LA SOSTENUTA E GIUSTA REAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA MASSIMO SERTORI 11 8 10 57

Critica anche la capogruppo del PD Irene Bertoletti

La reazione del Presidente della Provincia Sertori

"Certo se i parametri utilizzati per eliminare o accorpare le Province sono solo quelli del numero degli abitanti è chiaro che chi ha fatto il decreto non conosce la funzione e i compiti che le Province svolgono sul territorio. Sondrio è una delle tre Province italiane interamente montane, confina al Nord con la Svizzera e ha un suo dialetto, una sua storia. Se la eliminano davvero non mi resta che prendere atto che lo Stato italiano ha deciso di lasciarci al nostro destino senza più nessuna rappresentanza di tipo politico-istituzionale. Bene, se è così significa che lo Stato ci abbandona, che non avremo più un punto di riferimento istituzionale sul territorio e quindi la prima cosa che intendo fare è quella di promuovere un referendum tra i cittadini della Valtellina per capire se i valtellinesi preferiscano andare con la vicina Svizzera, oppure accontentarsi di restare in un territorio di periferia, abbandonato al suo destino dallo Stato italiano, ipotesi quest'ultima che appare la meno probabile da accettare. Più che presidente della Provincia mi sento Sindaco della Valtellina e non sono neppure d'accordo con l'abolizione dei Comuni sotto i 1000 abitanti. Il mio territorio ne conta 29 di così piccole dimensioni e abolire l'ente Provincia significa non dare loro più alcuna voce, marginalizzare tanti micro-paesi in un territorio interamente montano". Di ragioni ne abbiamo da vendere, ad esempio il fatto, come Sertori ha ricordato, che Provincia di Sondrio e quelle di Belluno e di Verbano-Cusio-Ossola sono le uniche interamente montane d'Italia e la nostra è la sola ad esserlo in Lombardia. "Pretendere di sopprimerla e accorparla alla pianura sarebbe davvero negare le radici di questa terra che ha le sue peculiarità, la sua storia, ma soprattutto le sue esigenze, ben diverse rispetto ai territori confinanti. E a proposito di confini se ne sono resi conto a Roma che siamo un avamposto per l'Italia, che qui confiniamo con la Svizzera a Nord e a Est con le Province autonome?. Non è una questione di poltrone. Ma di identità. Di gente che per secoli si è spaccata la schiena per mantenere integro un territorio alpino che non è mai stato generoso con le sue popolazioni. E a questa gente montanara - come me - chiederò se davvero intendono sopportare una simile decisione o se invece non vogliono avere maggiore autonomia, con maggiori poteri, per amministrarsi come davvero meritano e come da troppo tempo non è possibile per via di una politica poco attenta alle periferie... No, io non ci sto".

Bertoletti

Sulla stessa linea, che poi è quella della razionalità e del riscontro con la situazione reale, la capogruppo del PD in Consiglio Provinciale Irene Bertolatti:

"L'abolizione delle Province è un processo complesso da affrontare analizzando diversi parametri di riferimento, non solo il numero degli abitanti altrimenti si tira una riga e chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Nel nostro territorio i Comuni sono piccoli e piccolissimi: è vero che verranno accorpati, ma i tempi saranno inevitabilmente lunghi e, nel frattempo, non ci sarà alcun ente a rappresentare l'intero territorio".

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