L'ACCUSA: CHI SIETE PER DARE DEI "DILETTANTI ALLO SBARAGLIO A CHI NON VUOLE LE PROVINCE?. LA REPLICA: QUELLI CHE HANNO TITOLO PER DIRLO

Ci è stato chiesto chi siamo per dare dei "dilettanti allo sbaraglio" a quanti vogliono la soppressione delle Province. Lettera in forma cortese con il solo difetto della mancanza di firma. Ovviamente se la sottoscrizione arrivasse pubblicheremo.

L'accusa merita comunque qualche riflessione anche perché questo interrogativo, più o meno, ci è stato verbalmente posto da alcuni che ci hanno letto, chi polemizzando, chi semplicemente chiedendo ulteriori chiarimenti.

A chi l'accusa

Precisiamo chi sono i destinatari dell'accusa.

- Non i politici. Il riferimento principale non è ai politici, ciascuno dei quali può avere una sua visione complessiva dell'ordinamento e dell'organizzazione della Pubblica Amministrazione, visione entra la quale può collocare la soppressione delle Province.

Un esempio. Chi segue una filosofia di stampo centralista, che non è solo romano ma può essere anche di livello regionale, di fronte al problema di chi farebbe i Piani territoriali-paesistici oggi di livello provinciale, la risposta l'ha pronta. I piani li si fanno a livello regionale. Per quanti da anni si battono ritenendo il decentramento il modo più democratico ed efficiente perla soluzione dei problemi si tratta di un obbrobrio. Obbrobrio per i primi, quelli della visione dirigista, è invece, appunto, proprio il decentramento

L'Italia dei Valori dichiara "L'IdV è da sempre favorevole all'abolizione delle Province. Lo era quando ha presentato una proposta di legge già discussa in parlamento, lo era durante la campagna elettorale…". E dopo? La risposta: "rapporto diretto tra i Comuni e le Regioni." Per stare all'esempio il Piano di cui sopra, relativo a 3211,9 Kmq metà dei quali sopra i 2000 metri lo si dovrebbe fare a Milano essendo impensabile costruirlo in 78 Comuni 29 dei quali sotto i 1000 abitanti ma in compenso territorialmente estesi con tematiche di assetto idrogeologico, ambientale, idrico ecc.

Contrarissimi a tale soluzione, che non solo darebbe pessimi risultati ma addirittura aumenterebbe i costi, riconosciamo comunque piena legittimità politica alla proposta. La vedono così, siamo in democrazia e quindi ogni idea va rispettata. Discussa, contrastata, combattuta ma rispettata.

Non è il livello politico in discussione.

Qualsiasi ipotesi o proposta politica dovrebbe anche, in linea di massima almeno, essere verificata sul piano tecnico sia per verificarne la fattibilità sia per una valutazione economica correlata.

- Cultura e tecnica amministrativa sul podio degli accusati. Si tratta di dilettanti allo sbaraglio o perché superficialmente non affrontano i problemi dell'attuazione, o perché li affrontano ma non obiettano, o perché addirittura sbagliano clamorosamente valutazioni.

Sono tre ordini di un comune denominatore, il dilettantismo.

Abbiamo illustrato in precedenti articoli di cosa si occupano ora le Province. Sopprimendole, secondo i dilettanti di cui sopra, le funzioni dovrebbero passare ai Comuni e alle Regioni. Abbiamo dimostrato come un Comune capoluogo come quello di Sondrio sia in grado, fra tutte le funzioni provinciali, di accollarsi le scuole, il sistema bibliotecario e il sistema mussale. A latere anche qualcosina concernente il welfare. Tutto il resto dovrebbe andare a Milano. Fra le diverse cose, e non costituisce la maggiore preoccupazione, le strade oggi provinciali. In Italia ce ne sono 125.000 km, oltre sei volte cioè quelle dell'ANAS, autostrade comprese. Risultato: un centralismo pauroso, ma ingestibile. I dilettanti vadano a vedere e traggano le conseguenti valutazioni.

Il punto di difficoltà sta nei riferimenti. In diverse occasioni provvedimenti concernenti gli Enti Locali sono stati condizionati da un errore di base. Spesso nei Ministeri, o negli uffici legislativi del Parlamento, per questioni concernenti gli Enti Locali si fa riferimento al Comune di Roma per avere dati certi anche di dettaglio.

Il fatto è che il Comune di Roma, come Milano, Napoli, Torino eccetera non è affatto rappresentativo degli 8092 Comuni italiani. E' un altro pianeta. Ebbene in quelle situazioni specifiche la Provincia oggettivamente non si sa quanto e a cosa serva. Non è che lo si scopre adesso ma sono anni che si è arrivati a questa conclusione tanto è vero che si è provveduto a definire 15 'città metropolitane'. L'istituzione è stata prevista inizialmente per 14 aree metropolitane a cui poi si è aggiunta Reggio Calabria.

Vediamo quali sono questa 15 città metropolitane cui dovrebbero essere attribuite le funzioni della Provincia e parte delle funzioni di interesse sovracomunale proprie dei singoli Comuni.

Le città metropolitane:

- scelte dal Parlamento: Bari Bologna Firenze Genova Milano Napoli Torino Reggio Calabria Roma Venezia

- scelte dalle Regioni a statuto speciale: Cagliari Catania Messina Palermo Trieste

Dalla legge 142 del 1990 si è ripetutamente tentato di dare il via a questa innovazione, assolutamente indispensabile e vera fonte di grande risparmio. Si chiedano i fautori della soppressione tout-court quali siano le vere ragioni dell'inerzia ma anche come mai l'argomento venga sistematicamente ignorato. Al posto di rincorrere soluzioni tecnicamente abnormi e democraticamente assurde, da cui risparmi concreti non verranno di certo, i cultori della Provincia-fobia generalizzata approfondiscano l'argomento. Per fare un esempio vadano a vedere la situazione dell'inutilissima Provincia di Milano, partendo dai tempi dello sfiatato (chissà perché… ci si guardi dentro) Piano Intercomunale Milanese. Facciano i conti del risparmio reale. Facciano del pari i conti, maggiori costi, della soppressione delle Province non metropolitane.

"Dilettanti allo sbaraglio". Ritireremo questa affermazione soltanto se, approfondito l'argomento, risulterà che noi abbiamo preso una cantonata. Non solo, ma andremo nella centrale Piazza Garibaldi di Sondrio, a genufletterci presenti paparazzi e TV, di fronte alle immagini dei cultori della soppressione delle Province (Feltri, Grillo, Di Pietro ecc.). Potremmo aggiungere penali a iosa a nostro carico perché cantonate in realtà non ne abbiamo prese. Non è presunzione, è solo consapevolezza e coscienza di avere studiato e ponderato l'argomento e non da qualche settimana o qualche mese.

Aggiungeremo che l'intento nostro è l'interesse dei cittadini, valtellinesi soprattutto. Abbiamo già preso una sberlone gigantesco con la divisione della Comunità Montana unica quando eravamo in quattro gatti ad opporci motivatamente (una delle conseguenze: il capannonificio lungo la Statale 38 di cui oggi tutti si lamentano con lacrime di coccodrillo visto che sono sorti proprio sulle ceneri della CM unica, in particolare del suo piano territoriale). Non vorremmo prenderne un altro con successive inutili lacrime di coccodrillo.

GdS

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