritti che in un film ma la storia vera e poi ci dicano se sono ancora per la pena di morte (ndd).

L'ipocrisia si sa, è l'elemento costitutivo dell'homo sinistricus. L'ultima lectio magistralis di ipocrisia applicata, è stata la critica che la sinistra italiana ha mosso al legittimo tribunale iracheno per aver condannato a morte Tarik Aziz. Secondo il filosofo inglese John Looke, il tirannicidio (vale a dire l'omicidio di un tiranno) era un appello al cielo, quindi moralmente accettabile ed auspicabile. Teoria fatta propria e mai smentita dall'homo sinistricus di tutti i tempi e luoghi. Per rimanere nell'orticello rosso di casa nostra, basti pensare che nessun compagno ha mai speso una parola di condanna per l'assassinio di despoti neri come Mussolini, Hitler o qualsivoglia tiranno (e persino uomo comune) di destra. Ritornando al tema dell'ipocrisia, basti pensare che gli "amanti della vita" ( ma solo quella già concepita, quella in grembo si può bellamente abortire) che si battono affinché il braccio destro del pluriomicida Saddam Hussein sia salvato, sono gli stessi che hanno fondato la propria carriera sui partiti bolscevichi che inneggiavano alla sanguinaria rivoluzione d'ottobre. Molti degli amici dei nemici della vita e della democrazia, ammirano criminali come Fidel Castro che fonda il suo potere su uno stato di polizia, sulle carceri e sulla soppressione dei dissidenti. Eppure, i biforcuti in casacca rossa, con mezza lingua gridano lunga vita all'assassino Aziz, e con l'altra mezza spandono parole mielose in difesa dei regimi rossi (Cuba, Cina e Korea del nord), dei kamikaze islamici, della "resistenza" irachena, degli ayatollah iraniani e degli hezbollah libanesi. Se come dicono le Sacre Scritture "la morte è la paga del peccato", ha senso "graziare" un cristiano che in nome dell'ebbrezza del potere e della fama ha tradito Gesù Cristo e l'amore per il prossimo, per servire una religione che notoriamente ama la morte più della vita?

Gianni Toffali

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