IL RUOLO DELLA DONNA. VOCE IN CONTROTENDENZA 11 7 10 08
Riceviamo e pubblichiamo:
Sin dagli albori dell'umanità le femmine hanno da sempre svolto ruoli che ruotavano prevalentemente all'interno delle mura domestiche. I risultati erano entusiasti: stabilità famigliare, figli rettamente allevati ed educati, aborti e divorzi zero. Poi arrivò il sessantotto. Anarchici, rivoluzionari, figli dei fiori, libertini, sinistri, pagani, atei, agnostici e femministe, insinuarono che la donna poteva realizzarsi maggiormente uscendo di casa. Gli effetti furono catastrofici: instabilità famigliare, figli allo sbando, aborti, divorzi e corna decuplicati. "Normale" che i nemici dell'ordine naturale abbiano plaudito agli effetti nefasti scaturiti dalla cosiddetta emancipazione femminile. Singolare invece, che anche il centro destra si sia fatto ammaliare da certuni pruriti femministi di sinistra memoria. Per assecondare il continuo piagnisteo, le patetiche rivendicazioni e il falso vittimismo di non poche signorine, il governo Berlusconi ha proposto l'emendamento 2.03 al decreto Sviluppo, che stanzia 100 milioni annui per il 2012, 2013,2014 per coprire crediti di imposta per le aziende che assumono donne. Se l'emendamento dovesse passare, il "gentil sesso", la cui strada professionale è già ricca di privilegi (vedi pensione anticipata rispetto all'uomo) e scorciatoie, ruberanno il futuro a molti padri di famiglia le cui mogli hanno liberamente scelto di fare le mamme a tempo pieno. Il provvedimento dell'adeguamento dell'età pensionabile nel 2016 già regala alle donne anni di mancati contributi previdenziali e di anni di lavoro che tutti gli italiani e soprattutto gli uomini, devono pagare alle "mantenute", subendo un'infinita sequela di "cambiali sociali" che le donne addebitano al genere maschile. Chi governa, dovrebbero altresì ricordarsi del gravissimo danno erariale cagionato dall'assunzione di donne in settori dove il loro impiego non solo è inutile, ma persino dannoso (ultimo esempio la caserma di Ascoli), nei corpi di polizia, carabinieri, vigili urbani e forze armate. E' immaginabile una donna mingherlina che spara con il kalasnikov o che tenta di bloccare un rapinatore albanese armato? Comiche! La classe politica invece di perdere tempo a parlare di quote rosa e baggianate analoghe, dovrebbe piuttosto impegnarsi a varare politiche famigliari che permettano alla donna di fare la madre e la moglie a tempo pieno senza costringerla ad andare a lavorare. Se i maschi italiani continueranno ad ascoltare le sirene delle aspiranti donne in carriera, delle single per scelta e delle femministe radicali, vale a dire coloro che ritengono i piaceri individuali più importanti degli affetti famigliari e dei figli, si ritroveranno, oltre a dover cercare moglie fuori Italia (fenomeno già ampiamente diffuso), nella condizione di dover ricorrere loro a stessi ad invocare quote azzurre. Maschi e femmine non sono uguali, bensì complementari. Le donne che scimmiottano i maschi, non solo tradiscono il dono della femminilità, ma contribuiscono in maniera determinante all'impoverimento e alla denatalità del paese Italia.
Gianni Toffali